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Meno male che D’alema c’è

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
27 Marzo 2010
Editoriali //

Massimo D'Alema, Paolo Campo, Angelo Riccardi, Franco Ognissanti, G.Dicembrino (Stato '10)
Massimo D'Alema, Paolo Campo, Angelo Riccardi, Franco Ognissanti, G.Dicembrino (Stato '10)
Manfredonia – CON l’intervento di Massimo D’alema ieri sera in Piazza Stella a Manfredonia, a conclusione della campagna elettorale del centro sinistra, si è conclusa (col botto) una spettacolare kermesse politica in salsa sipontina. Mai, a memoria d’uomo, nomi così altisonanti (Giulio Tremonti, Antonio Di Pietro, Francesco Rutelli, Nichi Vendola) si erano spinti in quantità così massiccia a queste latitudini. Questa carrellata di Very Important Political Men poteva essere un’occasione unica per mettere i problemi che attanagliano la popolazione manfredoniana, della quale i politici sono referenti designati democraticamente, in un ottica più larga e, in qualche modo, “nobilitata” dalla presenza di deputati al Parlamento italiano, capi della coalizione di partito e, mirabile visu, un ministro dell’economia. Poteva essere un’occasione per parlare di temi “preganti” per la cittadinanza come l’economia ristagnante (56 % di disoccupati), la fuga dei giovani in cerca di lavoro (in media ogni anno 100 cittadini sipontini cambiano residenza) il rilancio turistico, il recupero archeologico, la criminalità in aumento in tutta la Capitanata. Poteva, ma così non è stato. E la serata di ieri non ha fatto eccezione. In una democrazia “evoluta” ogni uomo o donna che presenta la propria candidatura o ne “sponsorizza” un’altra presenta i propri progetti e le ambizioni per il territorio di competenza e rivolge eventualmente critiche al proprio avversario politico in merito a problemi contingenti nella propria zona.

Diversamente buona parte dell’intervento politico di Massimo D’alema è stata soprattutto l’occasione per attaccare il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, definito “un politico sulla via del tramonto” concentrandosi sulla vicenda delle intercettazioni di Trani in cui sono coinvolti anche il direttore generale della Rai Mauro Masi e il direttore del TG1 Augusto Minzolini. Il carismatico politico di sinistra ha poi sottolineato che “Berlusconi non è la causa della crisi economica italiana ma è comunque una piaga”, ma si è mostrato indulgente verso “un’altra destra, democratica, garantista e rispettosa delle istituzioni come quella capitanata da Gianfranco Fini”. Ha sottolineato inoltre l’importanza del governo Vendola (al quale aveva contrapposto Boccia nelle primarie) nella Regione Puglia, “specie per lo spazio che ha riservato ai giovani”.

D’alema, che tra le altre cose, dal 26 gennaio 2010, è Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR), un organo del Parlamento italiano , con funzioni di controllo dei servizi segreti, ha poi ricordato la cosiddetta Prima Repubblica, che, a suo dire “rappresentò un periodo moralmente più degno della politica di quanto essa sia diventata allo stato attuale”. Si è soffermato, infine, sulla figura del padre, combattente durante la seconda guerra mondiale, divenuto poi parlamentare nel partito comunista, avversario politico della Democrazia Cristiana e nonostante questo, rispettoso di altri politici ex partigiani che, accanto a suo padre, avevano combattuto per la Libertà.

Chissà se, dopo la chiusura delle urne, si ricomincerà a parlare dei problemi più contingenti e pressanti per la Capitanata e le ideologie contrapposte verranno accantonate insieme alle bandiere e ai manifesti elettorali.

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