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VENDESI Puglia, cedesi sabbia dei nostri lidi: così il Salento finisce nelle vendite online

La rena di alcune delle località marittime leccesi più famose finisce su eBay ma la vendita è fuori legge

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
23 Agosto 2024
Attualità // Cronaca //

LECCE – La sabbia delle spiagge più belle in vendita per portarsi a casa un po’ di Salento.

Non uno scherzo, né una estremizzazione ma una realtà: la rena di alcune delle località marittime leccesi più famose finisce su eBay, con gli acquirenti telematici che possono scegliere tra la gallipolina di Punta della Suina, la neretina di Sant’Isidoro e quella ugentina di Torre San Giovanni.

Quanto costa

Tre tipologie diverse, le prime due al costo di 35 euro a confezione, quella proveniente dal litorale di Ugento che costa “soltanto” 30 euro; prezzi base ai quali vanno aggiunti i 9 euro per le spese di spedizione.

A mettere la mercanzia sabbiosa sul portale di vendite e acquisti online arrivato in Italia nel 2001 un unico venditore, tale Salvatore: sulla sua bacheca sono tante le offerte, in particolare una lunga sequela di quadri fotografici di un’Ischia di tanti decenni fa.

fonte: turismo puglia

E poi la sabbia salentina, corredata da foto che la presentano: una vaschetta di plastica, una bilancia di precisione che segna 78.6 grammi per quella proveniente da Gallipoli, 55.6 grammi il pacchetto da Ugento, 61 precisi per l’offerta dell’arena di Sant’Isidoro.

Una vendita particolare, bizzarra quella proposta dall’impavido mercante telematico, ma non solo.

Perché si tratta innanzitutto di una vendita fuorilegge. In Italia, esistono norme stringenti che vietano la rimozione di sabbia e conchiglie dalle spiagge.

Le leggi

L’articolo 1162 del Codice della Navigazione è intitolato “Estrazione abusiva di arena o altri materiali” e punisce chiunque estragga sabbia, alghe, ghiaia e altri materiali senza averne la concessione con il pagamento di una sanzione amministrativa dal 1.549 euro fino a 9.296 euro.

Ci sono poi specifiche leggi regionali e comunali stabiliscono sanzioni per chi rimuove materiali naturali dalle spiagge. La violazione della normativa può comportare dunque sanzioni amministrative, multe considerevoli e, in alcuni casi, conseguenze penali.

«Non ero a conoscenza di questo fenomeno, è vero che siamo la “Città Bella” per eccellenza – l’introduzione ironica del sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, che poi si fa subito serio – ma la sabbia dei litorali non si tocca. È una pratica illegale che comporta serie conseguenze per l’ambiente e anche per chi le pone in essere».


L’Adoc

Sulla questione interviene anche Alessandro Presicce, avvocato e presidente di Adoc Lecce. «Dinanzi a notizie del genere il primo sentimento è quello dello sgomento, non si può credere che davvero ci siano persone per le quali ogni cosa può essere venduta e avere un prezzo.

Vendere la sabbia di una spiaggia demaniale prefigura ci troviamo dinanzi a un reato di natura penale peraltro aggravato perché contro beni dello Stato, è come se uno vendesse il pezzo di una strada, ma produce – continua il rappresentante provinciale dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori – anche un danno ambientale di enorme gravità in quanto il depauperamento dell’arenile sconvolge gli ecosistemi a esso legati».

L’illecito penale coinvolge anche l’eventuale acquirente tiene a ricordare Presicce, che puoi conclude: «Imbattendosi in situazioni simili, la prima cosa da fare è quella di denunciare, affidandosi alle autorità preposte, prima fra tutte la Capitaneria di porto.

Quello della vendita di sabbia delle spiagge è un fenomeno tristemente noto in particolare in altre parti d’Italia dove l’arenile è di particolare pregio».

Lo riporta quotidianodipuglia.it

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