OMICIDIO MANGINI – MAXI PROCESSO ALLA MAFIA GARGANICA Dell’omicidio Mangini – ammazzato per contrasti nel mondo dello spaccio con il clan Libergolis (rifornitura della ‘merce’ a Cerignola, perchè quella dei Libergolis non sarebbe stata ritenuta sufficientemente ‘buona’ ndR) si parla anche nel maxi- processo alla mafia garganica: la corte d’assise di Foggia nel marzo 2009 ha inflitto l’erg astolo a Franco Libergolis, 31 anni, quale mandante dell’agguato. Peraltro lo stesso Enzo Miucci è stato a sua volta coinvolto nel maxi- processo alla mafia ed assolto in via definitiva dall’accusa di essere affiliato al clan Libergolis.
LA SENTENZA – La sentenza di condanna a 14 anni nei confronti di Miucci è stata pronunciata al termine del processo abbreviato chiesto dalla difesa e che ha comportato lo sconto di un terzo della pena, dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Bari. All’epoca dell’omicidio Mangini, Miucci era minorenne: avrebbe compiuto 18 anni un mese e mezzo dopo l’agguato, il 16 ottobre 2001. Miucci è stato riconosciuto colpevole di concorso in omicidio premeditato aggravato dalle finalità mafiose perchè Mangini sarebbe stato eliminato per favorire il clan Libergolis. Il pm ne chiedeva la condanna a 17 anni di reclusione, il difensore l’assoluzione: farà appello contro il verdetto di primo grado. Miucci nonostante la condanna è a piede libero: nei suoi confronti c’era stata una richiesta di arresto respinta nel 2009 dal gip del Tribunale per i minorenni, sul presupposto che non ci fossero esigenze cautelari visto che i fatti contestati risalivano a 8 anni prima.
LIBERO, MA IRREPERIBILE – Enzo Miucci (che nell’inchiesta sulla mafia garganica veniva indicato con il soprannome «u’ criature») è quindi un uomo libero, anche se da 10 mesi se ne sono perse le tracce. Sparì dalla circolazione nel maggio 2009, pochi giorni dopo l’omicidio di Andrea Barbarino , il paralitico amico dei Libergolis e assolto nel maxi- processo alla mafia, ammazzato a Manfredonia da due killer mentre era sulla sedia a rotelle nei pressi di casa. Qualche giorno dopo l’omicidio di Barbarino, Miucci (bene rimarcare che è estraneo a quel delitto) sparì dalla circolazione. Un familiare ne denunciò anche la scomparsa ai carabinieri e fu lo stesso scomparso qualche giorno dopo a contattare gli investigatori, spiegare che non c’era nulla di strano nel suo allontanamento, avendo soltanto deciso di allontanarsi da Manfredonia. Fatto sta che da allora non è stato più visto o controllato dalle forze dell’ordine.
PADRE UCCISO PER FAIDA – Enzo Miucci è il figlio di Antonio, il cognato di Ciccillo Libergolis ammazzato a Monte Sant’Angelo il 14 agosto del ‘93 nell’ambito della faida tra i Libergolis e gli Alfieri/Primosa. Per l’omicidio di Antonio Miucci fu arrestato, processato e assolto Michele Alfieri, il giovane montanaro ucciso nel gennaio scorso a Monte Sant’Angelo davanti ad un bar.
L’AGGUATO A MANGINI – Quali elementi hanno portato ora alla condanna di Enzo Miucci per l’omicidio Mangini? Gli stessi posti alla base del provvedimento di cattura che il 2 marzo scorso ha portato in carcere Angelo Gioacchino Grilli. Il padre di Matteo Mangini parlò con un conoscente presente sul luogo dell’agguato e registrò il colloquio all’insaputa dell’interlocutore. Il testimone avrebbe rivelato al padre della vittima d’aver riconosciuto sulla moto dei sicari Enzino Miucci alla guida e Angelo Grilli seduto dietro. La difesa di Miucci ha replicato che i due killer di Mangini avevano il casco da motociclisti e che il testimone, sentito in corte d’assise nel maxi-processo alla mafia garganica, aveva escluso d’aver potuto riconoscere i due sicari proprio perchè agirono con il volto coperto. Un altro degli elementi d’accusa contro Miucci e Grilli è rappresentato dalle intercettazioni ambientali eseguite sull’auto di Franco Libergolis, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio Mangini. Parlando con un amico, Libergolis avrebbe detto che Miucci e Grilli si erano esercitati su una moto in vista dell’agguato ai danni del rivale.
(testo da sezione cronaca de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno‘)