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Sanità Puglia tra dimissioni e verifiche di bilancio

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
7 Giugno 2010
Editoriali //

Sanità, immagine d'archivio (www.admaioramedia.it)
Bari – VENDOLA chiede le dimissioni dei dirigenti dell’Asl (dimissioni accolte), mentre scoppia fra i banchi della Giunta regionale una polemica relativa ai (netti) ritardi nei pagamenti delle stesse Aziende sanitarie ai fornitori locali. Intanto, dalla Capitanata, le segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl FP, UIL FPL hanno espresso la loro “piena soddisfazione” per la revoca dei licenziamenti interni da parte del Gruppo Salatto. “Un risultato positivo – sottolineano i sindacati – ottenuto a seguito del chiarimento tra l’azienda e la direzione dell’Asl di Foggia, raggiunto per la determinazione delle organizzazioni sindacali”. I segretari generali di Fp Cgil, Cisl FP, UIL FPL, Antonio Bonanese, Giovanni Dalessandro e Luigi Giorgione auspicano, pertanto, che, “attraverso un confronto più costante e duraturo tra le parti, non abbiano più a ripetersi incomprensioni che possano portare a dolorosi licenziamenti o alla sospensione delle retribuzioni dei lavoratori, che con abnegazione, spirito di servizio e senso di responsabilità operano nella sanità privata di Capitanata”. Ma nonostante la revoca dei licenziamenti da parte del Gruppo Salatto resta un clima di mera incertezza sulla sanità pugliese, con uno scenario ancora indefinito e che quasi preannuncia delle parvenze future di ipotetici ribaltoni.

FRIOLO: INTERVENTI CONTRO RITARDI ASL VERSO FORNITORI – “I ritardi dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni alle aziende che forniscono loro beni e servizi è uno dei problemi che blocca l’economia italiana. Si creano, per le aziende private, delle sofferenze a volte insostenibili tanto che si vedono costrette a non continuare la fornitura per incapacità finanziaria. Anche in Puglia, purtroppo, è così e con la crisi finanziaria e con il taglio dei fondi dall’Amministrazione centrale a quelle periferiche la situazione è andata via via peggiorando”.
A denunciare la lungaggine dei pagamenti è il consigliere regionale del Pdl, Maurizio Friolo, secondo il quale “in tempi di sofferenza per le aziende non è assolutamente tollerabile che le Amministrazioni pubbliche si attardino nei pagamenti di forniture e servizi. Anche snellendo le procedure di accoglimento e verifica delle fatture è possibile contribuire a rendere meno difficile la situazione economica del sistema produttivo regionale. In Puglia, purtroppo, accade esattamente il contrario”.

I RITARDI NEI PAGAMENTI DEI FORNITORI – “Stilando una classifica nazionale le Asl pugliesi sono addirittura al quinto posto per i ritardi nei pagamenti dei fornitori. – continua Friolo – E’ stato accertato, infatti, che in media siano necessari 410 giorni prima che gli uffici Asl provvedano a liquidare quanto giustamente dovuto vedi anche Ritardi pagamenti case di cure, relazione Asl al Prefetto Nunziante e Crack economico Sanità Puglia: pignoramenti in vista . E’ una situazione vergognosa che ritengo necessario denunciare e al contempo intendo richiamare l’attenzione di tutti gli organi preposti. Soprattutto è opportuno che i cittadini siano informati anche di quanto sia stata grande in questi anni la colpevole ‘disattenzione’ dell’assessore Fiore e del suo predecessore Tedesco ma soprattutto del presidente Vendola.Non è così che va gestita la sanità pubblica e loro avevano il dovere di intervenire per modificare questa vistosa e grave stortura. Se in passato, come i fatti dimostrano, sono stati insensibili a tale problema ora dimostrino concretamente invece di accettare il nostro invito ad intervenire, ponendo rimedio al più presto all’ingiusta situazione. In Puglia non ci può essere disparità di trattamento rispetto alle altre regioni”.

NECESSARIA UNA VERIFICA TECNICO-AMMINISTRATIVA – “Si proceda inoltre con una verifica tecnico-amministrativa delle procedure in atto e sull’efficienza del servizio svolto dal personale addetto pure in tutti gli uffici regionali – dice Friolo – Si accerti ogni responsabilità anche se siamo convinti che le colpe maggiori sono di tipo politico per avere taciuto o ignorato, per ragioni che potrebbero essere oggetto di valutazione forse anche della Magistratura, situazioni penalizzanti nei confronti dei fornitori di beni e servizi. Solo così si potrà sapere perché lo scorso anno, nonostante i soldi fossero disponibili in cassa, i pagamenti siano stati fatti slittare in media addirittura di 410 giorni”.

LONGO (Udc): “BENE VENDOLA SUI MANAGER ED ORA MANO ALLA SANITA’ – “La lettera del governatore Vendola ai manager delle Asl e la loro risposta con la disponibilità a dimettersi rappresentano un importante segnale di cambiamento”: è quanto sostiene Peppino Longo, consigliere regionale dell’Udc e componente dell’ufficio di presidenza del Consiglio. “Da tempo – prosegue Longo – affermiamo che i costi della sanità sono elevati e non è certo con il taglio indiscriminato dei posti letto che si otterrebbe un risparmio. La richiesta di Vendola di riduzione degli stipendi ai manager è un primo passo nella direzione della riduzione della spesa. A questo, però, va affiancata una politica di potenziamento della sanità territoriale, che consenta la riduzione dei ricoveri impropri e, quindi, dei costi aggiuntivi inutili”. Se la linea da seguire è questa, non potremo che essere d’accordo – conclude Peppino Longo – e, come detto dal nostro coordinatore regionale Sanza, attendiamo con fiducia le dichiarazioni programmatiche del governatore Vendola anche in tema di sanità”.

MANIGLIO (Pd): “Manager e sanità, parte il festival Pdl della demagogia” – “Il collega Palese, non sapendo che pesci pigliare, continua a sciabolare in aria”. A dirlo è Antonio Maniglio, consigliere regionale del Partito Democratico. “La nomina dei manager delle asl, all’inizio di una legislatura – afferma – dovrebbe diventare una prassi consolidata per consentire a chi vince le elezioni di imprimere il suo segno nella gestione della sanità”. “A maggior ragione – spiega – è una scelta naturale, qui in Puglia, dopo l’approvazione, un mese prima delle elezioni, della legge regionale 4 del 25 febbraio 2010 Legge regionale Puglia, 25 febbraio 2010 ”. “Gli articoli 24 e 25 di tale legge, infatti – chiarisce – prevedono nuove procedure per consentire al governo regionale di scegliere sulla base del merito e delle competenze, affidando a un organo indipendente, la commissione di esperti, il compito di stilare la lista dei manager idonei. Non solo. Gli stessi dovranno partecipare a un corso di formazione, superando la relativa prova d’esame, organizzato dall’organismo regionale per la formazione in collaborazione con l’agenzia nazionale per la sanità e il sistema universitario”.“Solo a quel punto, sentiti i sindaci e lo stesso Consiglio regionale si proceda alla nomina da parte della giunta”, sottolinea Antonio Maniglio. “Siamo di fronte a una inversione netta nel rapporto tra politica e sanità – prosegue – l’innovazione c’è ed è radicale. Ma essa sta nella legge e nei meccanismi di merito che introduce”. “E a me – afferma – piace ricordare che l’impalcatura di queste norme sono riprese da una proposta di legge del Pd che fu recepita dall’assessore Fiore, in materia di nomina di manager e dirigenti medici, primo firmatario il collega Pino Romano”. “Se oggi si procede, come sta facendo il presidente Vendola – dice – ad applicare una legge del Consiglio mi pare, nonostante la bolla mediatica di questi giorni, che siamo nella normale ed ordinaria attività di governo. A meno che qualcuno non pensi che le leggi servono solo a mantenere in vita il Bollettino ufficiale della Regione”. SUI MANAGER: “L’altro tema in campo, quello degli aumenti di questi giorni dei manager – osserva – è il frutto delle decisioni della giunta regionale che, in data 15 gennaio, approvando il disegno di legge ‘omnibus’ sulla sanità, inserì l’art. 29, poi diventato art. 26 nella legge regionale 4/2010, con il quale si stabilivano i nuovi trattamenti economici per i manager della sanità”.

MANIGLIO: SOPPRIMERE L’ART.26 DELLA L.R. 4/2010 – Per Maniglio: “Il collega Losappio poteva, pertanto, manifestare i suoi dubbi sull’articolo proposto da Fiore già in giunta o, al massimo, in Consiglio regionale quando la norma fu votata a larghissima maggioranza. Se ciò non è stato fatto, e questo vale per tutti i consiglieri che hanno esternato sulla materia c’è una sola strada percorribile: si sopprime l’art. 26 della l.r. 4/2010 presentando una leggina ‘ad hoc’”.“Ma questo festival della demagogia innestato da Palese, e non solo, non porta da nessuna parte – ammonisce l’esponente PD – e soprattutto rischia di non far vedere i veri problemi della sanità che in Puglia, oggi come ieri, si chiamano diritto dei cittadino ad essere curato bene e in tempi certi, potenziamento della medicina territoriale, riorganizzazione ospedaliera”. “Ecco perché – conclude Maniglio – è urgente che, ad inizio di legislatura, si mettano in campo meno annunci e meno polemiche ma iniziative, atti e leggi che rispondano al bisogno di cambiamento che percorre la sanità pugliese”.


PALESE (Pdl): “SUL TEMA SANITA’ MANIGLIO E’ COME UN DISCO ROTTO” – “Il collega Maniglio sulla sanità è come un disco rotto: ripete le stesse cose di cinque anni fa, come se il Governo Vendola in Puglia iniziasse oggi, come se non ci fossero i debiti, le tasse, gli scandali, le ‘manine assessorili’ che egli stesso ha denunciato in casi come quelli dei concorsi dei primari”. Sono le parole del capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Rocco Palese. “Piuttosto, si faccia spiegare da Vendola perché dimissiona i direttori generali, quando questi realmente andranno via al di là delle ‘promesse’ di dimissioni e, soprattutto, Maniglio si unisca a noi nel pretendere da Vendola e Fiore che non si compia lo scandalo di vertici delle Asl sfiduciati e dimissionati che però si aumentano gli stipendi”.“Anche perché – spiega Palese – il tutto avviene mentre i poveri ammalati pugliesi languono e non siamo solo noi a dirlo: l’Istat colloca la Puglia all’ultimo posto in Italia per qualità dei servizi sanitari e al primo per sprechi e sperperi; nel primo trimestre del 2010, la Puglia è l’unica regione italiana in cui la spesa farmaceutica è aumentata del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2009; il debito cresce e le tasse restano”.

Decaro (PD) ai dirigenti Asl: “Sugli stipendi dare il buon esempio” – Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Antonio Decaro, sottolinea che “la possibilità dei dirigenti delle Asl di aumentare il proprio stipendio, è stata concessa loro sia da una legge nazionale sia da una legge regionale approvata in maniera bipartisan dal centrosinistra e dal centrodestra”. Alla nota di De Caro ha poi risposto in tarda serata Palese: “Ci fa piacere che anche il capogruppo del Pd, Antonio Decaro, dica sostanzialmente che non è il caso che in un momento simile i vertici dimissionati delle Asl pugliesi si aumentino gli stipendi. Decaro però non dice il vero sostenendo che anche il centrodestra ha votato a favore della norma che consente tali aumenti: fu votata solo dalla maggioranza di centrosinistra. Evidentemente Decaro, che all’epoca non c’era, deve essere stato informato male. Gli consigliamo per la prossima volta una lettura dei resoconti del Consiglio regionale”.

FOCUS, Vendola chiede le dimissioni dei direttori generali Asl

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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