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Ricette politiche pugliesi per sanare la sanità

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
25 Marzo 2010
Editoriali //

Sanità Puglia (immagine d'archivio, locali.data)
Sanità Puglia (immagine d'archivio, locali.data)
Manfredonia – IN Puglia, le recenti inchieste giudiziarie che hanno terremotato la sanità della regione, hanno reso la ‘battaglia’ elettorale tra Vendola e Palese ancora più incandescente. Entrambi sembrano però d’accordo su un punto: per tenere sotto controllo i conti della sanità regionale, che registra un ‘buco’ di 282 milioni di euro, occorre limitare al massimo gli sprechi. Senza tagliare servizi ai cittadini. “Una battaglia ardua – spiega Vendola – ma che stiamo già combattendo attraverso il potenziamento del sistema delle verifiche, inesistenti fino a qualche anno fa. Penso ai nuclei ispettivi, le verifiche degli appalti, gli osservatori o le unità di valutazione dei ricoveri”.

PER Palese, la parola d’ordine è programmazione. “Non è possibile – sottolinea – che in questi cinque anni i pugliesi abbiano pagato tasse regionali per un miliardo e mezzo di euro e contestualmente la Giunta Vendola abbia accumulato un miliardo di debiti. Programmare – aggiunge – significa reinvestire i soldi risparmiati in acquisto di nuove apparecchiature per tagliare le liste d’attesa, in personale e in strutture adeguate a garantire servizi ai cittadini”.

NELLE intenzioni di Vendola non c’è la volontà di ridurre i posti letto. “Non è mai stata mia intenzione”, spiega. “Peraltro, nel Piano della Salute sono stati programmati, e in parte già attivati, posti letti in alcune discipline carenti, in particolare nell’area delle terapie intensive e delle specialità correlate all’emergenza, nell’area della riabilitazione e in quella onco-ematologica”. Per Palese, “non si tratta di ridurre o aumentare i posti letto, ma di programmare l’offerta sanitaria. La sanità – sottolinea – si governa solo se si programma l’offerta sulla base dei fabbisogni reali della popolazione e se la Regione effettua periodicamente i controlli per verificare la rispondenza degli standard”.
Entrambi i candidati puntano decisi sulla medicina del territorio. “Oltre al potenziamento della rete territoriale – afferma Vendola – dovremo individuare tre macroaree, Foggia-Bat (Barletta Andria Trani), Bari, Taranto-Brindisi-Lecce, e puntare su dieci ospedali di riferimento regionale distribuiti in tutte le province pugliesi, tre ospedali di riferimento specialistico e due poli specialistici, quello riabilitativo di Brindisi e l’oncologico di Barletta. Inoltre, nei territori periferici abbiamo previsto anche ospedali intermedi che offrano ai cittadini assistenza con tutte le discipline di base, più discipline intermedie e servizi essenziali”.

ANCHE per Palese l’assistenza sul territorio è una priorità. “La medicina territoriale è il primo presidio al servizio dei cittadini. Certamente va potenziata con investimenti cospicui nelle strutture, nelle apparecchiature, nel personale. I soldi ci sono e sono tanti. Basta saperli gestire: a oggi sono bloccati a Roma circa 800 milioni di euro che sono della Puglia ma che la Regione non può avere perché per ben 3 anni la Puglia di Vendola (unica in Italia) non ha rispettato il Patto di stabilità interno”. Grande attenzione, da parte dei due candidati, alla competenza e al merito. “Da parte mia – afferma Vendola – posso affermare con orgoglio che la mia Giunta ha ultimamente approvato un provvedimento che svincola le nomine dalla politica, anche se rimane un rapporto fiduciario con i direttori”. La norma prevede che per entrare nell’elenco dei candidati idonei alla nomina di direttore generale di aziende ed enti del Ssr bisogna essere valutati da una Commissione” ‘ad hoc’. Anche Palese ha in mente una misura che prevede le nomine di primari e vertici delle Asl “non per appartenenza politica ma per concorso, con commissioni aggiudicatrici esterne alle Asl”.

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