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Eolico in Puglia: i progetti bloccati

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
28 Settembre 2010
Editoriali //

Installazione torre eolica off shore. (Fonte image: forumambientesalute.it)
Bari – Sono complessivamente 11 i progetti di impianti eolici in Italia, tra cui 2 in Puglia, dei quali si è deciso il congelamento in attesa della sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) e, in alcuni casi, del Consiglio di Stato. Motivo? Infrazioni di leggi comunitarie e nazionali, normative sul paesaggio, sulla tutela degli uccelli protetti, mancanza di valutazioni sull’impatto ambientale, crollo del valore degli immobili e pericolo di frane. Questo e altro è contenuto nella denuncia presentata dalle organizzazioni Italia Nostra e Comitato Nazionale del Paesaggio (Cnp) che hanno raccolto le storie di questi undici casi italiani e li hanno presentati alla Commissione Ambiente della Camera, che sta realizzando audizioni per rivedere l’intero sistema, definito dalle associazioni ”poco remunerativo se non per i forti incentivi che riceve dallo Stato”.

RISCHIO DI CEDIMENTI E CROLLI – In Puglia, nell’ambito del progetto del parco eolico di Nardò, in provincia di Lecce, è prevista la costruzione di 31 torri eoliche da parte della Italgest Wind (acquisita da Enel Green Power) a 250 metri di distanza da case abitate e a meno di 600 metri da strade provinciali e statali. In questo caso, secondo Italia Nostra e CNP, la perdita del valore immobiliare sarebbe repentina, senza contare le condizioni di vita a cui sarebbero sottoposti gli abitanti, per il rumore delle pale. Sempre a Nardo’, una relazione geologica ipotizza che i carichi trasmessi dalle fondamenta dell’impianto eolico al terreno sottostante possano diffondersi, innescando cedimenti e crolli. L’ultima parola sul progetto dovrà arrivare dal Tar della Puglia a cui sono ricorsi il Cnp e il Comune.

INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA MURGIA – Piu’ a Sud, gli aerogeneratori della CRE Project minacciano il paesaggio delle Piccole Dolomiti della Basilicata e il Parco nazionale dell’Alta Murgia. In quest’ultimo caso, la procura di Bari sta facendo accertamenti sui documenti del progetto e su eventuali infiltrazioni criminali nelle società proponenti. In Molise, invece, ad essere minacciato e’ il patrimonio archeologico. Sedici torri da 126 metri della Essebiesse Power dovrebbero essere costruite in prossimità del sito archeologico di Altilia Sepinum, citta’ fondata dai romani sul tratturo della transumanza. Un pronunciamento del Consiglio di Stato su tali casi è atteso per il prossimo 8 ottobre.

58 PALE EOLICHE A POCHI KM DAL GARGANO – Di recente la società Ecopowernet S.r.l., con sede legale in Varese, ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’assegnazione in concessione per la durata di 50 anni di uno specchio acqueo, per complessivi kmq 14, allo scopo di realizzare un parco eolico per la produzione di energia alternativa di tipo off-shore nel nord del Gargano. La progettualità prevede l’installazione di 58 aerogenertori, disposti ad una distanza dalla costa compresa tra le 2,5 e 4 miglia nautiche e ricadenti nelle acque antistanti i Comuni di Lesina, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano in provincia di Foggia. Già lo scorso 2 febbraio il Comitato per la tutela del mare del Gargano aveva espresso la sua netta contrarietà alla realizzazione del parco eolico off-shore allora presentato dalla stessa società, valutato, invece, in senso positivo dal Comune di Ischitella, che sarebbe sorto al largo di Foce Varano e a una distanza compresa tra 6 e 12 km dalla costa. Tale impianto si sarebbe dovuto realizzare nello specchio acqueo dei Comuni di Vico del Gargano, di Rodi Garganico e di Peschici con la costruzione di 46 aerogeneratori. “Riteniamo che i numerosi progetti off-shore già presentati -sosteneva il Comitato in una nota- non solo siano dannosi e inconciliabili con l’ambiente, il paesaggio, il turismo, la pesca, le attività umane dello svago e del tempo libero, ma non assicurano alle comunità il ritorno economico e sociale, in termini di servizi e lavoro, che una tale scelta dovrebbe garantire con chiarezza e trasparenza”. La richiesta del nuovo parco eolico da parte della società Ecopowernet S.r.l. si trova tutt’ora depositata alla Capitaneria di Porto del Compartimento Marittimo di Manfredonia, in attesa di valutazione da parte del Ministero, a disposizione del pubblico per la consultazione.

UN BUSINESS LEGATO AGLI INCENTIVI PUBBLICI – Il settore delle rinnovabili è giovane e, ciononostante, costituisce uno dei cavalli di battaglia della politica del governatore della Puglia Nichi Vendola che ha promozionato, anche in sede internazionale, il suo impressionate business in crescita. C’è da sottolineare, però, che il suo grado di sviluppo dipende, in larga misura, dagli incentivi pubblici, sia in Italia che nel resto dell’Unione Europea. L’Italia, dopo 10 anni dall’installazione delle prime pale, è al terzo posto in Europa con 5,3 GW di potenza installata a giugno 2010, poco sopra Francia (4,5 GW) e Regno Unito (4 GW) ma molto dietro Germania (25,8 GW) e Spagna (19,1 GW). Il Sud che da solo detiene il 98% della potenza installata. La stima è di Nomisma Energia che, con l’Osservatorio WindIt, ha appena analizzato il settore. (Fonte il Sole 24 Ore). In Puglia (72), in Campania (54) e in Sicilia (49) si concentrava a fine 2009 il 60% degli impianti eolici, anche se il tasso di crescita più interessante fra 2008 e 2009 è stato quello della Calabria con un +131,8%.

CONCLUSIONI – La Puglia continua ad attrarre investimenti ingenti nel settore delle rinnovabili e questo ha determinato una domanda di 8,5 milioni di Certificati Verdi da 1 MWh a fronte di un’emissione di 16,6 milioni di CV, la maggior parte dei quali relativi a impianti idroelettrici, impianti eolici e impianti a biomasse e rifiuti, anche se risuta difficile che l’Italia possa raggiungere l’obiettivo di 16 GW al 2020 indicato nel piano di azione nazionale inviato a Bruxelles. Nonostante questo, il rischio di alterare il territorio, uniti ai forti rischi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata (vedi studio Europol) dovrebbero indurre le istituzioni preposte a un maggior controllo del business connesso all’eolico e, in generale, a tutte le energie rinnovabili in Puglia.

3 commenti su "Eolico in Puglia: i progetti bloccati"

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