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OMICIDIO Pescara, omicidio Luciani: la trappola e le coltellate, il racconto shock

I dettagli emersi dai testimoni rendono il crimine ancora più sconvolgente. Le dichiarazioni, riportate nei verbali degli inquirenti, delineano uno scenario da film dell’orrore.

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
26 Giugno 2024
Cronaca // Primo piano //

I dettagli emersi dai giovani testimoni presenti al momento dell’omicidio di Christopher Thomas Luciani, il 16enne accoltellato a morte da due coetanei a Pescara, rendono il crimine ancora più sconvolgente. Le dichiarazioni, riportate nei verbali degli inquirenti, delineano uno scenario da film dell’orrore, sconsigliato ai deboli di cuore.

 La Trappola e le Coltellate: Il Racconto Scioccante

Uno dei testimoni ha descritto la ferocia con cui i due minori arrestati si sono accaniti sulla vittima: “Christopher faceva versi di agonia, e loro gli intimavano di stare zitto. Era a terra, con una gamba sopra l’altra, esposto ai colpi sul fianco destro”. Il resoconto inizia dall’incontro alla stazione di Pescara, poco dopo le 16.30: “Dovevamo andare al mare e parlare con Christopher, che doveva 200-300 euro a M. Quando lo abbiamo incontrato vicino alla stazione, M. ha iniziato a litigare con lui perché non gli restituiva il denaro. Christopher rispondeva dicendo che anche lui aveva amici da chiamare. Ci siamo spostati verso i silos della stazione, dove M. ha costretto Christopher a dirigersi verso il parchetto di via Raffaello Sanzio. M. ci ha fatto segno di andarcene, ma io e C. lo abbiamo seguito perché la situazione non sembrava tranquilla. Mentre camminavamo nel parco, M. ci ha mostrato un coltello”.

L’Inizio della Violenza: 25 Coltellate

La testimonianza continua con l’inizio della violenza: “Quando ho visto M. e Christopher, ho capito subito che M. lo aveva accoltellato. M. ha continuato a colpirlo mentre era a terra. Anche C. ha preso il coltello e ha colpito Christopher diverse volte. Sono rimasto paralizzato e non ho avuto la forza di reagire. Quando ci siamo riuniti al resto del gruppo, ho raccontato subito quello che era successo. Poi abbiamo deciso di andare al mare”.

Premeditazione e Intimidazioni

Il testimone ha spiegato: “Nonostante tutto, siamo andati a fare il bagno. M. si è disfatto del coltello, avvolgendolo in un calzino sporco di sangue e lanciandolo dietro gli scogli. Ero frastornato e ho deciso di parlare con mio fratello e poi con i miei genitori. Con mio padre, sono andato in questura a denunciare il fatto”. Dai verbali emerge il rischio di premeditazione: i due giovani avevano mostrato il coltello già in stazione e portato un cambio di vestiti. “Uno di loro aveva anche una piccola pistola e cercava di intimidirci. Diceva che tutto doveva rimanere tra noi cinque. Non ho reagito, ero scioccato e non sapevo cosa fare”.

La Madre di un Indagato: “Posso Solo Pregare”

La madre avvocato di uno dei minori indagati ha parlato con il Corriere della Sera: “Non posso dire molto, c’è il segreto istruttorio. Prego per chi c’è e per chi non c’è più”. Alla domanda su cosa pensasse suo figlio, ha risposto: “Le responsabilità vanno chiarite. Io so di dover aspettare. Ho fiducia nella giustizia e nella mia fede“.

Lo riporta Today.it

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