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GENERE Giunta Bonito, La Salandra duro: “Esempio di sinistra misogina”

"Ho interrogato il ministro dell'Interno sulla mancanza della quota di genere nella Giunta Bonito"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Luglio 2024
Cerignola // Politica //

«Ho interrogato il ministro dell’Interno sulla mancanza della quota di genere nella Giunta Bonito, perché sono preoccupato della legittimità degli atti in una città così importante. E a poco è servito sapere dall’oste che il vino è buono». L’on. Giandonato La Salandra annuncia così un’iniziativa parlamentare sul centro ofantino, dopo che il sindaco Francesco Bonito aveva rassicurato tutti con spiegazioni tecniche sull’applicazione della 56/2014. Il deputato meloniano rincara la dose: «Fdi è stato il primo partito con una leader donna, che oggi guida brillantemente un Governo. Bonito è l’esempio di una sinistra misogina, che predica il rispetto delle donne ma le marginalizza, invoca le pari opportunità ma non le applica. A Cerignola si preferiscono gli equilibri di una maggioranza evidentemente in crisi, al rispetto della legge ed al giusto valore delle donne in un’amministrazione: ecco perché non si riesce a nominare un nuovo assessore»

Fratelli d’Italia continua a tutti i livelli la crociata sul rispetto delle quote di genere. Il capogruppo consiliare Nicola Netti aveva da subito sollevato la questione anche in Consiglio, rivolgendosi invano pure al prefetto. Dalla Regione invece era arrivata una reprimenda per la violazione in atto, su sollecitazione dei coordinatori di Fratelli d’Italia (Gianvito Casarella) e Forza Italia (Carlo Dercole). Eppure, dal 29 aprile (con le dimissioni di Rossella Bruno), la Giunta siede con 5 uomini e 2 donne a cui va aggiunto il sindaco Francesco Bonito: non si garantisce il 40% di quota di genere ed ogni determinazione dell’Esecutivo cittadino potrebbe avere profili di illegittimità, con potenziale annullamento di tutto quanto frattanto deliberato.

Il sindaco da subito aveva espresso parere difforme, anche a suo di pubbliche offese, a chi non era d’accordo. Anzi, si era trincerato dietro la necessaria continuità amministrativa, prendendo tempo sulla nuova nomina assessorile per sostituire la Bruno. Sullo sfondo, la resa dei conti interna ad una maggioranza sempre più in crisi amministrativa e politica.

Se Netti (tra i più attaccati dal sindaco) ha scritto 2 volte al prefetto di Foggia senza alcun esito, in risposta a Casarella e Dercole, dalla Regione la Consigliera di Parità, Lella Ruccia, già il 9 maggio intimava all’Amministrazione di procedere al ripristino delle quota rosa prevista per legge (che ad oggi si attesta al 28%), smentendo, nei fatti, l’impostazione della Pubblica Amministrazione sul tema, precisando che: “Né vale invocare presunte questioni di continuità di azione amministrativa”.

Nei giorni scorsi, Netti ha anche presentato istanza di accesso agli atti per sapere se il prefetto abbia scritto (e cosa?) almeno al sindaco, per pronunciarsi sulla vicenda della quota di genere. Sarebbe gravissimo se l’amministrazione restasse ancora sorda di fronte ad una palese violazione che tutti si ostinano a negare, dalla segretaria generale al “maestro di ermeneutica” con la fascia tricolore.

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