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INTELLIGENZA ARTIFICIALE Daniele Calamita: “La tecnologia avanza ma a breve avanzeranno i posti di lavoro.”

"Il tema del momento in cui tutti si cimentano, Sua Santità compreso, è l’applicazione pratica che avrà l’intelligenza artificiale (IA) sulle nostre vite."

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
10 Luglio 2024
Cronaca // Primo piano //

Il tema del momento in cui tutti si cimentano, Sua Santità compreso, è l’applicazione pratica che avrà l’intelligenza artificiale (IA) sulle nostre vite.

Con questo articolo/studio vorrei provare a calare questa nuova e impattante tecnologia con cosa praticamente potrebbe succedere nei luoghi di lavoro, di come la IA si intreccerà da un lato con industria 4.0 e dall’altro su quali saranno gli effetti sulla contrattazione collettiva, di come modificherà anche il modo stesso di farla e di riflesso come cambierà il fare sindacato nei luoghi di lavoro, sapendo che la funzione fondamentale del sindacato è proprio la contrattazione.

Come enunciato in premessa l’intelligenza artificiale, oggi, è diventato l’argomento di punta nel dibattito collettivo, ma spesso questo tema è relegato agli attori principali e noi altri, siamo solo spettatori di un processo a tratti rivoluzionario, molto complesso, che ci pervade (spesso inconsapevolmente) e sta modificando profondamente anche le prospettive sia del mondo imprenditoriale che del lavoro che potenzialmente pagherà gli effetti di questa nuova tecnologia, che da un lato porterà ad un’avanzamento tecnologico ma che dall’altro porterà ad un avanzamento (in termini di eccesso) di posti di lavoro, aumentando vertiginosamente la disoccupazione.

Ma per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo, necessariamente, spiegare cose è l’intelligenza artificiale, da una semplice ricerca in rete, con un comune motore di ricerca, ci esce questa definizione:  L’AI è la tecnologia che consente la simulazione dei processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi. Nell’attività lavorativa l’AI consente l’automazione dei processi lavorativi ottimizzando tempi e costi e limitando errori. La rete stessa, secondo la definizione, ci dice che è una tecnologia che partendo da algoritmi (una serie infinita e storica di misurazioni di processi umani) simula, migliora e sostituisce l’intelligenza UMANA, ossia e in parole povere, è uno strumento volto a sostituire l’uomo, eliminando gli errori che lo stesso potrebbe commettere, anche nei cicli produttivi e lavorativi.

Per declinare al meglio i potenziali effetti, a mio avviso nefasti, va necessariamente richiamata e spiegata cosa è industria 4.0, termine per altro superato, visto che con l’apporto di IA siamo già in una nuova era (industria 5.0),  Industria 4.0 nasce anni fa e fu definita come la IV° rivoluzione industriale, con lo scopo, attraverso apporti tecnologici (pre IA) di migliorare i cicli produttivi, di ottimizzarli e di migliorare la qualità dei prodotti, migliorando e agevolando le condizioni dei lavoratori addetti, si parla (e si parlava) di industria perché la misura, incentivata dallo Stato, aveva lo scopo di rivoluzionare il sistema industriale.

Oggi come oggi, a mio avviso, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, non si può parlare più di industria 4.0 o 5.0 ma di lavoro 5.0 perché l’applicazione avrà risvolti su tutti, o quasi, i settori lavorativi e non solo quelli industriali. Cosi come avrà, come anticipato, risvolti anche sulla contrattazione collettiva e sull’avanzamento dei diritti del mondo del lavoro, snaturando anche la funzione sindacale.

Attraverso l’intelligenza reale, la mia, voglio provare a calare l’applicazione dell’IA all’interno di alcuni settori produttivi, non tutti x ovvie ragioni di spazio giornalistico; sul sistema industriale ci passo leggere, penso che sia evidente e scontato che basta un robot automatizzato, un processore ed il gioco è fatto, via la forza umana con una forte riduzione di occupati, se prima avevo bisogno di x persone per turno, adesso avrò bisogno di un numero esiguo di dipendenti, tanto fa tutto la macchina e il dipendente mi serve solo per programmarla e controllare se tutto funziona bene.

Come dicevo sul settore industriale, la strada è tracciata, ma non sarà il solo settore sul quale impatterà l’IA, proviamo a immaginare cosa potrebbe succedere, ad esempio, nei musei con l’abbinamento di IA e gli ologrammi (persone virtuali), in pratica io non avrò più bisogno di chi oggi accompagna e spiega le varie opere, domani avrò un’ologramma che accompagna passo passo i visitatori e che grazie all’IA spiegherà perfettamente e in modo dialogato e interattivo gli argomenti; stessa cosa succederà nell’ambito pubblicitario (già in uso), nell’editoria e potenzialmente potrebbe trovare applicazione anche in ambito medico, ci pensate che da qui a breve potremmo essere operati da robot che utilizzano l’intelligenza artificiale? o ci pensate che nelle nostre scuole e università i professori potrebbero essere sostituiti, come nei musei, da ologrammi interattivi che utilizzano l’intelligenza artificiale? e se anche i legislatori e gli amministratori, per scrivere le leggi o amministrare i vari enti (e pareggiare i bilanci) si affidassero all’IA? che fine farebbe la solidarietà sociale?.

Penso che gli sviluppi e le applicazioni, incontrollate, di questo strumento, possano modificare profondamente la nostra quotidianità ed il mondo che fino ad oggi abbiamo conosciuto e che già oggi vede l’IA passare (spesso non ce ne rendiamo manco conto) continuamente e in mille modi nella nostra esistenza attraverso anche il web e i social.

Altro riflesso che l’IA avrà sul mondo del lavoro, e non è meno grave delle altre questioni, risguarda la contrattazione collettiva e l’avanzamento/arretramento della sfera dei diritti, provo a spiegarmi meglio, oggi abbiamo un CCNL ed una sfera di diritti grazie a le lotte sindacali e di emancipazione che i lavoratori del passato hanno fatto, sacrificando se stessi nell’idea di un futuro migliore per le generazioni dell’avvenire, ma a quei tempi tu contrattavi con altri uomini esercitando potere contrattuale; proviamo a immaginare un futuro fatto di posti di lavoro fortemente ridotti (diminuzione di potere contrattuale) e CCNL elaborato dall’IA, che già ha previsto tutti gli scenari di una trattativa; in pratica il sindacato con chi contratterà? con quali lavoratori si farà sciopero? in pratica sarà un’algoritmo a decidere tu lavoratore quanto dovrei percepire e non contemplerà minimamente un contesto sociale, il calcolo sarà secco e intrattabile e si baserà esclusivamente su calcoli fatti da un qualcosa di virtuale e inafferrabile; motivo per cui anche il Sindacato necessariamente deve cimentarsi su come dovrà cambiare il proprio modo di essere e di fare.

A mio avviso, l’IA impatterà minimamente e in modo più residuale sui settori artigianali dove la creatività, l’esperienza e l’intelligenza umana (reale) restano elementi fondamentali e imprescindibili.

Un po per gioco un po per curiosità ho rivolto alla stessa Intelligenza artificiale queste domande:

Quali danni porterà l’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e dei lavoratori?

Quale sarà il ruolo dei sindacati del prossimo futuro?

Le sue risposte:

L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale di apportare cambiamenti significativi nel mondo del lavoro, sia in termini di opportunità che di sfide. Ecco una panoramica dei possibili danni e impatti negativi, seguiti dal ruolo futuro dei sindacati:

Danni e Impatti Negativi dell’IA nel Mondo del Lavoro

  1. *Perdita di posti di lavoro*:

– *Automazione*: Molti lavori manuali e ripetitivi sono a rischio di essere automatizzati. Questo potrebbe portare alla disoccupazione per coloro che non riescono a riqualificarsi.

– *Sostituzione umana*: Anche lavori qualificati, come quelli nel settore legale, sanitario, e finanziario, potrebbero essere parzialmente o totalmente sostituiti dall’IA.

  1. *Polarizzazione del mercato del lavoro*:

– *Lavori altamente qualificati vs. lavori meno qualificati*: L’IA potrebbe aumentare la domanda di lavoratori altamente qualificati, mentre riduce le opportunità per lavori di medio livello, creando una polarizzazione e un aumento delle disuguaglianze salariali.

  1. *Privacy e sicurezza*:

– *Monitoraggio e sorveglianza*: L’uso dell’IA per monitorare i dipendenti potrebbe invadere la loro privacy, creando un ambiente di lavoro più stressante e meno confortevole.

– *Sicurezza dei dati*: La gestione inadeguata dei dati personali raccolti tramite sistemi di IA può portare a violazioni della privacy e problemi di sicurezza.

  1. *Cambiamento delle competenze richieste*:

– *Riqualificazione*: I lavoratori dovranno adattarsi a nuovi ruoli e acquisire nuove competenze per rimanere competitivi, il che può essere difficile per alcune persone.

  1. *Disparità geografiche*:

– *Divario tecnologico*: Regioni meno sviluppate tecnologicamente potrebbero rimanere indietro, aggravando le disuguaglianze economiche tra diverse aree geografiche.

Ruolo dei Sindacati nel Prossimo Futuro

  1. *Promozione della riqualificazione e formazione*:

– *Programmi di formazione*: I sindacati potrebbero diventare fondamentali nella promozione e nell’organizzazione di programmi di riqualificazione per aiutare i lavoratori a sviluppare le competenze necessarie per i nuovi tipi di lavoro creati dall’IA.

– *Supporto continuo*: Fornire supporto continuo ai lavoratori durante la transizione tecnologica.

  1. *Tutela dei diritti dei lavoratori*:

– *Regolamentazione dell’uso dell’IA*: Lavorare per garantire che l’uso dell’IA nei luoghi di lavoro sia regolamentato in modo da proteggere i diritti dei lavoratori, compresa la privacy e le condizioni di lavoro.

– *Contrattazione collettiva*: Continuare a negoziare contratti che includano clausole specifiche sull’uso dell’IA e le sue implicazioni per i lavoratori.

  1. *Promozione dell’equità salariale*:

– *Lotta alle disuguaglianze*: Impegnarsi per garantire che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente tra tutti i lavoratori e non solo tra quelli altamente qualificati.

– *Salari equi*: Contrattare per salari equi e condizioni di lavoro dignitose, anche per i lavori meno qualificati o a rischio di automazione.

  1. *Advocacy e politica*:

– *Politiche pubbliche*: Influenzare le politiche pubbliche per promuovere una regolamentazione equilibrata dell’IA che tenga conto delle implicazioni sociali ed economiche.

– *Giustizia sociale*: Promuovere un quadro normativo che favorisca la giustizia sociale e la protezione dei lavoratori più vulnerabili.

  1. *Sviluppo di nuove forme di rappresentanza*:

– *Nuovi modelli di sindacato*: Sviluppare modelli di sindacato che possano rappresentare efficacemente i lavoratori in settori emergenti e altamente tecnologici, inclusi i lavoratori autonomi e freelance.

In conclusione, mentre l’IA presenta sfide significative per il mondo del lavoro, i sindacati avranno un ruolo cruciale nel mitigare questi effetti negativi e nel garantire che la transizione tecnologica avvenga in modo equo e sostenibile per tutti i lavoratori.

Per concludere ed essere pragmatici, l’intelligenza artificiale copierà a farà sue, attraverso algoritmi, le nostre intelligenze migliori e poi ci relegherà a spettatori inermi di un cambiamento che ci vedrà sempre meno utili e fondamentali nel mondo del lavoro; l’art.1 della Nostra amata Costituzione verrà svuotato e modificato perché la parola lavoro cambierà radicalmente di senso.

A cura di Daniele Calamita – “agronomo-sindacalista esperto di politiche sociali”

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