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DON UVA Foggia, abusi sui pazienti ospiti del «Don Uva»: la difesa degli indagati vuole il processo

La richiesta di proroga, avanzata dal pubblico ministero, riguarda 31 indagati accusati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
25 Giugno 2024
Cronaca // Foggia //

FOGGIA – L’avvocato Michele Sodrio, difensore di uno dei 31 imputati nell’inchiesta “New Life” sui presunti maltrattamenti a 25 pazienti con grave ritardo mentale ricoverati al “Don Uva” di via Lucera, chiede una rapida conclusione delle indagini e l’avvio del processo. Sodrio ha dichiarato che la sua cliente, una giovane educatrice stimata e laureata, ha già subito abbastanza, avendo perso il lavoro e affrontato una misura cautelare interdittiva a seguito delle accuse. La terza richiesta di proroga delle indagini, presentata al gip dal pm Pietro Iannotta, è considerata dall’avvocato immotivata, e ha espresso l’intenzione di opporsi, come aveva fatto per la seconda proroga.

La richiesta di proroga, avanzata dal pubblico ministero, riguarda 31 indagati accusati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona e, in un caso, violenza sessuale. Il pm ha chiesto di estendere le indagini fino al 14 gennaio 2025, citando la necessità di ulteriori attività investigative e il ritardo nella conclusione degli accertamenti delegati alla polizia giudiziaria. Il termine di sei mesi per le indagini, già prorogato in precedenza, è scaduto il 14 giugno, ma non è stato possibile concludere le indagini preliminari.

L’inchiesta è iniziata il 24 gennaio 2023 con un blitz della Procura e dei carabinieri, che ha portato all’emissione di 30 ordinanze cautelari: 7 persone in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 15 con divieto di avvicinamento alle vittime e/o di dimora nella struttura. Le accuse comprendono 19 episodi di maltrattamenti (schiaffi, spintoni, insulti, minacce), 13 sequestri di persona e 2 violenze sessuali. Alcuni sospettati avrebbero anche tentato di disattivare le telecamere e le microspie nascoste dai carabinieri.

Nei mesi successivi, la Procura ha informato di garanzia 3 responsabili della struttura per concorso in maltrattamenti, accusandoli di non aver impedito gli abusi nonostante fossero a conoscenza delle difficili condizioni lavorative e della carenza di personale, che avrebbero esacerbato l’aggressività degli operatori sanitari.

Le prove principali delle presunte violenze derivano dai filmati registrati per due mesi dalle telecamere nascoste nel reparto, fino a quando non sono state scoperte e manomesse. Gli investigatori hanno raccolto 74mila intercettazioni audio/video da trascrivere e analizzare. A marzo 2023, il pm ha ottenuto una prima proroga di sei mesi delle indagini per 18 persone, che è scaduta a ottobre. Una seconda proroga è stata concessa fino a metà giugno, e ora è stata richiesta una terza proroga per 31 persone.

Lo riporta La Gazzetta del Mezzogiorno.it.

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