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Dal Nord al Sud: triplicano i tempi per pagare i fornitori. Rischio ‘default’ per i comuni

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
18 Aprile 2010
Economia //

Redditi (gadlerner.it)
Redditi (gadlerner.it)
Foggia – QUASI centossanta giorni per pagare i creditori. Certo: nulla di catastrofico se paragonato ai 340 (339,45) del Comune di Catanzaro o ai 317,55 giorni degli amministratori di Cosenza. Ma resta in ogni modo la collocazione nella parte medio-bassa della graduatoria in Italia relativa ai pagamenti dei fornitori da parte dei comuni, dopo le fatture, dell’amministrazione di Foggia; una amministrazione dunque a rischio default (E) in base a quanto redatto di recente dal database AidaPa-Bureau van Dijk. Un rischio default (incapacità tecnica di un’emittente di rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento. Il default può essere formale o sostanziale: – formale, laddove un’emittente non rispetti determinati indici di copertura o patrimoniali tali per cui il prestito potrebbe subire una significativa modifica del proprio merito di credito; – sostanziale allorché un’emittente non è materialmente in grado di corrispondere le rate di interesse o di rimborso del capitale alla naturale scadenza di ciascuna) che accomuna l’amministrazione della Giunta Mongelli a quelle di diversi comuni calabri, comuni fanalini di coda nella graduatoria succitata.

IL PRIMATO DI VENEZIA E BOLZANO – Nel rapporto con i loro fornitori di beni e servizi il comune di Venezia e quelli di Bolzano emergono, nella classifica dell’Aidapa, come gli unici in Italia “degni rappresentanti” delle modalità di pagamento attuate in Europa. Nell’Unione Europea i tempi di pagamento ai creditori dei comuni si avvicinano infatti ad una media di 60 giorni. Come troppo spesso avvenuto in passato, sono le amministrazioni del Meridione a spiccare in negativo nel rapporto emissione fattura e pagamento della stessa: dopo Latina, tra le ultime posizioni: Campobasso, Caserta, Chieti, Trapani, Bari, Reggio Calabria, Tempio Pausania, Palermo, Crotone, Vibo Valentia, Napoli, Catania, Cosenza e Catanzaro.

LA RICERCA AIDAPA- I dati emergono dopo l’elaborazione dati ‘Rating delle gestione finanziaria degli enti lcali’ elaborati da Bureau Van Dikj con la banca dati Aidapa, presentati lo scorso mercoledì 14 aprile a Roma. Per le pagelle ai bilanci si sono utilizzati gli indicatori relativi allo stato dei residui passivi delle spese correnti, attraverso il calcolo del rapporto tra i residui passivi e gli impegni di parte corrente. Una base sulla quale è stata possibile individuare i tempi medi attraverso i quali i comuni pagano i proprio debiti commerciali (esclusi dunque dai queste stime i pagamenti delle amministrazioni relative alle opere infrastrutturali). Naturalmente le stime Aidapa sono di valutazione media, dunque celanti dati anche peggiori di quelli riportati. Inoltre i dati fanno riferimento a stime dei consultivi di bilancio del 2007 (gli ultimi resi disponibili dal Ministero dell’Interno), e non si esclude che attualmente la situazione possa essere anche peggiorata, considerando gli effetti del patto di stabilità, effetti che registrano e frenano i pagamenti n conto capitale, relativi agli investimenti.

LE AZIONI DEL GOVERNO – Nello scorso luglio il Governo è intervenuto con il decreto ‘anticrisi’ ( Provvedimento anti-crisi Governo Pubblicato in G.U. n. 150 del 01/07/2009 ) al fine di accellerare i pagamenti, ma gli effetti reali dell’azione governativa potranno essere valutati solo nei prossimi mesi. Importante, a riguardo, le disposizioni dell’articolo 9, comma 1, Dl 78/2009, che “impone ai responsabili finanziari degli enti pubblici” (Sole24Ore) di “dare il via libera agli atti di spesa solo dopo aver verificato che i relativi pagamenti siano in linea con il rispetto del patto di stabilità Bilanci di previsione Manfredonia- nota e anche Manfredonia, Consiglio, approvato assestamento al bilancio comunale, e ancora Manfredonia, mancato gettici Ici e revisione di Patto stabilità, Prencipe: un freno agli investimenti. Una disposizione dunque utile per evitare l’accumulo di nuovi debiti ai comuni Giunta Mongelli, variazione di bilancio, previsione 2009 per 4mln di euro e Manfredonia, debiti fuori bilancio per oltre un mln di euro del Comune ma che ha trovato le contestazioni degli stessi amministratori locali dato che la disposizione assegna agli enti ulteriori oneri (“il mancato controllo determina responsabilità disciplinare e amministrativa” Sole24Ore) senza tuttavia “offrire una soluzione strutturale al problema”.

LE DISPOSIZIONI EUROPEE – Dall’Unione una disposizione per la quale è stata fissato in 30 giorni il calendario massimo dei pagamenti degli enti pubblici, così prevedendo una sanzione pari al 5% degli interni. Una misura-direttiva che dovrebbe essere adottata entro l’estate ma che potrebbe avere un effetto ‘boomerang’ per le amministrazioni più lente nei pagamenti. Da parte del presidente di CdP, Franco Bassanini la proposta di ‘revisionare i limiti del patto di stabiità interno’ Il patto (di stabilità) è tratto , un patto che rileverebbe infatti i pagamenti “nel momento in cui gli stessi vengono effettuati”. Secondo Bassanisi, con un metro di incisione più “flessibile”, Cdp potrebbe “riscattare i debiti delle Pa almeno per un periodo transitorio di due o tre anni” fino all’introduzione del nuovo sistema.

ULTERIORI SCURE SUI COMUNI: L’INVIO CERTIFICAZIONE SUI FABBRICATI RURALI – E’ stato rinviato al 31 maggio il termine, per le amministrazioni dello Stivale, relativo all’invio della certificazione sui fabbricati rurali. Una disposizione simile quasi ad una boccata d’ossigeno per i responsabili delle finanze pubbliche degli enti. La direttiva è stata disposta dalla legge di conversione del decreto salva-enti che all’articolo 4-quater ha rinviato infatti al 31 maggio del 2010 il termine per la trasmissione al ministero dell’Interno della certificazione sul maggior gettito Ici accertato a tutto il 2009, ottenuto per: accatastamento dei fabbricati ex rurali su iniziativa dell’Agenzia del Territorio; rettifica dei classamenti degli immobili di categoria E, se destinati ad uso commerciale, industriale o privato; aumento del moltiplicatore per i fabbricati di categoria B; variazioni culturali accertate dal Catasto in collaborazione con l’Agea (non interessa i comuni classificati come montani). La norma è relativamente complessa, considerando anche come nel 2007 sono stati non pochi gli squilibri nelle finanze locali, in considerazione del suo obbiettivo di compensare l’attività svolta dallo stato a favore dei comuni con una proporzionale riduzione dei trasferimenti. A differenza di quanto disposto dal dl 262/2006 (riduzione dei trasferimenti pari all’effettivo maggior gettito Ici certificato dagli enti) nel 2007 il Viminale, a fronte della mancata comunicazione da parte del Catasto della maggiore base imponibile derivata ad ogni ente, aveva ridotto il contributo ordinario annuale spettante ai comuni in misura proporzionale al maggior gettito stimato con un taglio preventivo per molti enti dimostratosi ‘esponenziamente superiore’ rispetto all’effettivo maggiore introito. Per ottenere la restituzione degli tagli, i comuni sono stati infatti chiamati a certificare l’effettivo aumento della base imponibile per il 2007. La norma prevede ora una sanzione in caso di mancato rispetto dei termini previsti per la certificazione, che rende ancora più necessaria l’emanazione del Dm attuativo, in cui dovrebbe essere previsto l’obbligo per l’agenzia del Territorio di fornire ai Comuni i corretti dati di raffronto per calcolare il maggior gettito percepito nello scorso triennio.

CONTROLLO DELL’ECONOMIA SU COMUNI E PROVINCE: CIRCOLARE RAGIONERIA STATO DEL 30 MARZO – Sotto stretta osservazione la spesa degli enti locali in base a quanto emesso da una recente circolare della ragioneria dello Stato (30 marzo – Circolare 30 marzo 2010 – Ragioneria Stato – patto stabilità interno comuni/province ) riservata alle province e ai comuni con popolazione superiore ai 5mila abitanti, vale a dire gli enti locali sottoposti ai vincoli del patto di stabilità interno. Ulteriore provvedimento: la relazione unificata di metà aprile e la conseguente impostazione della manovra 2011.

DATI ISTAT – I VINCOLI DEL PATTO – Dopo la diffusione dell’Istat del dato relativo all’indebitamento netto (5,2% per effetto del diverso conteggio delle operazioni di swap – vedi anche Disavanzo pubbliche amministrazioni: peso derivati ) il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe affidare anche nel 2010 ad un decreto legge da approvare a luglio la ‘manutenzione’ della Finanziaria triennale impostata nell’estate del 2008. Entro il 2012 il deficit dovrebbe scendere dal 5,2% del 2009 al di sotto del 3%, in rapporto al Pil. Una operazione (fonte: Sole24ORE) che dovrebbe comportare “uno sforzo di bilancio medio pari almeno a 0,5 punti percentuali di PIL nel 2010-2012”. In ogni modo, la circolare della ragioneria dello Stato ha segnalato che anche nel 2010 gli enti locali potranno avvalersi della possibilità di escludere dal saldo ai fini dei vincoli imposti dal Patto di stabilità interno ‘alcune tipologie di pagamenti in conto capitale’. Questa operazione dovrebbe garantire ‘un alleggerimento del patto degli enti locali, con contestuale e corrispondente peggioramento del patto della Regione’. Il monitoraggio 2010 del Patto di Stabilità interno prevede anche che tanto le province quanto i comuni con popolazione superiore ai 5mila abitanti devono inviare alla ragioneria dello stato le informazioni relative “alla gestione di competenza e di cassa”. Anche nel 2010, naturalmente, scatteranno tanto le sanzioni quanto le premalità relativamente al rispetto o meno dei vincoli imposti dal Psi.

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