MANFREDONIA (FOGGIA) – L’estate 2024 si sta rivelando estremamente calda, e questo sta avendo un impatto significativo anche sull’ecosistema marino.
Le acque superficiali dell’Adriatico hanno raggiunto temperature record di 30°C per lungo tempo come nel golfo di Manfredonia, un valore molto superiore alla media degli ultimi trent’anni, che era di 26°C.
L’Adriatico, essendo un mare poco profondo, si riscalda più rapidamente rispetto a bacini più profondi come il Tirreno o nel Mediterraneo a sud-ovest di Cipro.
Questo riscaldamento accelerato è una manifestazione regionale del riscaldamento globale, aggravata da un cambiamento nella circolazione dell’aria e dall’aumento dei periodi di anticicloni africani.
Questi periodi prolungati di temperature elevate hanno conseguenze dirette sull’ecosistema marino, tra cui la proliferazione delle mucillagini.
Ovviamente questo problema sta accadendo in tutti i mari poco profondi del mondo, ho preso in esame l’Adriatico poichè è il nostro mare e lo conosciamo bene tutti.
Le mucillaggini si stanno sviluppando in modo molto invadente dalle coste delle Marche al Veneto.
Dal punto di vista globale invece, l’incremento della temperatura oceanica, oltre a far evaporare più in fretta le acque marine e causare un Niño più intenso con fenomeni meteorologici sempre più estremi come siccità prolungate in zone già flagellate dal caldo estremo, violenti uragani, trombe d’aria, alluvioni, grandinate, ecc.., ha anche impatti devastanti sugli ecosistemi marini, favorendo la proliferazione di specie aliene e alghe, portando alla formazione di “zone morte” a causa del consumo eccessivo di ossigeno.
Cosa possiamo fare?
-Investire nella ricerca scientifica per comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico e sviluppare strategie di adattamento e mitigazione.
-Ridurre le emissioni di gas serra a livello globale per limitare l’aumento delle temperature.
Lo riporta Clima&ScienzaFoggia.