Edizione n° 5391

BALLON D'ESSAI

STIVALE // Domina l’anticiclone africano, temperature oltre i 40 gradi
8 Luglio 2024 - ore  14:55

CALEMBOUR

DICHIARAZIONI // Gattino giù dal ponte, Salvini “inasprire pene. Sono criminali”
8 Luglio 2024 - ore  13:51

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

Dialogo tra la morte e la vita

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
29 Marzo 2010
Editoriali //

Bosco (img238.imageshack.us)
Bosco (img238.imageshack.us)
Manfredonia – UNA parola che ci spaventa, una realtà che ci interroga, che molti preferiscono evitarla. Un dialogo insolito, un confronto che nasce dalla vita e dalla ricerca di un senso in questa frenesia di atti che si susseguono nel quotidiano. Nasce così il libro Dialogo sulla morte, un originale dibattito tra il professore di filosofia Michele Illiceto e Paolo Cascavilla insegnante di italiano e latino. Presentato a Manfredonia presso l’auditorium del Palazzo dei Celestini, alla presenza dell’Arcivescovo della diocesi Manfredonia –Vieste- San Giovanni Rotondo Michele Castoro e di Don Raffaele Miscio, il dibattito è stato moderato da Francesco Di Palma, docente e presidente diocesano dell’Azione Cattolica. Gli autori si interrogano sulla morte per coglierne il senso, per conoscere i sentimenti e i pensieri che suscita questo evento nella vita di ciascuno. Un momento genuino di riflessione per cedere il passo alla vita, per riassumere il significato dei nostri gesti, delle nostre scelte, del nostro stesso esistere. Non la morte come “demolizione” della vita, ma come spinta a voler donare intensamente se stessi, elevarsi nell’amore agli altri senza rimandare, per ritrovare alla fine di questo viaggio il compimento di tutta la nostra esistenza. Così l’Arcivescovo Castoro intervenendo al dibattito esprime:“La morte non ci farà paura se avremo accumulato gesti di carità e di bontà nella nostra vita” e citando Herman Hesse “ In un racconto il protagonista dice di non aver più bisogno degli uomini, ne ha incontrati abbastanza, ora è pronto per andare”. La vita come un viaggio tra i volti e i gesti, la morte una sosta, per riprendere il volo verso l’infinito. Don Salvatore riprende il filo del dialogo: “ La morte è l’unica certezza della vita, la vediamo come un orizzonte lontano. Scopriamo così che il tempo non ci appartiene, non possiamo gestirlo e così la morte ci spinge a sentire il “sapore dell’esserci”, il dover vivere oggi le relazioni. In questa settimana Santa Gesù è l’uomo che liberamente va incontro alla morte, pur temendola. Chi salva Gesù dalla morte? La relazione con Dio Padre. Mentre Gesù subisce la morte, non crea la morte, non minaccia vendetta, ma è un atto liberante per tutti, anche per chi è accanto a sé, come il buon ladrone”. Si, è l’amore che salva, che non teme di varcare il confine, che pur nel dolore ci dona il coraggio di “sfidare” la morte. Questo libro non un’esaltazione della morte, né la sua spiegazione, ma un percorso del pensiero dell’uomo che si interroga, un libero confronto tra ciò che siamo e ciò che saremo, arrivando alla visione teologica della morte come l’incontro sulla soglia tra chi parte da questa esistenza e l’Altro che lo attende e lo accoglie. Al dibattito hanno partecipato molti medici che interrogano i due autori. Numerose le domande, le esperienze che si susseguono. Cascavilla risponde: “Tutti abbiamo paura di morire, ma non della morte in sé, perché è una realtà. Abbiamo la tendenza di riempire di parole le persone che si accingono a vivere questo momento, pensando di consolarle, ma in verità ciò non avviene” . Illiceto prosegue: “La morte non può essere spiegata, ma può essere condivisa, né si può sfruttare il dolore altrui per convertire il non credente. L’assenza delle parole comunica di più. Oggi abbiamo paura di aver paura, invece l’uomo è chiamato a coesistere con la sua fragilità, i suoi limiti. Perciò la morte è la cifra della sua finitudine. Il limite non è nella morte, ma è nella nostra nascita. Siamo donati alla vita grazie ai nostri genitori, la morte diventa così un consegnarsi all’Altro. Saper di morire non rende inutile il tempo, anzi la morte redime il tempo dalla vacuità, lo rende denso..”. Con una frase tratta dal libro, si evince che il limite posto alla morte è l’amore, perché l’amore è la più alta forma di potere. Tutto ciò che siamo stati e che abbiamo donato rimane, o meglio si schiude come il chicco di grano, che caduto nella terra muore per dare più frutto.

1 commenti su "Dialogo tra la morte e la vita"

Lascia un commento

“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

Anonimo

StatoQuotidiano sei tu!

StatoQuotidiano, fondato nell'ottobre 2009, si basa sul principio cardine della libertà d'informazione, sancita dall'art. 21 della Costituzione.

Il giornale si impegna ad ascoltare la comunità e a fornire informazione gratuita, senza sostegno di classi politiche o sociali.

Ai lettori che ci seguono e si sentono parte di questo progetto, chiediamo un contributo simbolico, per garantire quella qualità che ci ha sempre contraddistinto!

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce, articoli, video, foto, richieste, annunci ed altro.

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.