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21 ottobre Foggia – Manfredonia. Nuova fase per il processo “Giù le mani”: rinvio e accuse

Riparte con una nuova udienza, fissata per il prossimo 21 ottobre, il processo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
13 Settembre 2024
Cronaca // Manfredonia //

Riparte con una nuova udienza, fissata per il prossimo 21 ottobre, il processo scaturito dall’inchiesta “Giù le mani”, che ha messo in luce diverse irregolarità nella gestione della pubblica amministrazione del Comune di Manfredonia. Il fascicolo, nelle mani della gup Rita Benigno del Tribunale di Foggia, segnerà un momento cruciale con l’udienza preliminare, dove saranno presentate le eccezioni e le richieste di costituzione di parte civile.

Lo riporta foggiatoday.it.

Il rinvio, originariamente non previsto, è stato determinato dall’incompatibilità del giudice precedentemente designato. Il gup, infatti, aveva svolto un ruolo attivo nelle indagini preliminari, autorizzando le intercettazioni che hanno giocato un ruolo chiave nell’inchiesta. A seguito di questa eccezione, sollevata dalle difese, si è resa necessaria la nomina di un nuovo gup per garantire l’imparzialità del processo. La nuova udienza rappresenta una fase delicata, in cui difese e accusa si confronteranno su diversi fronti giuridici.

Gli imputati

Sono nove le persone per cui la Procura della Repubblica, rappresentata dai pm Giuseppe Mongelli e Roberto Galli, ha richiesto il rinvio a giudizio. Tra i nomi di spicco figurano l’ex sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, suo fratello Michele e l’ex assessore ai lavori pubblici, Angelo Salvemini. La presenza di questi esponenti politici ha fatto sì che il processo attirasse una particolare attenzione mediatica e dell’opinione pubblica, considerata l’importanza delle figure coinvolte nella vita amministrativa della città.

Oltre ai rappresentanti politici, sono implicati anche Michele e Grazia Romito, esponenti della nota famiglia Romito, e gli ex dipendenti del Consorzio Ase, Michele e Raffaele Fatone, padre e figlio, ai quali vengono contestati diversi reati.

L’inchiesta “Giù le mani”, condotta in diverse fasi e con vari filoni investigativi, ha portato alla formulazione di quattordici capi di imputazione. Le accuse spaziano dalla corruzione elettorale alla corruzione in senso stretto, fino a gravi episodi di violenza privata, concussione e peculato. Le indagini hanno cercato di ricostruire una fitta rete di interessi e legami tra politica, pubblica amministrazione e imprenditoria, con l’obiettivo di svelare presunti accordi illeciti e meccanismi clientelari.

Uno dei filoni principali riguarda la corruzione elettorale, accusa che coinvolge direttamente l’ex sindaco Gianni Rotice e suo fratello Michele. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, i due avrebbero orchestrato un presunto voto di scambio legato alla vicenda “Guarda Che Luna”, in cui risulta coinvolto anche Michele Antonio Romito, noto imprenditore del territorio. Questa contestazione, particolarmente delicata, ha sollevato forti polemiche a livello locale, soprattutto per il ruolo che Rotice ha ricoperto nella gestione della città.

Nel corso dell’inchiesta, è emerso un quadro complesso, fatto di pressioni e minacce, che avrebbe coinvolto anche i Fatone. A Michele e Raffaele Fatone vengono contestati reati di concussione, peculato, violenza privata, stalking e lesioni. Le accuse delineano una serie di condotte finalizzate a ottenere benefici personali, sfruttando in modo illecito il loro ruolo all’interno del Consorzio Ase, un ente che si occupa della gestione dei servizi pubblici locali.

Tutti gli imputati, a vario titolo e con diversi profili di responsabilità, si dichiarano innocenti o estranei ai fatti loro contestati. Le difese si preparano a presentare una serie di eccezioni e richieste durante l’udienza preliminare di ottobre, con l’obiettivo di respingere le accuse e dimostrare l’infondatezza delle imputazioni. Sarà una battaglia legale lunga e complessa, che si giocherà non solo nelle aule di tribunale, ma anche sul piano mediatico, considerata l’attenzione che il caso ha suscitato nella comunità di Manfredonia e nelle aree circostanti.

L’udienza del 21 ottobre rappresenta un punto di svolta, ma il processo è destinato a svilupparsi su molteplici fronti, con una serie di fasi procedurali che potrebbero richiedere mesi o addirittura anni per giungere a una sentenza definitiva.

Lo riporta foggiatoday.it.

2 commenti su "Foggia – Manfredonia. Nuova fase per il processo “Giù le mani”: rinvio e accuse"

  1. Secondo me tra questi ci sono imputati che diventeranno parte offesa , e parte offese che diventeranno imputati … !!!!

  2. Se fossimo in un paese normale, a tutti loro sarebbe fatto il culo e controculo.
    Ma siccome siamo in ItaGlia, mi aspetto che vengano liberati tutti, pure i due maneschi dell’ASE, figuriamoci

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