Prorogate le Indagini sul Caso ‘Don Uva’ di Foggia
La Procura di Foggia ha disposto una terza proroga delle indagini preliminari riguardanti presunte violenze e maltrattamenti al ‘Don Uva’ di Foggia. La richiesta, firmata dal pm titolare del fascicolo, estende il periodo delle indagini di ulteriori sei mesi, fino a gennaio 2025. Questa decisione è stata presa per consentire ulteriori attività di ricerca degli elementi di prova necessari a confermare le ipotesi di reato finora formulate, considerando la complessità delle investigazioni a causa della molteplicità dei fatti collegati.
Reazioni della Difesa
La proroga non è stata accolta positivamente dalla difesa di una delle indagate. L’avvocato Michele Sodrio, rappresentante legale dell’educatrice 31enne coinvolta, ha criticato la mancanza di motivazioni sostanziali nella richiesta di proroga. “Nei giorni scorsi la mia cliente ha ricevuto una terza richiesta di proroga senza alcuna motivazione sostanziale, come già avevo fatto rilevare rispetto alla seconda richiesta, dato che la prima in realtà non ci è mai stata notificata,” ha spiegato Sodrio.
L’avvocato ha sottolineato come la sua cliente, stimata educatrice laureata, abbia visto la propria vita sconvolta da questa vicenda, perdendo anche il posto di lavoro a causa di una misura cautelare interdittiva. “Non è possibile che in un paese civile prima si sconvolgano le vite delle persone e poi si facciano anni di indagini. Questo dimostra che la Procura non aveva elementi sufficienti per sostenere una qualsivoglia accusa. Non chiediamo altro che di andare a processo, ma questo elementare diritto ci viene negato,” ha concluso Sodrio.
La Vicenda
L’operazione ‘New Life’, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Foggia e del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, coordinata dalla Procura di Foggia, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza contro 30 dipendenti della struttura ‘Don Uva’. Gli indagati, tra cui otto infermieri, sedici operatori socio-sanitari, due educatrici professionali, tre operatori sanitari assunti tramite agenzia interinale e un addetto alle pulizie, sono accusati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale.
Le misure cautelari applicate comprendono il trasferimento in carcere per sette persone, gli arresti domiciliari per otto, tredici divieti di dimora con contestuale divieto di avvicinamento alle persone offese, e due ulteriori divieti di dimora. Il colonnello Michele Miulli ha commentato: “I fatti contestati sono ancora più gravi perché compiuti da chi aveva l’obbligo di prendersi cura delle vittime”.
Lo riporta Foggiatoday.it
