IL RAPPORTO COMPLETO DELLA CEIS – La spesa sanitaria pro-capite è oggi del 17,6% inferiore a quella dell’Europa a 15 e addirittura di quasi il doppio più bassa di Paesi extraeuropei come il Canada, il Giappone e gli Usa. Il rapporto fotografa anche le ripercussioni di questo evidente gap di finanziamento del sistema sanitario, ancor più evidente in considerazione della crisi economica esplosa nel 2008, sul budget familiare destinato alla salute. Tre dati su tutti aiutano a comprendere la situazione. In Italia 338.000 nuclei familiari, pari ad oltre 1 milione di persone, sono stati soggetti a fenomeni di impoverimento a causa di spesa sanitarie o sociali, soprattutto per problemi di non autosufficienza. Altre 992.000 famiglie, per un totale di circa 3 milioni di persone, sono state costrette a sostenere spese per la sanità molto elevate rispetto ai propri redditi. In 2.600.000 famiglie, infine, almeno un componente ha dovuto rinunciare a sostenere spese sanitarie per il peso economico che avrebbero comportato. In tutto, quindi, si può presumere che siano oltre 5 milioni gli italiani che hanno avuto problemi di diversa entità nell’accesso alle cure nel corso del 2009. Secondo le previsioni, le Regioni potrebbero trovarsi a dover reperire risorse intorno ai 6 miliardi di euro per il 2010 e ai 7 miliardi nel 2011, attraverso “nuove tasse, nuovi ticket o tagli alle prestazioni”.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – In Italia risulta che il numero di anziani presi in carico in programmi di assistenza domiciliare integrata è diminuito dall’84,1% all’81,2%. Il Rapporto fotografa poi un altro fallimento, quello dell’integrazione socio-sanitaria che si ferma a quella fra figure professionali sanitarie. Solo il 34,9% degli ultra 65enni presi in carico, infatti, ha ricevuto anche una qualche forma di assistenza sociale.
MA A VICO DEL GARGANO SI VA VERSO L’INTERNALIZZAZIONE DEL PERSONALE – Buone notizie per gli operatori sanitari di Vico del Gargano, il cui futuro sembra avere delle tinte più chiare, dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore, che ha rassicurato gli infermieri e gli autisti-barellieri sulla loro internalizzazione. L’annuncio è avvenuto nel corso di un incontro con 300 lavoratori e una delegazione del sindacato di RdB/USB e Cobas, nel corso del quale si è parlato della stabilità del personale che lavora all’interno dei centri di primo intervento e definite le modalità di intervento dei direttori generali e amministratori delle “società in house”. Fiore ha garantito che i tavoli di consultazione non escluderanno nessuna sigla sindacale e ha confermato la volontà da parte della Regione Puglia di confermare il processo di internalizzazione, attuando tutti i processi necessari per garantire maggiore stabilità a tutti gli operatori del settore. Si è attenuata quindi la polemica da parte di alcune sigle sindacali, le quali denunciavano atteggiamenti discriminatori da parte di alcune Asl del territorio, che spesso convocano ai tavoli esclusivamente Cgil-Cisl-Uil. E’ quanto successo anche a Foggia dove l’Ugl Sanità, tramite il segretario regionale Vito Romano, aveva denunciato nei giorni scorsi il comportamento discriminatorio ai danni del sindacato da parte dell’Asl di Foggia e della Prefettura.