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SCUOLA Puglia: in aula tra 20 giorni ma mancano prof, tecnici e collaboratori

Tanti istituti in Puglia hanno deciso di accorciare le vacanze

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Agosto 2024
Manfredonia // Scuola e Giovani //

FOGGIA – Tutti in aula tra 20 giorni, ma mancano prof e non solo.

E si ricorre alle supplenze, non solo quelle – in senso classico – dei docenti ma anche di altre figure fondamentali per la scuola.

In Puglia si riparte il 16 settembre, ma già lunedì prossimo l’esercito di maestri e professori riprenderà posto sul proprio luogo di lavoro, per il primo Collegio dei docenti e per recepire le tante norme nuove diramate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (se ne è discusso a lungo).

La ripartenza

Si riparte.

E tanti istituti in Puglia hanno deciso di accorciare le vacanze: la partenza è spesso prevista per il 12-13 settembre, così da recuperare quei 2-3 giorni che si possono poi spalmare durante l’anno scolastico (magari per avere un “ponte” che altrimenti non sarebbe previsto).

I nodi della scuola, però, restano tutti lì.

A parte dal calo demografico. Ci saranno 115mila studenti in meno a livello nazionale, secondo quanto ha detto il ministro Giuseppe Valditara appena qualche giorno fa.

«Nonostante una diminuzione, quest’anno, di 115mila studenti, ho deciso che ci sarà una invarianza di organico.

Questo vuol dire salvaguardare 8.300 classi, dato particolarmente importante e significativo», aveva commentato il ministro, rispondendo a una domanda sull’organico docente.

Non sono ancora noti i numeri per regione e per provincia, che probabilmente il Ministero andrà a diffondere verso la metà di settembre (come accade ogni anno), ma anche in Puglia la diminuzione di alunni e studenti sarà cospicua.

In media si stimano quasi 10mila ragazzi in meno in classe, almeno seguendo la rotta in discesa degli ultimi cinque anni.

Non varia il numero di docenti, ma qui il grande nodo è rappresentato dalla quota di precari.

Fonte: ilquotidianodelsud

Il Ministero dell’Istruzione su 2.861 posti vacanti di personale docente in Puglia, aveva autorizzato già qualche settimana fa soltanto 2.181 immissioni in ruolo, cioè 680 in meno ai quali si aggiungeranno i ruoli non assegnati.

Chi non è compreso in questi numeri, è un supplente.

E le famiglie lamentano anche un problema di continuità didattica.

Ma il ricorso così massiccio alle supplenze non riguarda soltanto maestri e professori. È un fenomeno ormai consolidato anche tra le altre figure che lavorano nella scuola.

In Puglia, ad esempio, secondo le proiezioni di OrizzonteScuola saranno 1.272 i supplenti (perché, cioè, vanno a coprire un buco d’organico) tra assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici.

Anche qui il problema è duplice: da una parte la precarietà di chi è costretto ad aspettare una convocazione che spesso arriva in questi giorni per l’intero anno scolastico; dall’altra la stessa scuola che – al contrario di numerosi settori nel pubblico – è costretta a cambiare così spesso personale.

Lo scenario

In Puglia, secondo il report pubblicato ieri, sono 782 soltanto i collaboratori scolastici al momento fuori dall’organico e quindi supplenti.

Emerge dai dati il discorso, più volte sottolineato dai sindacati, di una scuola come un mondo sempre più spesso precario, nonostante i concorsoni voluti dall’attuale ministro, che dal proprio insediamento si è speso in maniera particolare sul tema. Per ora, però, i nodi – anche perché quasi storicizzati – restano.

E Bari in questo senso rappresenta una delle peggiori province in Italia (sempre tra le prime 5) per numero di figure precarie all’interno della scuola. La regione più colpita, invece, è la Lombardia.

E se Valditara chiude alla possibilità di iniziare le lezioni a ottobre per via del forte caldo (“Ipotesi mai presa in consideraz

fonte: fanpage

ione”), il Codacons chiede al Miur di intervenire per evitare che la situazione sia critica.

«I ragazzi e i docenti dovranno stringere i denti e tollerare per qualche settimana l’onda lunga dell’estate e il caldo attuale, senza drammatizzare la situazione e senza usare la scorciatoia della crisi climatica per far slittare l’apertura delle scuole; ma al tempo stesso il ministero deve cominciare a mettere in campo interventi preventivi, viste le previsioni sugli effetti delle ondate di calore nel nostro Paese», si legge in una nota.

«Se per il momento la situazione è ancora assolutamente gestibile e tollerabile da parte degli studenti e dei professori, nel lungo termine infatti le cose andranno a peggiorare – aggiunge – Per questo, nelle aule devono essere previsti adeguati interventi per difendersi dal cambiamento climatico e dalle ondate di calore che colpiranno l’Italia nei prossimi anni, dove i morti per il caldo, secondo un recente studio, triplicheranno entro il 2100». Sarà un inizio caldo, per tutti (e non solo per il clima).

Lo riporta quotidianodipuglia.it

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