MANFREDONIA (FOGGIA) – “𝐀𝐋 𝐏𝐑𝐄𝐅𝐄𝐓𝐓𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐎𝐆𝐆𝐈𝐀
𝐀𝐋 𝐒𝐈𝐆𝐍𝐎𝐑 𝐒𝐈𝐍𝐃𝐀𝐂𝐎 𝐃𝐄𝐋 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐌𝐀𝐍𝐅𝐑𝐄𝐃𝐎𝐍𝐈𝐀
𝐀𝐋 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐂𝐎𝐍𝐒𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐃𝐈 𝐌𝐀𝐍𝐅𝐑𝐄𝐃𝐎𝐍𝐈𝐀
𝐀𝐋 𝐒𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐀𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐓𝐓𝐀’ 𝐃𝐈 𝐌𝐀𝐍𝐅𝐑𝐄𝐃𝐎𝐍𝐈𝐀 –
Oggetto: Dirigente (pubblica amministrazione italiana)
𝐀 𝐌𝐀𝐍𝐅𝐑𝐄𝐃𝐎𝐍𝐈𝐀 𝐪𝐮𝐚𝐧t𝐨 𝐠𝐮𝐚𝐝𝐚𝐠𝐧𝐚𝐧𝐨 𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 (𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐄)?
Un dirigente, nella pubblica amministrazione italiana, è un lavoratore dipendente di una amministrazione pubblica, centrale o locale, in possesso di apposita qualifica e incaricato di dirigere un ufficio.
𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞?
Ai dirigenti spetta l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.
𝐂𝐡𝐢 𝐧𝐨𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞?
5-ter. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i responsabili degli uffici e dei servizi, attribuiscono e definiscono gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna secondo le modalità’ ed i criteri stabiliti dall’art.
𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞?
– 81/08 il Dirigente “è la persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa”.
𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞?-
Ma, a differenza del Datore di Lavoro, che ha la responsabilità dell’organizzazione dell’azienda (Comune) in virtù di poteri decisionali e di spesa, il dirigente dirige l’attività produttiva dell’azienda senza disporre di poteri decisionali e di spesa. 
𝐂𝐡𝐢 𝐫𝐞𝐯𝐨𝐜𝐚 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢?
– 97 della Costituzione. Logico corollario a tale assunto è, pertanto, che la revoca dalle funzioni legittimamente conferite ai dirigenti può avvenire solo a seguito di responsabilità dirigenziale accertata all’esito di un procedimento di garanzia puntualmente disciplinato.
(𝐒𝐓𝐀𝐅𝐀𝐍𝐎 𝐆𝐋𝐈𝐍𝐈𝐀𝐍𝐒𝐊𝐈 𝐆𝐢𝐮𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐎𝐑𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐈)
– Riforma brunetti – IL Conferimento e la revoca degli incarichi dirigenziali) ll pubblico impiego tra modello burocratico e modello d’azienda: la separazione tra politica e amministrazione; possibilità/doverosità della dirigenza di concorrere alla definizione, correzione, conformazione della policy (casi reali e/o virtuali); precarizzazione della dirigenza e compromissione dell’autonomia . In attesa di risposte chiare e vere non politiche”.
Lo riporta Giuseppe Marasco – Consigliere Comunale – Capogruppo (Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni – Manfredonia)
Inviata tramite pec ai destinatari e/o protocollata presso il Comune
Tasti dolenti… se non funziona la macchina amministrativa, ora fu chi è la colpa… Baffetto ha colto nel segno all’or quando incominciò a capire che le colpe venivano tutte addossate ai politici, legifero’ sulla separazione tra infitizzo politico (proprio dei politici) e responsabilità amministrativa (propria dei dirigenti, quali responsabili dei procedimenti amministrativi). L’inghippo sra nel fatto che per non pestarsi i piedi condividono tutto… ma proprio tutto ed alla fine viene riconosciuto annualmente, anche un cospicuo premio di “produzione” senza che si è prodotto nulla di efficace e di economicità, e la situazione, qui in città è sotto gli occhi di tutti…
Ma vatt culc pinocchio e burattino e generale e dottore dei fru fru. Chi ti scrive questi articoli il mago Otelma ? Dalla cantina d’ peppocc al dottorato. Che bella Italia
Grande Marasco !!! E vogliamo sapere da quanti anni lo stesso geometra dell’ufficio abusivismo quanto guadagna ?? E perché non lo fate ruotare ??
Io nn lo commentero’ mai più!
Inviterei tutti i visitatori del sito a fare altrettanto.
Vediamo se la smette.
Lui è una persona del dire (e dice pure male), nn del fare!
La categoria più elevata di dipendenti della pubblica amministrazione è costituita, com’è noto, dai dirigenti pubblici. La caratteristica principale dei dirigenti è la loro “autonomia” dal punto di vista decisionale e gestionale, e della loro conseguente responsabilità per la realizzazione dei risultati e per l’attuazione dei programmi e delle direttive politiche nei settori di loro competenza.
In questo modo la normativa vigente ha cercato di realizzare la “separazione tra politica e amministrazione” al fine di evitare interferenze e ingerenze – che creano notevoli disfunzioni nell’attività della PA – riservando ai politici le funzioni di indirizzo (vale a dire compiti propulsivi, programmatici e di controllo) e allo stesso tempo ampliando l’autonomia e la responsabilità dei dirigenti.
A mio parere, questo obietto non è stato pienamente raggiunto. Non sono pochi i politici che non si accontentano… di esercitare soltanto una funzione di indirizzo politico- amministrativo, svolgendo di fatto anche funzioni di gestione – ovviamente solo all’interno dell’Ente – che competono, in via esclusiva, ai dirigenti. E non sono pochi i dirigenti che accettano questa situazione rinunciando al loro prestigio e potere gestionale in cambio di garanzie, diritti, stabilità dell’incarico e progressione economica e di carriera.
I dirigenti con questo sistema – senza troppo generalizzare – tendono in cambio di vantaggi ad avere una forte subordinazione alla politica, che in tal modo si sostituisce alla dirigenza con risultati non sempre positivi in termini di efficacia, efficienza, rendimento ed economicità dell’azione amministrativa.
Non è questione di quanto guadagnano ma di quanto producono. Se, poi, roteassero ogni due anni, potremmo ottenere maggiore produttività. Anche con interscambio comuni viciniori.