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Noi, i morosi dello zoo dello Stivale: i primati di Foggia

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
4 Maggio 2010
Editoriali //

Sfratto, esecutivo (mutui.vostrisoldi.it)
Sfratto, esecutivo (mutui.vostrisoldi.it)
Foggia – IN aumento gli sfratti in Puglia: più 18,74% il dato registrato in una recente statistica del Ministero degli Interni italiano relativamente al numero di sfratti emessi nella regione pugliese. 137 il numero di provvedimenti emessi nel capoluogo barese (Bari) per necessità del locatore, 33 nel resto della Provincia; 280 per finita locazione a Bari, 248 nel resto della Provincia; 856 il numero di sfratti emessi a Bari per morosità o altra causa, 1362 negli altri capoluoghi della Provincia. In totale, da questa prima rilevazione (non completa, come riferito dallo stesso Ministero degli Interni) 2916 provvedimenti emessi, con un aumento del 1,53% rispetto al periodo precedente. 4400 le richieste di esecuzione (2.552 a Foggia, record rispetto agli altri capoluoghi di provincia, con un + 175,30 rispetto al periodo precedente, in Puglia + 47,75%). Pari a 1381 gli sfratti eseguiti in Puglia, 18,74 l’aumento complessivo rispetto al periodo precedente.


DATI COMPLETI IN ITALIA: Sfratti 2009, Ministero degli Interni

Sfratti in aumento, i primati di Foggia

BARBANENTE: RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO BERLUSCONI – In relazione al numero di sfratti emessi in Puglia, l’assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L’elevata incidenza degli sfratti dovuti alla morosità – spiega l’assessore – confermano l’inadeguatezza dell’attuale politica governativa alla gravità dell’emergenza abitativa in un periodo di crisi economica. Ostinarsi a non prevedere, nei provvedimenti di proroga degli sfratti, alcun provvedimento a tutela degli inquilini bisognosi, significa ignorare settori sempre più ampi della società, impoveriti dalla crisi economica e da dinamiche del costo degli affitti insostenibili”. “La Regione – prosegue la Barbanente – soprattutto con il Programma di Riqualificazione Urbana per alloggi a canone sostenibile e gli ultimi bandi per 37 milioni di euro rivolti a privati, cooperative e imprese ce la sta mettendo tutta per ampliare l’offerta di alloggi in affitto a canone calmierato. Occorre, tuttavia, una politica nazionale mirata, che tuteli coloro i quali, destinando una quota cospicua del reddito all’affitto, sono più duramente sono colpiti dalla crisi economica. Tale politica dovrebbe essere incentrata, come più volte richiesto al Governo, su tre cardini: • Riforma della legge 431/98 Legge 9 dicembre 1998, n. 431. “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo” . secondo le linee indicate dal tavolo nazionale sulle politiche abitative, prevedendo sgravi fiscali per inquilini e proprietari volti a rendere il mercato delle locazioni trasparente e sopportabile dai redditi delle famiglie in affitto. • Incremento del fondo nazionale per i contributi all’affitto, ridottosi progressivamente negli ultimi anni e in Puglia alimentato ormai prevalentemente dalla Regione. • Aumento delle risorse destinate alla realizzazione di edilizia residenziale pubblica e sociale”. “Lo Stato – conclude la titolare dell’Urbanistica – piuttosto che continuare a invadere competenze regionali, come recentemente sancito dalla Corte Costituzionale con una sentenza proprio relativa al piano nazionale di edilizia abitativa, o a lanciare presunti piani casa, peraltro di fatto falliti in tutt’Italia, intervenga per quanto di propria competenza sulla garanzia dei livelli minimi essenziali e con mirati provvedimenti in materia fiscale”.

UNIONE INQUILINI: URGENTE UNA MORATORIA – “Secondo i dati incompleti, pubblicati oggi dal Ministero dell’Interno (che quindi possono solo peggiorare) sono state oltre 61 mila le nuove sentenze di sfratto in Italia nel corso del 2009, con un aumento percentuale rispetto allo corso anno di quasi il 20% (e già l’anno scorso, avevamo un aumento del 18%). Dentro questo dato, già di per sé agghiacciante , si acuisce ancora di più il dramma della morosità. Gli sfratti per morosità emessi nel 2009 sono stati più di 51000, l’85% del totale (l’anno scorso erano circa l’80%). Nel 2009 i soli sfratti per morosità raggiungono la cifra totale degli sfratti emessi per qualsiasi causa nel 2008. Sul sito dell’Unione Inquilini (www.unioneinquilini.it) il documento è pubblicato in maniera integrale e possono essere verificati i dati relativi agli sfratti del 2009 nazionali e quelli delle singole province. L’inerzia del governo provoca sconquassi che mettono a rischio la coesione sociale nelle città. Ricordiamo, infatti, che la proroga delle esecuzioni varata recentemente, comprende solo la causa della finita locazione, ormai meno del 15% del complessivo numero degli sfratti e che nella recente legge finanziaria si è drasticamente ridotto il fondo sociale per il sostegno all’affitto. Quando poi si parla di “social housing” Housing sociale, attivazione piano legato alle volontà dei comuni si pensa a un meccanismo di fondi immobiliari che non riguarda le fasce sociali deboli e che, in ogni caso, potrà far vedere i primi risultati solo fra alcuni anni. C’è bisogno di misure immediate. Serve una moratoria immediata per gli sfratti per morosità incolpevole, ovvero delle sentenze emesse per le famiglie con redditi bassi, tali da poter dare diritto a risiedere in una casa popolare. Serve l’adozione di ammortizzatori sociali nel campo delle locazioni, oggi totalmente privo di qualsiasi forma di tutela, che permettano di attenuare l’impatto della crisi sugli affitti. In particolare, il rifinanziamento adeguato del fondo sociale per l’affitto e il varo di agevolazioni che permettano di trasformare gli sfratti emessi in nuovi contratti con affitti concordati. Queste misure di emergenza, da varare immediatamente, debbono essere connesse ad interventi di riforma strutturale: l’abolizione del libero mercato degli affitti, responsabile principale di una bolla speculativa che continua malgrado la crisi; la messa a disposizione dei comuni di beni immobiliari pubblici, a partire da quelli inutilizzati o in disuso, in cui realizzare case popolari per le famiglie in difficoltà. “

3 commenti su "Noi, i morosi dello zoo dello Stivale: i primati di Foggia"

  1. e una cosa bruttissima,oltre a non farcela ad arrivare a fine mese vengono anche sfrattati.dove sono i politici di foggia una classe politica assente da anni sul territorio locale e nazionale,svegliatevi cugini foggiani.forza donia

  2. purtroppo a foggia non esiste una classe politica adeguata a una citta” di 150.000 abitanti non pochi , assurdo con tanta pianura ,non si risolve il problema casa !!! vergognatevi

  3. Beh io penso che sia un problema di tutta la Capitanatan, non soltanto di Foggia. Ci cono centri dove non esiste una giunta vera e altri in cui esiste soltanto sulla carta. Siamo messi male tutti.

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