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Il comune senso della punizione

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
31 Agosto 2017
Cultura // Editoriali //

Si torna a rigurgitare rabbia e sessismo; ma Saverio Siorini, il segretario cittadino di San Giovanni Rotondo (Foggia) di Noi con Salvini che, commentando lo stupro di Rimini, si chiede: “Ma alla Boldrini e alle donne del Pd, quando dovrà succedere?”, non è per niente originale. Augurare di essere stuprata a una donna che occupi un ruolo politico di rilievo, è cosa frequente. E trascende le appartenenze politiche, il livello culturale e, cosa ancora più intollerabile, la stessa appartenenza di genere… Come scordare il caso della consigliera di quartiere leghista di Padova (anch’essa, come ora Siorini, poi espulsa dal suo partito), Dolores Valandro, che riferendosi alla ministra Kyenge aveva scritto: “Mai nessuno che se la stupri?”.

L’invito, in forma diretta o indiretta, allo stupro come strumento ritorsivo nei confronti di Laura Boldrini – manifestazione estrema di una variegata gamma di insulti sessisti e rigurgiti rabbiosi cui la presidente della Camera è comunque sottoposta – è anch’essa un’attività in cui si producono un numero rilevante di maschi italiani. Basti pensare alla bambola gonfiabile di Salvini a forma Boldrini, ma anche al video sul sito di Grillo “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?” che ha sollecitato post che, in forme molto articolate e diversificate, inneggiavano allo stupro della presidente della Camera, poi rimossi.

Un bel condensato di sessismo, maschilismo, misoginia, odio e paura nei confronti delle donne che ricoprono un ruolo di potere.
Lo stupro è il simbolo massimo dell’umiliazione e, quindi, della sottomissione cui si vogliono ricondurre le donne. Come avviene per gli stupri di guerra, operati in massa e scientificamente per terrorizzare e annientare, attraverso il corpo delle donne, l’intera comunità di appartenenza. Oppure anche gli stupri, invocati, nei confronti di una donna molto nota, che diviene un simbolo (uno sfruttatissimo parafulmine) per tutto ciò che rappresenta in termini di potere costituito; ma perché lei? Perché con una donna viene più facile che con un uomo?

E’ violento far passare, in forma diretta o indiretta, che la nazionalità di chi delinque “gradua” la gravità del reato. Falso. Gli extracomunitari non delinquono più degli italiani in questa tipologia di reati contro la persona e il genere femminile in particolare. In sei casi su dieci gli autori delle violenze sessuali sono italiani; per il 60% circa, tra gli immigrati che compiono simili reati, sono immigrati irregolari. Gli italiani che perseguitano e delinquono contro le donne sono, per la gran parte, persone vicine e vicinissime alle vittime. I dati sono del Viminale. L’unica cosa seria contro la visione tunnel degli stereotipi e della strumentazione politica è augurarsi la certezza della pena di questi criminali, che non vanno distinti per passaporto.

E’ violento continuare a sentire, come ai tempi dei processi per stupro con la Lagostena Bassi, rombare nella testa della gente il pensiero che “vestire in un certo modo”, “essere in un certo modo” per le ragazze autorizzi l’automatismo collettivo del “se l’è cercata”. Negli anni settanta come oggi, poco sembra essere cambiato nell’incastro irricevibile della “colpa condivisa”. Sempre, e anche nei vincoli coniugali, dove non c’è consenso è violenza. Dovremmo ripetercelo tutti come un mantra.

E’ triste pensare che il reato di violenza sessuale, in questo paese e fino al 1996, sia stato considerato un reato contro la morale, e non la persona.

Qualunque ruolo ricoprano, da privato e anonimo sino a pubblico e ufficiale, le donne abusate e/o verso cui sia evocata la violenza, l’intento punitivo e umiliante (che sottende l’insostenibile terrore e l’intento, fallito, di sottomissione delle stesse) è sempre chiaro e autoevidente.

Chi, rivestendo un ruolo pubblico, continui ad incitare al linciaggio e all’umiliazione di genere se ne assume in pieno la responsabilità. Verso queste, come le successive generazioni; che assistono allo spettacolo. E’ violento sentire evocare un assurdo e pretestuoso “buonismo” verso gli stranieri rei (e pure tutti gli altri) invece che connettersi al radicato e millenario sessismo, con tutto ciò che ne consegue, nella nostra come in altre culture. Che i percorsi culturali e legislativi a occidente e a oriente abbiano intrapreso strade differenti.. non ci impedisce tutti, e a tutte le latitudini purtroppo! di continuare a fare cortocircuito sulla violenza e la punizione di genere.

Di fronte a questa violenza non basta trincerarsi dietro alle scuse dello scherzo o dell’uso d’immagini paradossali. Occorre un’analisi seria e approfondita, una presa di consapevolezza collettiva, necessaria ben più della punizione dei singoli colpevoli. Lo dobbiamo, molto seriamente, a tutte le vittime individuali come degli stupri di massa, così in voga in ogni angolo del mondo dove ci si eserciti in una qualche guerra territoriale.

Quando si dice che per combattere la violenza nei confronti delle donne nel nostro paese occorre agire con grande determinazione sulle sue radici culturali, non ci si sbaglia. “Dove non c’è consenso è violenza”, “Se sento di bisogno di umiliarti in modo così radicale e violento.. è perché non sono in grado di gestirti in altro modo”.

Che alcuni uomini esercitino questa barbarie per ignoranza, perché delinquenti nati, perché condizionati culturalmente dal ruolo del maschio predatore, fa meno differenza. E’ con una sorda quanto
mai risolta inadeguatezza di fondo, che essi devono, da sempre, fare i conti..

Gli uomini, bambini compresi, sono nostri alleati. A loro tendiamo la mano perché le corazze dei ruoli sono strette e fanno male a molti/e. Dalle donne auspichiamo che non prendano parte a linciaggi e battute di caccia punitive, anche solo simboliche o mediatiche, contro le loro simili. Un nonsense inquietante e sconcertante.

Il rispetto per le vittime. La ragazza di Rimini vuol tornare presto a casa, riprendersi la sua vita, le sue cose, il suo lavoro.. Segno che sta facendo un buon percorso. Vuole giustizia e i
colpevoli in carcere; le strumentalizzazioni politiche, in questo come nel suo paese, le lascia ad altri.

La vita è donna e rinasce dalla più barbara delle guerre. Chi è all’altezza di tenerle testa?

(A cura della dottoressa Vittoria GENT

15 commenti su "Il comune senso della punizione"

  1. Il bello deve ancora, venire ahinoi, siamo seduti su una polverierasociale che esploderà come una furia cieca. Grazie ai nostri governanti maschi e femmine che siano. Fate tutti i filososi sino a quando certi episodi brutali, orrendi non succedono ai propri cari. Purtroppo viviamo in una società molto ipocrita.

  2. La vita è donna, ma ci vuole anche l’uomo per creare la vita e non sempre rinasce dalla più barbara delle guerre. L’uomo ha bisogno della donna come la donna dell’uomo.e chi dice il contrario non sta bene neanche con se stesso
    Come al solito c’è sempre la benpensante che fa passare la rabbia, forse espressa male, per sessismo, maschilismo, misoginia, odio e paura nei confronti delle donne che ricoprono un ruolo di potere.

  3. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni.
    (Martin Luther King)

  4. La dottoressa nel Suo articolo non è meno sessista di tanti altri. In fin dei conti.Lettore e Mimì hanno espresso il concetto nonché il problema in modo più bilanciato, anche se più concisamente.

  5. Sono stufo delle donne benpensanti e comprensive nel pubblico e poi li senti discutere dopo un fattaccio come se fossero nella tana del lupo di Adolf Hitler. Per carità, non mi riferisco all’autrice dell’articolo che manco conosco !! Io parlo con le mie donne e con le donne che si incontrano nei negozi, nei luoghi pubblici e non quelle altezzose e che si reputano di rango perchè possieono un titolo di studio! Le donne italiane hanno paura, sono terrorizzate da tanta violenza altro che panerigi stucchevoli!

  6. D’ORA IN AVANTI NON VOTER0′ MODERATI ETC O AL LIMITE SALVINI, MA FORZA NUOVA! SONO TOTALMENTE INDIGNATO COME PADRE DI FAMIGLIA!

  7. Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.
    (Massimo Gramellini)

  8. Nel cestino della mia anima, nel sottobosco dell’humus dei tanti meandri della mia mente infelice si nasconde anche la fantasia di tanti uomin che mi donino tutta la loro attenzione, tutta la loro forza bruta, tutta la loro virilità.

  9. La vita è donna? Solo donna? Per fortuna cono tante donne che pensano che la vita non sia solo donna..povur a nuje..

  10. Mi scusi ma il suo articolo mi sembra provocatorio che cosa le hanno fatto di male gli uomini? Un articolo inutile e sessista..mah

  11. Ho letto centinaia di libri sulle figure tipi Stalin, Mussolini, Amin Bokassa, Hitler, Gheddafi, Fidel Castro, ho visionato decine di migliaia di filmati storici alla fine ho capito che l’Italia è il regno della violenza è delinquenza e con raccapriccio intuisco anche il tacito consenso del gentil sesso!

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In ogni paese c’è una orrenda casa moderna. L’ha progettata un geometra, figlio del sindaco. (Dino Risi)

Anonimo

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