“La decisione presa dall’amministrazione di concedere la sede comunale per la realizzazione di un premio, programmato per domani, desta vivissime perplessità. Tale iniziativa potrà inoltre fregiarsi del patrocinio rilasciato dal Comune di Manfredonia.
Le ragioni dell’oggettivo stupore risiedono nel fatto che uno degli (ospiti, ndr) dell’evento ha riportato una condanna, in primo e in secondo grado (riformata, per il quale ha avuto la pena sospesa e la non menzione per un unico episodio di fatto di lieve entità, relativamente a violenza sessuale, ndr).
Chiedo pertanto alla cittadinanza se sia ammissibile che la casa di tutti possa essere utilizzata da persone che si sono rese responsabile di tali delitti, così come accertati dal Tribunale e dalla Corte d’Appello. È accettabile che la nostra Amministrazione possa assentire l’impiego del proprio logo per attività promosse da coloro che abbiano posto in essere condotte di tale gravità e ripugnanza sociale?
È eticamente accettabile ciò? È conforme ai principi affermati dalla Chiesa, così attenta alle vicende del dibattito pubblico e politico della nostra città?
A me sembra che questa scelta sollevi più di un legittimo dubbio, che intendo sottoporre all’attenzione della comunità sipontina.”
Lo dice in una nota Ugo Galli, consigliere comunale di Manfredonia.