Non si può però prescindere dai testi che sembrano quasi favole d’altri tempi, con la differenza che raccontano il reale e non un mondo fiabesco. Tra le parole cantate si intravede la loro terra, cipressi e melograni, personaggi strambi “in cerca d’autore”.
Musiche e parole sono esaltate dalla forte e intensa voce solista del gruppo, Paolo Marrone, capace di infondere emozioni attraverso la sua unicità interpretativa. Un mondo di pavesiana memoria raccontato con ritmi a volte incalzanti, altre volte più rilassati, che la musica dei Favonio ci rivela brano dopo brano. Non facilmente catalogabili, i generi e gli arrangiamenti sono sempre diversi, ma tali da rendere il suono riconducibile a uno stile unico.
Molto amati dalla critica che già quattro anni fa apprezzò “Favonio”, primo disco della band, con “Brutto di faccia brutto di cuore”, il gruppo si è conquistato l’invito a partecipare, il 17 novembre, all’edizione di quest’anno del Premio Tenco. I brani vengono scelti con molta cura per rispecchiare il gusto e l’equilibrio tra musica e testo, i Favonio si contraddistinguono sicuramente per la capacità di coinvolgere, con le loro canzoni, il pubblico che li ascolta.
BREVI CENNI BIOGRAFICI. Nel 2001 Paolo Marrone incontra Mimmo Petruzzelli a una festa di laurea di un’amica in comune. Da lì, e soprattutto dopo aver scoperto la passione in comune per la musica, cominciano a vedersi periodicamente e costantemente per due anni. Periodo di tempo in cui si dedicano alla stesura dei brani con cui partecipano al concorso “Spazio Giovani” nel 2003. I Favonio si fanno subito apprezzare per la “diversità” musicale, ottenendo il Premio della Gazzetta del Mezzogiorno in tale manifestazione. Gli anni successivi li vedono protagonisti, e spesso vincitori, di vari concorsi e festival.
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Redazione Stato