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E’ autunno. Capezzone coglie castagne

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Ottobre 2010
Editoriali //

(Fonte image politicaesocieta.blogosfere.it)
(Fonte image politicaesocieta.blogosfere.it)
Foggia – AL lavoro. Non fischiettiamo impassibili. Avremmo voluto farlo tutti. Vuoi mettere un cazzotto in faccia a Daniele Capezzone? (in senso metaforico naturalmente). La soddisfazione di scompigliargli quell’aria di sufficienza coatta che in volto ha stampato ? Vuoi mettere a farlo tacere? Capezzone è uno che se le tira e qualcuno non se l’è tenuto. In un’ipotetica classe, sarebbe il folklorisrico ma immancabile sfigato occhialuto: aria saccente, altezzoso e voglia di parlare troppa. Per sé e, soprattutto, per gli altri. Capezzone è l’attore non protagonista, il perfetto zelante da “lo dico alla professoressa”. Prestato forse alla politica, Daniele-faccia-da-castagnone, è più Daitan che l’Uomo Tigre. Nel senso che ha rinunciato volontariamente ad accettare il male come un mezzo di perseguimento della causa onorevole; piuttosto, di onorevole, Al Cap(ezz)one ama lo stipendio, la fama, la ridondanza mediatica, l’eco dei flash nelle stanze chiuse da conferenze stampa. E, come un robot giapponese perde e riprende pezzi, sfoggia parole di inzuccheramento di massa. Si adegua all’avversario ma, soprattutto, al suo comandante in capo, l’esimio Mr. Silviomery Burnesconi

Il primo pugno preso da Capezzone – È un tipo da scompisciarsi dal ridere, Capezzone. Come un bimbo pacioccone, lo metti nel seggiolone e nel seggiolone rimane. Fin tanto che, qualcuno, non gliene regali uno nuovo. Prima il cuscinone radicale sotto il culetto delicato di inesperto della comunicazione (ma sempre con lo sguardo fisso alla telecamera, più convinto di Tom Cruise, più deciso di Brad Pitt, più glaciale di Clint Eastwood), a spendere e spandere minuti e comparse, gentilmente sponsorizzato dalla spalla clownistica Chiambretti, in televisione. Una vita catodica. Pendolare sì. Mai sulle reti ferroviarie, ma sempre su quelle televisive. Con indifferenza di preferenze, Rai, Mediaset, La 7. Sempre e solo lui. Con Marco Pannella in cabina di regia ed Emma Bonino alla scenografia, il giovanotto frigido è stato costretto a crearsi una sua personalità, a ritagliarsi un suo spazio. Che poi, stranamente, il ritratto venuto fuori è “nessuna personalità e nessuno spazio proprio”, poco importa. Resta la gioia disonorevole ma remunerativa di brillare della luce degli altri, di dar voce a quello che gli altri vogliono che tu dica, con sintagmi che non sono nemmeno i tuoi.

Un po’ Pietro, un po’ altro, l’apostolo Capezzone. Il favorito di tutti, il coccolato, il delfino le cui molteplici inesattezze erano stato catalogate alla stregua di peccati di gioventù. Normali e forse anche pedagogici. In fondo soltanto chi non fa nulla non sbaglia mai. Qualche dubbio iniziò a venire al suo Messia benedicente allorchè si rese conto che lo sbarbatello non solo sbagliava spesso, ma aveva la capacità di farlo pur nella sua immobilità. E, in un infuocata Direzione radicale, glielo rinfacciò con la storica frase, da manifesto: “Ma ti credi davvero di essere un grande stratega mentre gli altri sono tutti stronzi?” Fu l’epigrafe dell’appartenenza di Capezzone alla Rosa nel Pugno.

Poi, il salto a destra, a fare il buffone del marajà Silvio Berlusconi. Alla corte dei miracoli non mancava che lui. Una riconversione rapida, un mascheramento senza neppure cambiare la maschera, un trasformismo negli stessi vestiti, e Waylon-Dany-Smithers, oplà, ce lo siamo trovato dall’altra parte. Una folata di vento e la bandierina è finita dritta dritta nel campo nemico, sciuscià del potere più potente, al sicuro da nuovi ostracismi. Già, perché si è scelto il padrone giusto, il fido Capezzone. A Silvietto piacciono i viscidi, gli esecutori degli ordini, le bocche senza il filtro del cervello, gli SSS. Cioè, gli Scipiti Soldati Semplici. Don Silvio, si sa, è un padre buono. Uno che perdona che gli errori di gioventù. Chi, in fondo, non ne ha fatti? E poi proprio lui che è il campione dell’umanità, della giustificazione della debolezza della carne di fronte ad altra carne, al luccicare goloso del denaro, al desiderio sbavato di fama. E al cavaliere, è storia risaputa, piacciono da morire anche le donne facili.

Perciò, nessun peso a chi abbia detto cosa e di chi. Meglio pensare di cosa dire in futuro su cosa. Meglio, non dire… Ma la memoria “fa un lungo giro e poi ritorna”. Come gli amori di Venditti. Ed allora, eccola qua una sequela di scatti del vecchio Daniele. Argomento: il nemico psico nano.

LE LEGGI TALEBANE – “Il primo ministro Berlusconi si è sdraiato per due ore sulla prima rete televisiva, riversando sugli spettatori la sua soddisfazione per trionfi, miracoli, successi che nessuno, ormai, scorge da nessuna parte, a parte i tenerissimi Emilio Fede e Sandro Bondi […] Ciascuno può vedere a che punto siamo dopo due anni e mezzo nei quali Berlusconi ha avuto una maggioranza di 100 deputati alla Camera e di 50 senatori a Palazzo Madama: nulla di quanto fu promesso allora si vede oggi, e, per sovrammercato, sono state varate (o sono in via di perfezionamento) leggi letteralmente talebane” 29 maggio 2004

DITTATORUNCOLO SUDAMERICANO – “Berlusconi si sta piuttosto orientando verso il modello sudamericano”. 12 dicembre 2004

DON LURIO – “Ho sentito che Silvio Berlusconi si è paragonato a don Luigi Sturzo, ma a me sembra che sia più l’erede di Don Lurio. 8 dicembre 2005

LA PAR CONDICIO. PER GLI ALTRI – “Leggo che Silvio Berlusconi torna a dire che dovrebbe essere tolto ogni spazio politico in tv, in campagna elettorale, ad un soggetto politico nuovo che dovesse presentarsi con un simbolo nuovo. Trasecolo. Se infatti questo criterio berlusconiano fosse stato adottato nel 1994, un partito nuovo come Forza Italia (destinato a divenire, alla sua prima presentazione, partito di maggioranza relativa e perno della coalizione vincente) avrebbe avuto in tv zero ore, zero minuti, zero secondi. Se ciò fosse avvenuto ovviamente Berlusconi avrebbe gridato contro il complotto comunista o qualcosa del genere… La mia impressione è che Berlusconi ignori l’abc della democrazia politica: e regola elementare vuole che, almeno in quei quaranta giorni, almeno in campagna elettorale, tutti partano dalla stessa linea. Altrimenti molto semplicemente, la corsa è truccata”.15 gennaio 2006

BISCARDI – “Il primo processo a cui Berlusconi si è presentato spontaneamente è quello di Biscardi, poi si è fatto prendere la mano e non si è più fermato”.

DO NASCIMIENTO – “Il Premier mi ricorda sempre di più l’indimenticabile Mago do Nascimento eroe di tante telepromozioni televisive. Lui sta, francamente, scendendo di livello: da venditore ambulante di tappeti mi pare divenuto un venditore ambulante di cravatte. E ormai, giorno dopo giorno, dà l’impressione di non ricordare più né le promesse né le bugie dette il giorno prima. Io, da militante radicale, sono in ogni caso fiero del dna liberale di Radio Radicale, dove parlano soprattutto gli avversari. Insomma, il contrario di quel che accade a Mediaset, per fare un esempio…” 11 febbraio 2006

MATTO – “Con la sobrietà e l’understatement che ormai abbiamo imparato a riconoscergli, Silvio Berlusconi si è ieri paragonato a Napoleone, e oggi a Winston Churchill (quest’ultimo paragone è stato poi rigorosamente fatto parlando di sé in terza persona, come era solito fare Giulio Cesare, e, in tempi più recenti, Diego Maradona…). Ormai, il premier mi ricorda la nota barzelletta dei due matti in manicomio, uno dei quali dice: “Io sono Mosè, sono sceso dal Monte Sinai, e Iddio mi ha dato le tavole della legge”. E l’altro matto, offesissimo, replica: “Ma guarda che io non ti ho dato niente!” Ecco il Premier potrebbe tranquillamente essere scritturato per il ruolo del secondo matto; resta da capire se la parte del primo (del novello Mosè) verrà affidata a Bondi, a Emilio Fede, o a chi altri…” 24 febbraio 2006

TOTO’ E PEPPINO – “Sto ascoltando l’esordio del discorso di Silvio Berlusconi al congresso Usa, pronunciato in lingua inglese, o almeno questa doveva essere l’intenzione… Torna alla mente, ascoltandolo in questa che appare per lui un’improba fatica, l’immortale scena di Totò e Peppino a Milano col colbacco, che si rivolgono al vigile dicendo: Noio voleva’n savuar…” 4 marzo 2006

IL PREMIER CANNATO – “Dopo l’ultima sortita di Berlusconi, che pensa bene di trattare da ‘coglioni’ la maggioranza degli italiani, mi sorge il dubbio che si sia fatto una canna. Ma forse una canna normale non avrebbe prodotto effetti simili: e allora che gli ha dato il pusher per fargli dire una cosa del genere? Comunque, stia attento: dopo la nuova legge del suo governo e dopo le tabelle rese note oggi, rischia grosso…” 5 aprile 2006


p.ferrante@statoquotidiano.it

21 commenti su "E’ autunno. Capezzone coglie castagne"

  1. CAPEZZONE è PROPRIO UNA NULLITà, PARLA PARLA, MI “SA CHE NON SA” QUELCHE DICE, INFONDO “GLIELO DICE, CHI SAPPIAMO, CHE GLIELO DICE”…… BELLO L’ARTICOLO RISPECCHIANTE LA NUDA E CRUDA REALTA DEL PANORAMA POLITICO NAZIONALE E DIREI ANCHE REGIONALE, PROVINCIALE…. E COMUNALE….
    CIAO A TUTTI…

  2. Articolo duro sì,oltre il confine del dileggio personale. Posso anche pensarla così sul personaggio Capezzone (la penso così)ma l’affondo sul personale no, non l’avrei fatto. Non sono una giornalista e non conosco la vostra deontologia professionale. Secondo la mia sarei palesemente off limits.
    Che poi..astio chiama astio, livore chiama livore, in una spirale senza fine di contrapposizioni violente (tanto più se agite sul piano personale) di cui davvero non si avverte il bisogno. Dato che il clima politico e sociale è già sufficientemente incandescente e l’acrimonia reciproca tout court non serve a nessuno, io credo.
    Va bene il confronto anche serrato, anche ironico (fantastica forma d’intelligenza l’ironia sagace ma non volgare) delle idee e delle posizioni, ma serve rispettare i limiti della decenza e della dignità personale. Serve a tutti.
    Faccio sempre lo stesso esempio: non condivido una virgola di quello che dice e, peggio ancora, del modo come lo dice! il mio presidente del consiglio e lo criticherei sino allo sfinimento. Ma proprio per questo m’impongo il rispetto nelle parole pubbliche, a voler marcare una differenza tra il modo in cui Lui intende la comunicazione di massa e il modo in cui la intendo io. Altrimenti, che differenza fa?? Pari siamo. Pari sembriamo e pari rimaniamo.

  3. Cara Vittoria ti suggrisco di leggere un articolo apparso sul Venerdi ed avente come riferimento proprio capezzone. poi riscrivi pure

  4. Definire articolo queste scempiaggini e’ ridicolo. Ben oltre i limiti della querela x ingiuria, e cmq niente giustifica la violenza. In un paese libero e democratico nessuno va preso a pugni x quelli che dice e che fa. Attacco da brigatista

  5. Credo che il paese “libero e democratico” sia quello in cui la gente non è libera di fare quello che vuole, ma quello che la morale collettiva impone. tanto più nella misura in cui quel che si fa e si dice viene direttamente finanziato dalle persone con le tasse. D’altronde siamo allo sbaraglio. Che “paese civile e democratico” abbiamo se Capezzone sbanda qui e lì, difeso da marcantoni dell’opinione ma piccoli piccoli e sconosciuti e un operaio muore e viene assunto sei ore dopo la morte?
    Me lo spieghi lei, caro Salvadf. Spieghi che cosa la porta a difendere un essere insulso, un abominio alla “libertà ed alla democrazia”, un servo del potere allo stato brado, piuttosto. Spieghi, piuttosto che inveire, ne ha lo spazio qui. Scriva per lei i meriti di un uomo che è un nulla e resta un nulla. Un uomo che le comanda. anzi, che parla a nome di che la comanda. Di chi fa leggi per lui e salva le mignotte dalla galera con un abuso di potere senza precedenti storici.
    Con chi è lei, al di fuori della cabina elettorale, signor SDF? E’ con i precari, con i morti dileggiati, con i ribelli dell’opione oppure con i cani al guinzaglio? con i chiuaua di Palazzo Chigi?

    La democrazia le ha dato questo spazio enorme. La usi. Spieghi! Dica, difenda, parli…

  6. Lei inneggia alla violenza. Basta questo a far si che il suo articolo sia da brigatista. Io non devo spiegare niente a nessuno, ma non invito chichessia a riempirla di botte perché scrive, a mio parere, scempiaggini. Ma da quelli che holetto anche nel suo blog, il concetto di democrazia che ha e’ molto particolare. Anche a me sta sulle scatole tanta gente nel mondo politico, ma non invito nessuno a prenderli a pugni. Ora mi dica da che parte sta lei? Da quella del povero Biaggi o da quella della Lioce? Se la violenza e’ la sua soluzione per risolvere i problemi, evidentemente della lioce. Quanto poi al resto, si renda conto che anche se si ritiene una persona assolutamente indegna, non per questi si e’ liberi di scriverlo senza rischiare di incorrere in sanzioni penali. Nel saco del giornalista, e’ molto sottile la distinzione tra ciò che e’ lecito e’ ciò che e’ diffamazione a mezzo stampa. Posso pensare di chiunque che sua un cretino, e come me possono pensarla in milioni, ma non posso scriverlo su un giornale, per quanto locale. Questo e’ quanto, la politica non c’entra nulla, voto chi mi pare e non ho mai mangiato grazie alla politica: non per questo mi permetto di offendere chichessia.

  7. Ps… Scusate qlc imperfezione, il touch dell’iPhone non e’ il max x scrivere qlc di diverso dagli SMS 🙂

  8. La sconvolgerò. Non sono dalla parte della Lioce MA NEMMENO DA QUELLA DI BIAGGI. Se questo le fa credere di me che sia un brigatista, la invito, adesso stesso, a denunciarmi per attività sovversiva. Lo faccia senza problemi, CRedo sia un suo dovere civico, di cittadino.
    Ma credo che non ci siano i presupposti.
    In più, le dico, non mi dispiace del cazzoto a capezzone e non mi dispiace nemmeno che abbiano suonato una statua in faccio a Berlusconi. Sinceramente, mi interessa poco o nulla. SE considero quello che loro fanno quotidianamente, la violenza sottile che viene utilizzata sulle menti, obbligando la gente a pensarla in maniera unica, allora mi sembra di vedere un sistema violento ed invasivo all’opposto rispetto a quello da lei individuato.
    Ma forse il culo di una velina fa meno scalpore di un cazzotto in faccia. A anche piacere. Peccato che lo fa a lei e non a me… (per piacere non mi dica che la democrazia passa dal fatto che io possa cambiare canale altrimenti riterrei indegno anche rispondere, dato che è un argomento sciocco e stantio)

  9. Dopo dei doverosi tagli, l’articolo è stato ritenuto editorialmente pubblicabile, nel pieno rispetto del diritto di critica e cronaca, come imposto dalla legge professionale. Le ricordo che stiamo parlando di un personaggio pubblico. Grazie in ogni modo per le sue precisazioni; ai lettori a questo punto una condivisione o meno delle sue tesi. L’importante è cercare di esprimere le proprie opinioni tralasciando partigianerie o ideologie politiche. Ma questo è un altro discorso, grazie, GdF, Red.

  10. P.s (ce lo metto pure io) – L’idea di democrazia che ho io è certamente migliore della sua, mi creda… So di non essere modesto. Ma se la democrazia è quella che ha permesso ad un massone (….) di essere lì a decidere della mia e, le ricordo, della sua vita, allora meglio cambiare sistema politico. O un’eccezione del sistema.
    Pensi a cosa succederebbe a lei se fosse (….massone ..). confronti. e veda se siamo in vera democrazia

  11. Redazione, i commenti che l’autore posta in risposta si commentano, scusate il bisticcio di parole, da soli. Cerca lo scontro con chiunque: e’ forse cambiata la linea equilibrata che ha contraddistinto la vostra testata anche in campagna elettorale. E leggo anche di doverosi tagli: senza quelli si inneggiava alla banda armata? Denunciare il sovversivo? Non so se ridere o preoccuparmi, ma una cosa e’ certa: ha le idee confuse

  12. Caro Salvadf,legga i miei pezzi di politica prima di parlare di equilibrio. La invito a farlo. e la invito a sfogliare i tanti pezzi apparsi sull’attacco.
    Sappia che il giornalismo è una missione sociale prima che altro.
    Sul mio equilibrio, nessuno ha dubbi. E mai nessuno, sebbene scriva di politica da oltre un anno, ha mai avanzato polemiche in tal senso. Lo fa lei, senza opporre ragioni diverse da un semplice attacco politico contro me e la redazione…

    se poi, per lei, chiunque attacchi il potente è un pericoloso brigatista, allora il problema è lei.

  13. Chiedo gentilmente un’interruzione del confronto nei commenti, per evitare altri “tagli doverosi”. Magari potete spiegare le Vs tesi attraverso delle e-mail personali. Ringrazio Piero – che invito alla moderazione – e il lettore SalvadF, Red.

  14. per quel che mi riguarda, il discorso si chiude qui. Non sono propenso a sindacare le mie idee a chi si attacca a vecchie accuse senza entrare nel merito.
    Grazie Giuseppe
    e grazie anche al lettore che, ha dato prova, se non altro, di avere un pizzico di pensiero critico. E’ anche questo giornalismo

  15. Sono entrato nel merito di una sola cosa: la giustificazione dell’uso della violenza. Non giustificherei nessuno se scrivesse che lei merita un pugno in faccia. Tutto qui

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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