Manfredonia – E’ morto stanotte nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), il 68enne Francesco Romito, alias ‘Ciccill u mattinatese‘, uomo considerato a capo (patriarca) dell’omonimo clan malavitoso del Gargano, protagonista della sanguinosa Faida locale.
Gli ultimi mesi del 68enne originario di Mattinata sarebbero stati contrassegnati dai ricoveri e dalle lunghe cure mediche (dialisi) a causa della malattia che aveva colpito da tempo l’uomo (che avrebbe sofferto di diabete mellifico). Una malattia che avrebbe causato al 68enne garganico alcuni scompensi cardiaci e anche polmonari.
IN ogni modo, anche se avrebbe continuato a svolgere serenamente le proprie giornate a Manfredonia, continuando a salutare “con un sorriso” i propri dipendenti, l’umore dell’uomo ritenuto a capo dell’omonimo clan malativoso del Gargano, clan in lotta da anni contro i rivali Li Bergolis ( Condanne dopo processo Corte d’Appello di Bari ) era stato segnato profondamente dagli omicidi che hanno colpito dal 2009 (21 aprile, viale degli Eucalipti a Siponto – foto) ad oggi il figlio Franco e l’autista Giuseppe Trotta (ma Francesco era padre anche di Michele), oltre alla recente uccisione del nipote Michele, fino ai numerosi tentativi di agguato tesi a Mario Luciano (Focus agguati).
I PROCESSI – Nel maxi processo Iscaro-Saburo, del giugno 2004 Ciccillo Romito non venne arrestato (a differenza dei figli) dopo che il Giudice per le indagini preliminari del tempo respinse la richiesta cautelare del Pm antimafia Domenico Seccia (attualmente Procuratore di Lucera). Francesco ‘Ciccille u mattinatese’ Romito fu invece arrestato nel gennaio 2005, a seguito del ricorso della Dda di Bari, accolto dalla Cassazione. I componenti della famiglia Romito sono stati tutti assolti, nei tre gradi di giudizio, dalle accuse di mafia ed omicidio ( Processo Faida, conferme ergastoli dalla Corte d’appello di Bari).
Redazione Stato