La UE ha proiettato, per il post pandemia, il bilancio a lungo termine unitamente al Next Generation Eu (NGEU), lo strumento per stimolare la ripresa, che costituisce il più ingente pacchetto di misure mai finanziato in Europa per renderla più ecologica, digitale e resiliente. I fondi però devono essere utilizzati per aggredire le sfide più importanti che l’Unione sta affrontando e per sostenere coloro che ne hanno bisogno.
Con questa finalità, attraverso sovvenzioni e prestiti, gli Stati membri hanno dovuto elaborare i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sono tenuti a rispettare i traguardi e gli obiettivi concordati. L’Italia ha ricevuto un montante ingente, tra i più elevati, soprattutto per i rilevanti peggiori valori dei parametri socio-economici come il tasso di disoccupazione e pil pro-capite (utilizzati dalla UE per ripartire le risorse tra gli Stati membri) delle regioni del Mezzogiorno rispetto alla media europea e nazionale.
“Nella partizione, in ambito nazionale, delle risorse PNRR stanno emergendo rilevanti riscontri per la mancata riduzione dei divari Nord-Sud a cui si aggiungono nel Mezzogiorno altri intraregionali. E’ il caso, ad esempio, di ciò che sta accadendo in Puglia tra Bari e Foggia – sottolinea Pasquale Cataneo capogruppo IdM consiglio comunale nella città dauna – infatti a Bari, con popolazione di 315.625 abitanti, ci sono risorse PNRR per oltre 1 Miliardo € con una quota pro-capite pari a 3.168 €/abitante e con il prossimo supporto della Deloitte. A Foggia, invece, con 145.591 cittadini previsti circa 65 mln € PNRR con 453 €/abitante, con oltre 400 dipendenti comunali mancanti. Le disparità intraregionali che aumentano, aggiungendosi a quelle territoriali Nord-Sud da noi denunciate e non da oggi, risultano in antitesi con gli obiettivi NGEU”