Pene ridotte e riqualificazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. Questo è quanto stabilito in Appello per l’omicidio di Donato Monopoli, il giovane di Cerignola deceduto nel maggio 2019 dopo sette mesi di agonia in seguito a una rissa in una discoteca alla periferia di Foggia.
Nel procedimento sono imputati due giovani foggiani, Francesco Stallone e Michele Verderosa, condannati in secondo grado rispettivamente a 10 e 7 anni di reclusione, con la riformulazione del reato in omicidio preterintenzionale. È stata quindi accolta parzialmente la richiesta della difesa (avvocati Paolo D’Ambrosio e Michele La Forgia per Stallone; Maria Morelli per Verderosa) che mirava all’assoluzione degli imputati, sostenendo l’assenza di nesso causale tra le loro azioni e la morte di Monopoli, oppure, in subordine, alla riqualificazione del reato.
“Attendiamo il deposito delle motivazioni, ma sin d’ora possiamo ritenere incompleto il lavoro di revisione della sentenza di primo grado,” ha commentato l’avvocato D’Ambrosio. “Non solo si trattava chiaramente di omicidio preterintenzionale e non volontario, ma per ragioni non futili, quindi andava esclusa anche l’aggravante dei futili motivi, con conseguente ulteriore riduzione della pena.” Nessun commento, invece, dagli avvocati di parte civile.
Rabbia e amarezza sono state espresse dal padre di Donato, Giuseppe Monopoli: “Questo è quanto vale la vita di mio figlio per la giustizia italiana. L’unica condanna certa è quella che abbiamo subito noi dal 6 ottobre 2018. Ora non ci resta che aspettare la Cassazione e sperare che venga restituita un po’ di dignità alla memoria di mio figlio. Siamo delusi e amareggiati, è come aver subito un’altra coltellata,” conclude.
In precedenza, il Tribunale di Foggia aveva condannato i due imputati a 15 anni e 6 mesi e a 11 anni e 4 mesi di reclusione. Nelle motivazioni della sentenza, la gup Bencivenga aveva affermato che Francesco Stallone e Michele Verderosa “non agirono per uccidere” Donato Monopoli. Tuttavia, “pur di perseguire il fine ultimo di ‘punire’ chi si era permesso di ‘invadere il loro territorio’, hanno accettato la possibilità che l’aggressione efferata, posta in essere da due professionisti che praticavano a livello agonistico pugilato e arti marziali, avrebbe potuto causare un evento fatale.”
Lo riporta FoggiaToday.