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Disavanzo Pa, Istat: riduzione 0,1%. Peso derivati per 1,12 miliardi

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
5 Aprile 2010
Economia //

Peso derivati su pubbliche amministrazioni (www.report.it)
Peso derivati su pubbliche amministrazioni (www.report.it)
Roma – CONFERMA nel 2009 relativamente al dato negativo del disavanzo primario delle pubbliche amministrazioni (dato inedito e mancante sin dal 1991). Peso dei derivati (Swap), per 1,12 miliardi di euro, sui conti pubblici annuali. In conformità con i requisiti del programma SDDS del Fondo monetario internazionale, l’Istat ha comunicato i conti economici trimestrali delle Amministrazioni pubbliche italiane (I° trimestre 2010 – 2 aprile 2010 e IV trimestre 2009). Le stime relative agli aggregati del conto sono state elaborate nel rispetto di regole e definizioni armonizzate a livello europeo, contenute nel Regolamento sul sistema dei Conti Economici Integrati (SEC95) n. 2223/96 e in due Regolamenti specifici sulle statistiche congiunturali di finanza pubblica, n. 264/2000 e n. 1221/2002. Per la costruzione del conto trimestrale sono state utilizzate tutte le informazioni quantitative e qualitative di breve periodo disponibili al momento dell’elaborazione. Tuttavia, non avendo tali informazioni lo stesso grado di completezza e puntualità di quelle utilizzate per la costruzione del conto annuale, si è reso necessario l’utilizzo di metodi statistici finalizzati al miglioramento della qualità, della coerenza e della significatività delle stime dei dati trimestrali (cfr. Note informative). I dati elaborati non sono però esenti da errori statistici di varia natura; come tutte le stime, anche quelle di contabilità nazionale possono risentire di fenomeni quali la parziale completezza delle informazioni di base, la non precisa classificazione dei dati raccolti da fonti amministrative e la possibile disomogeneità di trattamento contabile delle medesime operazioni da parte delle singole unità istituzionali. Questo implica che le statistiche pubblicate sono da considerarsi provvisorie e suscettibili di revisioni nelle successive edizioni. Nell’interpretazione dei dati va inoltre tenuto presente che, secondo quanto stabilito in sede comunitaria, le serie trimestrali delle voci del conto sono di tipo grezzo, cioè non depurate della componente stagionale. Questo spiega in gran parte la forte variabilità in corso d’anno degli aggregati del conto e, in particolare, del saldo del conto (indebitamento netto).

Saldi di finanza pubblica (valori percentuali sul Pil)INDEBITAMENTO NETTO – Sull’andamento di quest’ultimo si riflettono inoltre, per gli anni presi in considerazione, gli effetti dei provvedimenti di politica economica e delle manovre di bilancio la cui tempistica ed entità relativa differenziata inducono ulteriore variabilità. Nel Conto economico trimestrale, così come per il conto annuale, le operazioni effettuate dalle Amministrazioni pubbliche sono attribuite ai trimestri in base al principio della competenza economica (principio accrual), secondo il quale “i flussi sono registrati nel momento in cui il valore economico è creato, trasformato, scambiato, trasferito o estinto”. A livello trimestrale, le fonti statistiche disponibili consentono di applicare tale principio in modo non completo ma, comunque, sufficientemente esteso.

dati-indebitamentoPIL (Figura 2 - Entrate ed uscite delle Amministrazioni Pubbliche - valori percentuali sul Pil)Le dinamiche di finanza pubblica– Analizzando il Conto economico delle Amministrazioni pubbliche relativo al quarto trimestre 2009 emerge che l’indebitamento netto delle AP2 in rapporto al Pil è stato pari al 4,5 per cento (2,4 per cento nel corrispondente trimestre del 2008). Complessivamente, nell’anno 2009 si è registrato un indebitamento netto pari al 5,2 per cento del Pil contro il 2,7 del 2008. Nel quarto trimestre il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 966 milioni di euro (più 11.036 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2008), con una incidenza positiva sul Pil dello 0,2 per cento (più 2,7 per cento nel corrispondente trimestre del 2008). Complessivamente per l’anno 2009 il saldo primario rispetto al Pil risulta negativo e pari allo 0,6 per cento (più 2,5 per cento nell’anno precedente). Nel quarto trimestre 2009, il saldo corrente (risparmio) è risultato negativo e pari a 2.012 milioni di euro, contro il valore positivo di 9.531 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell’anno precedente, con una incidenza negativa sul Pil pari allo 0,5 per cento (più 2,4 per cento nel corrispondente trimestre del 2008). Nel 2009 il saldo corrente in rapporto al Pil è stato negativo e pari al 2,0 per cento (più 0,8 per cento nel 2008). Nel quarto trimestre 2009 le entrate totali hanno registrato in termini tendenziali una diminuzione dell’1,2 per cento: la stessa variazione registrata
Notifica dei parametri di Maastricht (come da Regolamento CE n. 351/2002) per il trattamento diverso delle operazioni di swap. Nella Notifica, infatti, gli swap sono da considerare a tutti gli effetti interessi e incidono quindi sul calcolo dell’indebitamento mentre, nei conti secondo il SEC95 tali operazioni sono considerate partite finanziarie con impatto nullo sull’indebitamento.

IL PESO DEI DERIVATI SULL’INDEBITAMENTO – La serie storica diffusa dall’Istat mostra chiaramente che nel 1997, l’anno decisivo per l’entrata nell’euro, l’effetto delle operazioni di swap sui derivati fu di 2,4 miliardi di euro. Un anno, il 1997, che si chiuse con un deficit al 2,7%, anche se “senza quelle partite finanziarie” sarebbe stato del 2,9%, in ogni modo inferiore del limite massimo del 3%. Quindi è emerso un miglioramento temporaneo dello 0,2%.

Per approfondimenti rapporto derivati e piccoli comuni italiani vedi >> Enti locali, fuga dai derivati e piccoli centri senza swap

COMPLESSIVAMENTE nell’anno 2009 le entrate totali risultano diminuite del 2,0 per cento, mentre erano aumentate dello 0,9 nell’anno precedente. Nel quarto trimestre le entrate totali hanno rappresentato il 54,8 per cento del Pil con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel quarto trimestre 2008. Le sole entrate correnti hanno registrato nel quarto trimestre 2009 una diminuzione tendenziale del 3,7 per cento, dovuta alla diminuzione delle imposte dirette (meno 9,0 per cento), delle imposte indirette (meno 0,3 per cento), dei contributi sociali (meno 0,3 per cento) e delle altre entrate correnti (meno 1,2 per cento). Nel quarto trimestre 2009 le entrate in conto capitale sono risultate in forte crescita e, in particolare, le imposte in conto capitale nelle quali sono contabilizzati, per un importo di circa 5 miliardi di euro, i versamenti una tantum relativi ai prelievi operati in base al c.d. scudo fiscale (Legge 3 agosto 2009, n. 102) per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero da soggetti residenti.

LE USCITE TOTALI – Nel quarto trimestre 2009 le uscite totali sono aumentate in termini tendenziali del 2,5 per cento (meno 1,4 per cento nel corrispondente periodo dell’anno precedente). Il loro valore in rapporto al Pil è stato pari al 59,3 per cento (57,0 per cento nel corrispondente trimestre del 2008). Nell’anno 2009 esse hanno registrato un aumento del 3,0 per cento, contro il 3,5 per cento del 2008. Le sole uscite correnti hanno registrato nel quarto trimestre 2009 un aumento tendenziale dell’1,6 per cento. Tale crescita è l’effetto combinato di un aumento dei consumi intermedi (più 3,3 per cento), delle prestazioni sociali in denaro (più 5,2 per cento), delle altre uscite correnti (più 2,6 per cento) e di una diminuzione dei redditi da lavoro dipendente (meno 1,6 per cento) e degli interessi passivi (meno 7,9 per cento). Le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 10,8 per cento. Gli investimenti fissi lordi hanno registrato una crescita dello 0,3 per cento, mentre le altre uscite in conto capitale sono cresciute del 24,0 per cento, in particolare per effetto del rimborso straordinario riconosciuto alle imprese a fronte dei maggiori versamenti di IRPEF e IRES da esse effettuati, a causa della mancata deduzione del 10% dell’IRAP, nei periodi di imposta precedenti a quelli in corso al 31 dicembre 2008 (art. 6, D.L. 29 novembre 2008, n. 185).

Conto trimestale delle Pubbliche amministrazioniCONTO TRIMESTALE PA –

NEL FUTURO – Entro metà aprile il ministro dell’Economia Giulio Tremonti renderà noto il nuovo quadro programmatico, relativo ai dati contenuti nella relazione previsionale di settembre e nel programma di stabilità dello scorso gennaio. Per la fine del 2010 è atteso invece un leggero miglioramento con il deficit al 5%, mentre l’avanzo primario dovrebbe tornare ad essere positivo dall’anno successivo (2011, con un 0,9%), con crescita del Pil al 1,1%, dopo l’evidente contrazione attestata. Quindi una riduzione del deficit che dovrebbe essere di circa un 0,5% annua, fino al raggiungimento del target del 3%. Il debito pubblico, alla luce di recenti risultati governativi, è previsto attestarsi al 116,9% a fine 2010, contro il 115,1% del 2009 e il 105,8% del 2008ò.

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