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ANDREA Stefano Tacconi all’Allianz Stadium per Juve-Napoli dopo l’aneurisma: “Come sono ripartito”

Suo figlio Andrea lo aveva capito subito: quel malessere non era come gli altri

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Settembre 2024
Il profilo // Sport //

Stefano Tacconi all’Allianz Stadium per Juve-Napoli dopo l’aneurisma: “Come sono ripartito”. Nonostante il dolore, Tacconi non voleva mancare all’evento in programma quel giorno. La sua presenza era importante, non solo per il rispetto della parola data, ma perché in quel momento il suo ruolo aveva un significato ancora più profondo. Tuttavia, quel giorno segnò l’inizio di un cambiamento drastico. Da allora, tutto è cambiato per Stefano e la sua famiglia.

Le certezze, però, sono rimaste: l’amore di sua moglie Laura, l’affetto dei suoi figli Andrea e Alberto, e la passione per la Juventus, che ha sempre occupato un posto speciale nel cuore dell’ex portiere. Anche la sua coerenza, un tratto distintivo del suo carattere, non ha mai vacillato.

Stefano Tacconi torna allo stadio dopo la malattia

Sabato prossimo, Tacconi tornerà all’Allianz Stadium di Torino per la prima volta dopo la malattia che lo ha colpito nell’aprile del 2022. Sarà accompagnato da Laura e dai figli per assistere al big match tra la sua amata Juventus e il Napoli di Antonio Conte, un suo vecchio compagno di squadra. Questo ritorno allo stadio segna un momento simbolico per Tacconi e per i suoi tifosi, che non hanno mai smesso di sostenerlo durante la lunga battaglia contro l’aneurisma cerebrale che ha cambiato la sua vita.

La malattia lo ha costretto a un difficile percorso di recupero, tra interventi chirurgici e una riabilitazione lunga e impegnativa, che lo ha portato anche in Puglia. Oggi, Stefano Tacconi ha superato la fase più critica, ma non dimentica ciò che ha vissuto. Ha dovuto imparare nuovamente a parlare, a camminare, a compiere gesti quotidiani che un tempo erano scontati.

Il libro: “L’arte di parare”

Una parte di questa dolorosa esperienza è stata raccontata da Tacconi stesso in un libro, intitolato “L’arte di parare. Trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita”. Il volume sarà presentato al Festival di Trento e rappresenta una testimonianza della sua lotta contro la malattia, delle paure vissute e delle speranze ritrovate. Nelle pagine del libro, Tacconi condivide le sensazioni e i pensieri che mai avrebbe immaginato di dover affrontare, dando voce a un coraggio che si è rivelato indispensabile.

Tacconi, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato: “Mi sento fortunato perché posso raccontarlo. Non ricordo tutto, ma so di aver fatto prendere un bello spavento alla mia famiglia. Ho scoperto il significato della paura, una sensazione che non avevo mai provato prima. Ora sto meglio, ma so che ci sono persone che hanno avuto il mio stesso problema e che sono incappate in ricadute”.

Il cambiamento delle abitudini: stop a fumo e alcol

Dopo l’aneurisma, Tacconi ha compreso che doveva modificare alcune delle sue abitudini. Il suo stile di vita è cambiato radicalmente: “Non posso più fare il fighetto come una volta. Mi hanno tolto il fumo e il bere, anche se sul mangiare decido ancora io, e mi cucino tutto da solo”. Nonostante le rinunce, Tacconi non ha abbandonato tutte le sue passioni. Una di queste è la cucina, ereditata dagli anni giovanili passati alla scuola alberghiera di Spoleto. “Sono diventato famoso come portiere, ma i fornelli sono una mia vecchia passione”, ha ricordato con un sorriso.

L’amore per la Juventus e il calcio

L’amore di Stefano Tacconi per la Juventus è rimasto immutato, anche dopo tutto quello che gli è successo. “Non sono cambiato, sono sempre io”, ha dichiarato. “Mi manca l’adrenalina che mi ha accompagnato per tutta la vita”. Quell’adrenalina che il calcio gli ha sempre dato, insieme alla Juventus, il club con cui ha vissuto alcuni dei momenti più importanti della sua carriera.

Tacconi ha vinto tutto con la Juventus, inclusa la Coppa dei Campioni, e ha avuto un legame speciale con la maglia bianconera. Anche se oggi il club ha attraversato periodi difficili, come quello dell’era Agnelli e la recente rifondazione, l’ex portiere non ha mai smesso di esprimere il suo punto di vista critico, mantenendo sempre la schiena dritta, come è stato nel corso della sua carriera.

La carriera: dagli esordi alla Juventus

Stefano Tacconi, nato e cresciuto a Spoleto, ha mostrato il suo talento sin da giovanissimo. Dopo essere stato notato dall’Inter, il primo grande club che ha apprezzato le sue qualità, ha proseguito la sua carriera all’Avellino, che si è rivelato il trampolino di lancio perfetto. La sua esplosione avvenne proprio in Irpinia, e questo lo portò a raccogliere l’eredità di Dino Zoff alla Juventus.

Tacconi ha vissuto anni gloriosi con la Juventus, vincendo trofei importanti e diventando un punto di riferimento per i tifosi bianconeri. Il suo percorso da portiere, però, si è concluso con qualche rammarico. Dopo un periodo di polemiche con l’allenatore Gigi Maifredi, perse il posto da titolare. Nella sua ultima stagione a Torino, sotto la guida di Trapattoni, fece da chioccia al giovane Angelo Peruzzi, un altro grande portiere della storia juventina.

Dopo il calcio: dalla politica alla televisione

Dopo il ritiro dal calcio, Tacconi si è reinventato in diversi ambiti. Ha tentato la carriera politica e si è affermato anche in televisione, partecipando a programmi come L’Isola dei Famosi e lavorando come opinionista sportivo. Nonostante il suo carattere spesso pungente e le sue dichiarazioni senza filtri, Tacconi ha sempre saputo conquistare l’affetto del pubblico.

Il percorso di riabilitazione e la riflessione sul futuro

Dopo l’aneurisma, Tacconi ha dovuto affrontare un lungo e difficile percorso di riabilitazione, iniziato all’ospedale di Alessandria e proseguito presso Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. Grazie al supporto costante della moglie Laura e dei suoi figli, Stefano è riuscito a superare la fase critica della malattia.

Oggi, guardando indietro, Tacconi riflette sul suo stile di vita passato e sul futuro: “Quando ho smesso di giocare non ho più messo piede in palestra. Tornassi indietro, non mi fermerei del tutto. Se avessi praticato più sport, oggi farei meno fatica nel recupero”.

Fonte virgilio.sport

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A settembre, c’è nell’aria una strana sensazione che accompagna l’attesa. E ci rende felici e malinconici. Un’idea di fine, un’idea di inizio. (Fabrizio Caramagna)

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