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Kveikur – S. Rós, 2013

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
28 Giugno 2013
Musica //

Jón Birgisson (fonte: www.sigur-ros.co.uk)
Titolo: Kveikur
Artista: Sigur Rós
Etichetta: EMI
Genere: Alternative
Uscita: 17 giugno 2013

L’ISLANDA fredda e lontana è, da oggi, forse un po’ meno fredda e un po’ meno lontanta. Almeno per quanto riguarda i Sigur Rós, prodigioso parto (appunto) della Terra del Ghiaccio.

Kveikur (‘stoppino’, in islandese), settimo album della loro discografia, mostra il lato più ‘abbordabile’ della band. Le atmosfere rarefatte ai limiti dell’impalpabile di altre loro release, anche recenti, lasciano spazio qui a una melodia dai sapori quasi pop, accompagnata da un uso delle percussioni che riesce a portare calore alle composizioni. Il risultato finale è un disco di rara eleganza e leggiadra pesantezza, forse non adatto a tutte le orecchie ma di sicuro degno di entrare nella memoria degli amanti della musica sperimentale.

Qualche concessione in più al rumorismo, qualcuna di meno all’ambient, un occhio all’industrial meno arrabbiato: il risultato è un album che mostra un aspetto dei Sigur Rós ancora poco esplorato. E che può costituire un ottimo punto di partenza per chi decidesse di approcciarsi a questa band islandese, arcinota negli ambienti ‘indipendenti’ ma meno conosciuta dal circuito mainstream.

Kveikur - cover
Difficile spiegare a parole la musica dei Sigur Rós. Per dare un’idea di quanto contenuto in questo Kveikur si può pensare a un’insolita tavolata attorno alla quale si sono riuniti, per bizzarra coincidenza, i Dead Can Dance, i Sonic Youth e i Coldplay. Ma non si prenda quest’immagine troppo alla lettera: il risultato finale dell’insolito menù (al quale ognuno dei tre sopracitati ha dato il suo contributo) è lontano anni luce da quanto prodotto da ognuna delle band in questione. I Sigur Rós sono tutto questo e altro ancora, mescolato al vento gelido dell’Islanda e riletto alla luce della loro più celebre conterranea Björk. Del resto, nella storia del combo nordeuropeo c’è prorio lo zampino della massima autorità in fatto di musica: Björk fu tra le prime persone a credere in loro e a guidarli nel mondo del professionismo.



Se tutto questo non è bastato a mettere almeno un po’ di curiosità, allora si può aggiungere che:

– il frontman Jón Birgisson (meglio noto come Jónsi), pur essendo un uomo, canta per lo più su tonalità prettamente femminili
– buona parte dei pezzi sono cantanti in una lingua inesistente, inventata dagli stessi Sigur Rós e chiamata da loro vonlenska (che tradotto significa più o meno ‘lingua della speranza’). Il vonlenska non ha vocaboli né grammatica ed è stata costruito sostanzialmente con lo stesso principio dello ‘scat’ jazzistico: usare la voce come uno strumento musicale
– la band ha pubblicato in passato un album praticamente senza titolo: l’unica indicazione sulla copertina erano due parentesi tonde: ‘()’. Non solo: gli otto brani che componevano il platter erano anch’essi completamente senza titolo. L’idea del ‘white album’ dei Beatles, ma portata all’eccesso
– non è inusuale che il pubblico assista ai concerti dei Sigur Rós sdraiato per terra
Jónsi, cantante e chitarrita, è solito suonare il proprio strumento con un archetto da violino

Sia detto per avvertimento: Kveikur è un disco che coglie nel segno. Ma non si pensi di portarlo come cadeau di compleanno. O, perlomeno, è indispensabile assicurarsi prima che il ricevente sia disposto ad avventurarsi nella ostica dimensione dei Sigur Rós. Se però qualcuno vuole lanciarsi in un nuovo viaggio, Kveikur potrebbe essere la porta d’accesso.

I Sigur Rós, insomma, sono una band che può cambiare la vita. Oppure no.

Ma non dare loro un’occasione sarebbe da sciocchi. A patto di maneggiare il tutto con molta, moltissima cura.

Track by Track

* ………….. trascurabile
** …………. da ascoltare almeno una volta
*** ………… da inserire in shuffle sull’mp3
**** ……….. da ricordare
***** ………. capolavoro

1. Brennisteinn ***
Intro rumoristica, batteria quasi industrial, andamento sostenuto e chitarre più presenti rispetto al passato. L’opener è un’ottimo motivo per convincere l’ascoltatore a proseguire il viaggio chiamato Kveikur.

2. Hrafntinna **
La composizione si fa più sospesa e l’atmosfera più rarefatta. Hrafntinna è un ponte con il passato. Brano azzeccato, ma il seguito riserverà di meglio.

3. Ísjaki ****
Uno degli episodi migliori dell’album. Dopo una partenza in sordina, il brano si apre a soluzioni armoniche alla Kate Bush che regalano istanti di vera magia. Da non farsi scappare.

4. Yfirborð **
Torna l’ambient con pochi compromessi. Ma la track numero 2 aveva riservato più emozioni. Gli amanti dei Sigur Rós meno mainstream trovano qui pane per i loro denti.

5. Stormur ***
Affascinante pop, melodioso e trasognato, con toni dolci che non nauseano mai. Da ascoltare ad occhi chiusi.

6. Kveikur ****
Un filo di rabbia pervade la traccia che dà il titolo all’album. Le percussioni si fanno più ingombranti, mentre i 6 minuti scarsi del brano percorrono un ventaglio di sensazioni che raramente trovano spazio in una sola canzone. Abissale, ma con un sottofondo di speranza, la title track ha tutto il potenziale di un pezzo da ricordare.

7. Rafstraumur ***
Se in tutto Kveikur c’è un brano pop-rock, questo è Rafstraumur. Da sottolineare il drumworking, più convincente che mai. Forse, il pezzo che i Coldplay non avranno mai il coraggio di inserire in un album. Poco male: ci hanno pensato i tre islandesi.

8. Bláþráður **
Ancora chitarra e batteria in primo piano, con venature industrial. Vagamente ossessiva come il genere richiede. Nel calderone forse scompare un po’, ma resta un brano degno di nota.

9. Var *
Brano strumentale che riporta ai lavori più criptici degli islandesi. Chiusura d’atmosfera doverosa.

Line up

Jón Þór Birgisson – vocals, guitar
Georg Hólm – bass
Orri Páll Dýrason – drums


Valutazione: 8/10


[Live in Italy]

Tarvisio (Udine) – martedì 23 luglio 2013
Inizio ore 21.00
Piazza Unità

Ferrara – venerdì 26 luglio 2013
Inizio ore 21.00
Piazza Castello

Lucca – sabato 27 luglio 2013
Inizio ore 21.30
Piazza Napoleone

Roma – domenica 28 luglio 2013
Inizio ore 21.45
Ippodromo delle Capannelle
Via Appia Nuova 1245

Info e ticket: www.ticketone.it


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