A seguito delle note vicende che hanno interessato alcune strutture teatrali della città (tra le quali anche il Piccolo Teatro di Foggia), la Compagnia Palcoscenico è costretta ad emigrare. Per assicurare la continuità nella storia di una tra le più longeve compagnie della città, la realtà di via Delli Carri è stata costretta spostarsi – a titolo oneroso – al Teatro del Fuoco. Solo così potrà tornare ad alzarsi il sipario sugli spettacoli di Marchetti, La Cecilia &Co. I soci dell’associazione Piccolo Teatro, quindi, non rimarranno a bocca asciutta: a partire dal prossimo 8 novembre, infatti, saranno otto gli spettacoli proposti in cartellone per 16 repliche complessive. Il dettaglio degli spettacoli – tra i quali 6 nuove produzioni – verrà illustrato in conferenza stampa il prossimo mercoledì, 6 novembre, alle 10,30, nella Sala Giunta di Palazzo Dogana. All’appuntamento saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Compagnia Palcoscenico, Dino La Cecilia (alla sua prima uscita ufficiale dopo aver raccolto il testimone dal “maestro” Enzo Marchetti) e il direttore organizzativo Fabio Conticelli che, oltre ad affiancare il presidente nell’organizzazione e gestione dell’associazione culturale, si occuperà di organizzare l’ingresso della compagnia nella circuitazione provinciale degli spettacoli. Ancora, interverranno all’incontro con la stampa il commissario straordinario della Provincia di Foggia, Fabio Costantini ed il dottor Micky de Finis, dirigente del settore Politiche Culturali dell’Ente. A fare chiarezza sull’attuale situazione del Piccolo Teatro, invece, sarà Enzo Marchetti.
“Abbiamo allestito questo cartellone in poco più di tre settimane. Il nuovo corso della Compagnia di via Delli Carri è orfana di un teatro, ma non deficita di energie, esperienza, professionalità e qualità delle proposte. Non a caso la direzione artistica della compagnia è affidata allo stesso Marchetti, imprescindibile punto di riferimento e sostegno in questa delicata fase di passaggio”, continua La Cecilia. La conferenza stampa del prossimo mercoledì, quindi, sarà anche l’occasione per presentare tutte le altre attività che la Compagnia Palcoscenico sta portando avanti: attività di produzione, attività laboratoriali e attività di front-office nella sede storica del Piccolo Teatro (“Tutte attività che non soggiacciono agli obblighi normativi di sicurezza”, precisa). A tal proposito verrà presentato anche il laboratorio teatrale “O guardi o giochi” organizzato in collaborazione con il Centro Universitario Teatrale di Foggia, rappresentato dal vice-presidente Stefano Corsi, e frutto di una recente collaborazione stretta tra le due realtà. Al termine dell’incontro è previsto un piccolo buffet.
Redazione Stato
Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Intercettare dei “fuori-onda” e poi mandarli in onda non è reato!
L’espressione giornalistica è sempre libera, purché non si violino i tre principi della contingenza, veridicità e interesse pubblico della notizia.
Intercettare dei “fuori-onda” e poi mandarli in onda non è reato. Infatti, non si può porre alcun limite alla libertà d’espressione dei giornalisti, salvo che essa violi i tre principi della stampa (veridicità della notizia, attualità della notizia, pubblico interesse della notizia). È pertanto legittima la diffusione di informazioni confidenziali intercettate a telecamere spente.
Ad esprimersi in questo modo è stata niente poco di meno che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) che, con una recente sentenza, ha deciso una annosa questione capitata ad Antonio Ricci, autore e regista di “Striscia la notizia”. ( in tal senso Cedu sent. dell’8.10.2013 su ricorso n. 30210/10)
Il programma satirico di Ricci, in onda su Canale 5, aveva trasmesso la registrazione di un’affermazione fatta, a telecamere spente, da una giornalista della Rai. Quest’ultima aveva dichiarato che gli ospiti della trasmissione “L’altra edicola” erano stati scelti nella speranza che scoppiasse tra loro un litigio, che pertanto tutto era stato costruito a tavolino solo per creare spettacolo e incrementare gli ascolti.
Per questo “furto” di immagini, Ricci era stato condannato in tutti i gradi di giudizio, finanche dalla Cassazione, per reato di “intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche”.
Se per i nostri giudici la diffusione di un filmato non autorizzato è sempre punibile, non è di questo avviso la Cedu (cui Antonio Ricci si era rivolto, con esito vittorioso, dopo tutte le condanne riportate in Italia).
La Corte dei diritti dell’Uomo ha infatti stabilito l’opposto principio secondo cui è lecita la diffusione di immagini intercettate purché finalizzata all’interesse fondamentale della società. Nel caso di specie, l’interesse consisteva nel portare a conoscenza dei cittadini il ruolo dei media televisivi, criticandone comportamenti non edificanti.
Foggia, 31 ottobre 2013 avv. Eugenio Gargiulo