CON LA RIMOZIONE CADUTA DEI PALI ? “IMPOSSIBILE” – Ufficialmente negata ogni possibile caduta delle palificate a seguito della rimozione della matrice in cemento amianto, come ipotizzata da persone informate dei fatti. L’anima di tutte le 2000 palificate (354 approccio, 1600 fra banchine d’attracco A1-2-3-4-5 e collegamento) sarebbe difatti “intatta”, tale da non pregiudicare lo stesso palo nel caso di una avvenuta rimozione. Dunque, i ritardi nei lavori per la bonifica dell’amianto nel bacino Alti Fondali non sono addebitabili a questa ipotesi avanzata in sede tecnica del progetto. L’ipotesi peggiore porterebbe infatti a pensare ad un distaccamento della fibra con ricaduta nel fondo marino. Inoltre, le parti già cadute nel mare sarebbero cadute a causa del moto ondoso e non per gli interventi effettuati. In ogni modo fibre di amianto sono presenti nel fondale marino dell’area (in estate sarebbe stato predisposto un divieto nei lavori per la presenza di ‘traffico a mare’).
SISTEMA RIMOZIONE CON VENTOSE NON ADEGUATO – I lavori sul porto dovevano partire, come detto, nel dicembre del 2008, ma sarebbero cominciati nel gennaio del 2009, con interruzioni già nel maggio dello stesso anno. Le principali cause dei ritardi nei lavori è stata addebitata al: maltempo invernale (moto ondoso), ritardi per autorizzazioni (per lavori su mare: Capitaneria di Porto di Manfredonia, su struttura terra: Autorità Portuale, addirittura un anno), fino a degli ipotetici ‘corsi propedeutici per i sommozzatori’ per svolgere i lavori. A maggio del 2009 la ditta appaltatrice dei lavori avrebbe tentato una rimozione della palificate con un sistema a ventosa ma le camice sarebbero risultate troppo aderenti ai piloni. Dopo le interruzioni di maggio, i lavori si sono praticamente fermati, con una barca attraccatta nei mesi prima sul porto (senza persone a bordo) affondata sciaguratamente (una barca presente attualmente in un deposito di un operatore marittimo e non ancora riparata). Morale ? I lavori sono fermi quasi da un anno. Con un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di una delle ditte interessante al piano da parte di un imprenditore locale.
IL SECONDO APPALTO PROPEDEUTICO – Inoltre sarebbe stato appaltato di recente, dal Ministero Infrastrutture e Trasporti Genio Civile di Bari e, a detta dei responsabili, anche dall’Autorità Portuale di Manfredonia, un intervento per la protezione catodica (tecnica di salvaguardia dalla corrosione di strutture metalliche esposte ad un ambiente elettrolitico – acqua di mare o terreni- che può essere aggressivo nei confronti del metallo. Generalmente superfici esterne di tubazioni o cisterne in acciaio interrate o immerse in acqua di mare) delle stesse palificate (interessante al primo intervento) per “evitare l’ossidazione delle stesse”. Problema di questo secondo intervento ? Anche qui i ritardi nell’appalto (appalto affidato alla Granata N. – impianti elettrici di Sala Consilina, Salerno), per dei lavori che sarebbero “propedeutici” e connessi, inderogabilmente, con la bonifica dell’amianto delle palificate dell’Alti Fondali. Da Bari aspettano Manfredonia, da Manfredonia dicono a Bari di ‘aspettare’ e, al contempo, di ‘regolarizzarsi’.
IL PARERE DELLO SPESAL – Oggi, 6 maggio, un secondo parere sarebbe giunto all’ente appaltante dei lavori (Comune) da parte della Spesal dell’Asl-Fg (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro. Lo Spesal fa parte del Dipartimento di Sanità Pubblica delle ASL): i lavori nelle banchine di attracco A1-2-3-4-5 sarebbero partiti, così come nel pontile di collegamento. Ora, sarebbe stato dato il benestare, dallo Spesal al Comune, per la partenza dei lavori per il pontile di approccio. Nel parere si farebbe riferimento alla necessità dell’incapsulamento in opposizione alla rimozione del cemento amianto.
LAVORI COMUNQUE NON DEFINITIVI – A prescindere dal termine dei lavori, difficilmente ultimabili il 27 agosto del 2010, difficoltà forse anche per lo stesso periodo dell’anno venturo, al termine delle opere, nonché della protezione catodica, è stato stabilito un ulteriore monitoraggio ad intervallo nell’area interessata alle opere. Che le fibre di amianto abbandonino il fondale, le palificate, dunque, del porto industriale di Manfredonia, a questo punto sembra temporalmente improbabile nell’avvenire.