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Intercettare “fuori-onda” e poi mandarli in onda non è reato

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
31 Ottobre 2013
Casi e Sentenze //

Giornali (ST - fonte image: ilsussidiario)
L’espressione giornalistica è sempre libera, purché non si violino i tre principi della contingenza, veridicità e interesse pubblico della notizia.

Intercettare dei “fuori-onda” e poi mandarli in onda non è reato. Infatti, non si può porre alcun limite alla libertà d’espressione dei giornalisti, salvo che essa violi i tre principi della stampa (veridicità della notizia, attualità della notizia, pubblico interesse della notizia). È pertanto legittima la diffusione di informazioni confidenziali intercettate a telecamere spente.

Ad esprimersi in questo modo è stata niente poco di meno che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) che, con una recente sentenza, ha deciso una annosa questione capitata ad Antonio Ricci, autore e regista di “Striscia la notizia”. ( in tal senso Cedu sent. dell’8.10.2013 su ricorso n. 30210/10)

Il programma satirico di Ricci, in onda su Canale 5, aveva trasmesso la registrazione di un’affermazione fatta, a telecamere spente, da una giornalista della Rai. Quest’ultima aveva dichiarato che gli ospiti della trasmissione “L’altra edicola” erano stati scelti nella speranza che scoppiasse tra loro un litigio, che pertanto tutto era stato costruito a tavolino solo per creare spettacolo e incrementare gli ascolti.

Per questo “furto” di immagini, Ricci era stato condannato in tutti i gradi di giudizio, finanche dalla Cassazione, per reato di “intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche”.

Se per i nostri giudici la diffusione di un filmato non autorizzato è sempre punibile, non è di questo avviso la Cedu (cui Antonio Ricci si era rivolto, con esito vittorioso, dopo tutte le condanne riportate in Italia).

La Corte dei diritti dell’Uomo ha infatti stabilito l’opposto principio secondo cui è lecita la diffusione di immagini intercettate purché finalizzata all’interesse fondamentale della società. Nel caso di specie, l’interesse consisteva nel portare a conoscenza dei cittadini il ruolo dei media televisivi, criticandone comportamenti non edificanti.

(A cura dell’avv. Eugenio Gargiulo@)

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