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“Riccardi blocchi l’inceneritore Marcegaglia”

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
27 Dicembre 2010
Editoriali //

inceneritore-montale1
(Archivio, l'inceneritore di Montale - fonte: notizieprt)
Manfredonia – QUESTA mattina il Comitato Spontaneo contro l’inceneritore di Capitanata Cerignola ha protocollato al Comune di Manfredonia una lettera indirizzata al Sindaco Angelo Riccardi nella quale si chiede di riesaminare l’autorizzazione sanitaria al “termo valorizzatore” attualmente in costruzione in contrada Paglia. Il parere favorevole alla costruzione dell’impianto di proprietà di E.T.A. Spa, società che fa capo all’attuale presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, fu rilasciato dal precedente Sindaco Paolo Campo, ora consigliere della provincia di Foggia e, tra le altre cose, ora impegnato contro il progetto del cementificio che dovrebbe sorgere a soli 6 km da Apricena (Fg), alimentato anche attraverso la combustione di rifiuti. “Compiendo questo doveroso gesto – spiega il Comitato -, Angelo Riccardi, potrebbe negare la messa in esercizio dell’impianto.”

“Il nuovo Sindaco di Manfredonia – si legge nel documento – non può farsi carico di decisioni così importanti, che riguardano la salute pubblica, prese dal suo predecessore, senza che Egli stesso ne verifichi la reale assenza di pericoli nella messa in esercizio di questo impianto insalubre classe 1. Anche in considerazione del fatto che le Direttive Europee 96/61/CE, 96/62/CE, 2008/50/CE hanno, tra i loro obiettivi principali, il miglioramento della qualità dell’aria laddove questa risulti inquinata.”Come si evince dal Piano Regionale Qualità dell’Aria (consultabile a pag. 125 del file arpapuglia.box.net/shared/bmu23logal), Cerignola, insieme a Manfredonia e Foggia, sono inserite in Fascia C, ossia tra i Comuni ”con livelli di qualità dell’aria peggiori che, obbligatoriamente, devono presentare domanda di finanziamento per il risanamento” con assoluta priorità.

Con nota acquisita al prot. n. 13193 del 20.08.2007 l’Associazione Culturale Giovani per l’Ambiente di Cerignola e la Confederazione Italiana Agricoltori di Foggia comunicava che: “…da diverso tempo si sta prospettando un progetto integrato che riguarda la produzione di CDR derivante dal trattamento della frazione secca dei rifiuti solidi urbani dell’intera provincia di Foggia proposto dalla società consortile CO.GE.AM … e una centrale per la produzione di energia da fonti rinnovabili; …recentemente la società E.T.A. ha presentato un nuovo progetto per una centrale avente una potenza termica di circa 61MWt alimentabile al 100% con 135.000 tonnellate di CDR eventualmente prodotto nell’impianto posto a fianco della proposta centrale elettrica; tale nuova proposta differisce sostanzialmente da quella iniziale di cui si è discusso in Prefettura dato che il progetto prevedeva la nuova centrale con una potenza termica di 48,8 MWt ed era alimentata con almeno il 20% di biomasse”

“Sarebbe auspicabile che il Comune di Cerignola, da sempre contrario alla nascita di questo impianto, – spiega il Referente del Comitato Matteo Loguercio – inviasse a sua volta un invito al suddetto Sindaco, affinché si adoperi per dare seguito alla nostra richiesta. Questo è uno degli argomenti che ci spingono ad organizzare una manifestazione a Manfredonia, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.”

Per tale ragione, prima che il suddetto impianto entri in funzione, “avvalendosi anche di consulenze di esperti di Enti Pubblici (ad esempio: dr Federico Valerio direttore del dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova; prof. Gianni Tamino Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova) – continua la domanda di riesame – chiediamo al Sindaco, in quanto primo responsabile della salute della sua comunità, di operare nuovi e precisi controlli sul termo valorizzatore, e nel caso, negare la suddetta autorizzazione sanitaria, in osservanza del comma 11 art. 5 Dlegs 18 febbraio 2005 n° 59.”

a.delvecchio@statoquotidiano.it

3 commenti su "“Riccardi blocchi l’inceneritore Marcegaglia”"

  1. Il Sign. Campo non spiega ai cittadini della capitanata perchè ha dato parere favorevole per l’inceneritore, non capisco perchè questa patata bollente deve sbrigarsela solo il sindaco di Manfredonia e di Cerignola. Campo ha deciso ,e questo grazie ai cittadini di Manfredonia che hanno votato Campo, che a Manfredonia l’aria non sarà più pulita. Dopo il mare inquinato, i terreni inquinati anche l’aria inquinata.SE i cittadini avessero un po’ di palle come lo hanno dimostrato nella rivoluzione per la chiusura dell’Enichem andrebbero a casa dell’ex sindaco e magari si farebbero sentire.
    Il sign. Campo dovrebbe RISPONDERE AI CITTADINI DI QUESTA SUA SCELLERATA DECISIONE . VERGOGNA! QUESTI AMMINISTRATORI RUBANO SFASCIANO E SI LAVANO LE MANI VERGOGNA!
    E I CITTADINI LO FANNO SINDACO PER 2 VOLTE. SONO INCAZZATISSIMO!

  2. L’inceneritore in costruzione a Manfredonia e la raccolta differenziata nella provincia di Foggia pubblicata da Coordinamento No Rifiuti del Basso Tavoliere il giorno venerdì 7 gennaio 2011 alle ore 13.37

    L’impianto di incenerimento fa capo alla società E.T.A. Spa, con sede legale in Crotone (KR), via Firenze n. 52 – 88900, partecipata al 100% dal Gruppo Marcegaglia. L’investimento ammonta a 60,5 milioni di euro, di cui circa 15 mln (in seguito ridotti a 10) provenienti dai fondi europei per le aree depresse del Contratto d’Area di Manfredonia-Mattinata-Monte Sant’Angelo (ex zona Enichem). Essendo l’impianto in regime di convenzione CIP6/92, E.T.A. è titolare del diritto di vendere energia elettrica al GSE a prezzo di molto maggiorato rispetto alle tariffe convenzionali (sui CIP6 è in corso, tuttavia, una controversia comunitaria tra Italia e Europa).

    L’impianto di incenerimento è collegato da una strada interna privata ad un impianto per la produzione di CDR, già inaugurato e non operativo, di proprietà del consorzio CO.GE.AM. (composta da Cisa Spa, Ecomaster Atzwanger e Marcegaglia Spa.), che ha usufruito anch’esso di circa 5 mln di finanziamento del Contratto d’Area. CO.GE.AM. è risultata aggiudicataria della gara d’appalto con D.C. n. 273 del 26.11.2004 durante l’emergenza rifiuti.

    Insieme a tale impianto per la produzione delle famigerate ”ecoballe”, l’inceneritore costituisce una piattaforma per il “ciclo integrato” dei rifiuti, ossia quel modello di gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) basato sul recupero dell’energia termica a seguito della combustione della frazione residuale della raccolta urbana e sulla riduzione dei conferimenti in discarica. Tale sistema non “chiude” il ciclo dei rifiuti, in quanto necessita di discariche speciale per le ceneri e i fanghi residui della combustione e dell’attività di gestione degli inceneritori. Infatti, il processo di ristrutturazione del settore dei rifiuti urbani promosso dal Decreto Ronchi (D. Lgs. 22/197 e s.m.i.) privilegia la strategia delle cosiddette “4R” (riduzione, reimpiego, riciclaggio, recupero); essendo uno degli scopi principali di questa legge la tutela della salubrità dell’ambiente, tale contesto di legge mira soprattutto a disincentivare con tutte le possibili operazioni – compreso la separazione bio-meccanica (trattamento “a freddo”) dei rifiuti – la pratica dello smaltimento attraverso discariche ed inceneritori, in quanto rappresenta il grado più basso di una gerarchia dettata dalle direttive europee. Considerato, dunque, che la media di raccolta differenziata nella provincia di Foggia è di poco superiore al 10% (15% per la Puglia, 11% per Manfredonia; dati: http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/) la realizzazione di un tale impianto con finanziamento pubblico appare come un’ingiusta inversione di una gerarchia, che si pretende virtuosa a monte attraverso la produzione di sempre meno rifiuti e la progressiva eliminazione dei siti di smaltimento.

    Per quanto riguarda la provenienza della materia prima che andrà a costituire il combustibile CDR necessario, l’elaborato progettuale “Analisi sintetica dei costi e benefici” prodotto da E.T.A. Precisa che l’intero fabbisogno per il ciclo di produzione, pari a circa 135.000 t/anno, sarà fornito per la gran parte (circa 125.000 t/anno) dalla società Progetto Ambiente Foggia Provincia, composta per il 99% da CO.GE.AM., mentre le restanti 10 t/anno verranno fornite da CISA Spa, società detentrice nel Comune di Massafra (TA) di due impianti per la produzione di CDR. Tuttavia, nella III Conferenza dei Servizi del 15-02-2010 si parla soltanto di un impegno formale da parte della ditta ad utilizzare RSU dalla provincia di Foggia e dalla Puglia (con eventuale utilizzo di CDR di diversa provenienza dovrà essere segnalato e motivato con trenta giorni di preavviso, salvo eventi non preventivamente ipotizzabili). Secondo il Rapporto Rifiuti Urbani 2009 dell’ISPRA (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il totale della produzione della provincia di Foggia ammonta a 336.000 t/anno. Considerando che la produzione di rifiuti pro capite della provincia di Foggia risulta contenuta, la buona dotazione di impianti di compostaggio della Capitanata, che la frazione “umida” può rappresentare fino ad 1/3 dell’ammontare complessivo dei RU ed, infine, gli obbiettivi di riduzione a monte della produzione di rifiuti e quello del 65% di raccolta differenziata entro il 2012 del Decreto Ronchi, il dato di 125.00 t/anno per la sola provincia di Foggia appare frutto di una stima sbagliata (diversamente, potrebbe compromettere del tutto ogni sforzo già in atto o in nascere di organizzare una filiera corta del recycling).

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