La stampa non è più a caratteri mobili ma i tipi della scrittrice tremitese Emma Santoro ti conducono, come in una isola sospesa tra cielo e mare, simbolicamente evocativi, come ben dice don Marcello Paradiso, autore della prefazione, di qualcosa e qualcuno che va oltre l’inchiostro. Stiamo parlando di “Da cala tonda al sorrentino” la sua sesta fatica anzi gioia letteraria.
L’autrice diventa nocchiero che conduce i suoi lettori in una traversata tra le cale delle meravigliose Tremiti, non solo luoghi suggestivi tra suoni del mare e colori della natura ma vite vissute di personaggi dell’arcipelago pugliese, immaginari, come lei dice, al 50 percento.
Nel suo sangue scorre acqua di quel
mare cristallino dove si specchiano pini e gabbiani.
I suoi racconti vanno dalla pelle al cuore,
come noti versi di una canzone, in mezzo a una natura che vince su tutto. L’uso delle metafore non è retorico ma magistralmente evocativo.
Il libro della Santoro, che ha sfidato anche la particolare calura di questi giorni, è stato presentato nell’Aula Consiliare di Palazzo di Città, a Termoli, alla presenza di una nutrita platea.
Un omaggio alle Tremiti e ai tremitesi tra battute di pesca, avventure divertenti, descrizioni particolareggiate dei paesaggi delle Diomedee, storie di amicizia e d’amore. Da Cala Tonda al Sorrentino è tenuto insieme da un unico filo conduttore: il legame dell’uomo con la natura, la forza benefica della natura sull’animo umano come antidoto al male della vita degli esseri umani.
Renato Matteo Imbriani