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Arresto Libergolis: silenzio davanti al Gip di Bari

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
29 Settembre 2010
Manfredonia //

Li Bergolis fuori la caserma dei Cc
Li Bergolis fuori la caserma dei Cc (fonte image: Lastampa.it)
Bari -SILENZIO dinnanzi al Gip di Bari stamane da parte del 32enne (33 l’11 novembre) esponente della mafia garganica Franco Libergolis. L’uomo è stato arrestato all’alba della scorsa domenica 26 settembre, in un’abitazione in via Vittorio Veneto a Monte Sant’Angelo, a seguito di un’operazione dei carabinieri del comando operativo di Foggia (diretti dal colonnello Rocco Italiano, dal capitano Cleto Bucci, dal tenente Roberto Petroli, dei Ros di Bari (diretti dal colonnello Domenico Ruscigno e dal maggiore Nicola Albanese), coadiuvati dai militari della Stazione dei carabinieri di Monte Sant’Angelo ( L’arresto, le alleanze, le dichiarazioni delle istituzioni

CONVALIDA ARRESTO PER POSSESSO ARMA – Davanti al Gip del tribunale di Bari, nell’udienza di convalida dell’arresto relativo al possesso di una pistola calibro 7.65 (rinvenuta – assieme a 5 cellulari, 600euro e documenti – nell’abitazione dove l’uomo si trovava con la moglie e la figlia), Franco Li Bergolis si è avvalso della facoltà di non rispondere. Forse commettendo una leggerezza, e forse come avrebbe già fatto in passato, l’uomo sarebbe ritornato a Monte Sant’Angelo per stare vicino alla sua famiglia, con l’intenzione di festeggiare l’anniversario di matrimonio. Libergolis era latitante (fra i primi 30 italiani – Elenco latitanti) dallo scorso 7 marzo 2009, quando la corte d’assise di Foggia lo condannò per omicidio, mafia, traffico e spaccio di droga, ergastolo ed armi, con conferma come detto del verdetto in appello a Bari lo scorso 15 luglio 2010. Il nome di Franco Libergolis compariva nell’elenco delle 99 persone per le quali era scattata l’ordinanza di custodia cautelare a seguito del maxi-blitz di Dda e carabinieri contro la mafia garganica dello scorso 23 giugno 2004.

L’uomo si rese latitante già in seguito al blitz del giugno 2004 (meno di tre mesi) per poi costituirsi il 2 settembre 2004 (fonte: Gazzetta di Capitanata) nel carcere di Melfi con il fratello Armando (detenuto, condannato per 27 anni per mafia, estorsione e droga ). La detenzione durò fino al 13 luglio 2008, quando l’uomo fu scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva dalla Corte d’Assise di Foggia (con altri 10 imputati essendo stato infatti superato il rinvio a giudizio da oltre 3 anni – dal giugno 2005 – senza l’emanazione della sentenza di primo grado).

Dopo la scarcerazione all’uomo fu imposto l’obbligo di dimora a Manfredonia (fonte: Gazzetta) e il divieto di uscire di casa dalle ore 21 e le 7 del mattino. In seguito la latitanza, dopo la sentenza della Corte d’Assise di Foggia del 7 marzo 2009. Attualmente latitanti invece: Giuseppe Pacilli, 38enne di Manfredonia Arresto 7 persone per favoreggiamento latitanza Pacillie Angelo Notarangelo, 33anni, con il recente ritrovamento dei carabinieri di Vieste di un presunto cunicolo dove l’uomo si sarebbe nascosto negli ultimi mesi ( Scoperto bunker ‘u cintaridde’).

LA CONVALIDA ODIERNA – Oltre la convalida dell’arresto relativo al possesso dell’arma, Libergolis – come risaputo – deve scontare una condanna all’ergastolo stabilita in primo grado dalla Corte d’Assise del Tribunale di Foggia e confermata in secondo grado dal Tribunale di Bari ( Conferme ergastoli della Corte d’Assise d’Appello di Bari).

Il legale dell’uomo ha annunciato il ricorso al tribunale del riesame, ritenendo infatti “insussistente l’aggravante della finalità mafiosa in riferimento alla detenzione della pistola”, dato che secondo la difesa (fonte: telenorba) “il giudizio su Libergolis non è ancora definitivo, dovendosi ancora dibattere il ricorso in cassazione”.

ARRESTO LIBERGOLIS, IL COMMENTO DI MARONI – “La cattura di Li Bergolis, superlatitante, non e’ avvenuta a caso”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando con i giornalisti al termine della messa celebrata nella cattedrale di Lecce, dove sono in corso le celebrazioni per la ricorrenza di San Michele Arcangelo, santo patrono della Polizia di Stato. “Siamo venuti in Puglia un mese e mezzo fa -ha aggiunto- e abbiamo costituito un gruppo specializzato per la sua cattura e ci siamo riusciti. Questo e’ il metodo. Laddove serve -ha proseguito Maroni- intensifichiamo le iniziative, mettendo le strutture investigative adeguate. Perche’ -ha sottolineato- la lotta al crimine non deve aver quartiere e quindi i risultati lo confermano. Sono molto soddisfatto di quello che si e’ fatto in questi due anni. Polizia e magistratura insieme stanno facendo grandi cose: continuamo su questa strada con grande determinazione”, ha concluso il ministro agli Interni.


Redazione Stato

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