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Chiusura clinica San Michele, futuro incerto per i lavoratori

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
16 Giugno 2010
Manfredonia //

Esterno Casa di Cura San Michele, image Stato 2009
Manfredonia – DOPO la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria in regime di ricovero per acuti della Casa di Cura privata San Michele di Manfredonia, per le branche di Oncologia, Gastroenterologia e Pneumologia (disposizione del 9 giugno 2010 della Regione Puglia – Area politiche per la promozione della salute, delle persone e delle pari opportunità con deliberazione n.1415/14 giugno 2010), si pensa ora al futuro dei 44 lavoratori. In ogni modo, le indagini degli inquirenti non sono ancora concluse. La revoca dell’autorizzazione sanitaria ai danni della Casa di cura privata, se risulterà completamente fondata nel tempo, porterà conseguentemente ad ulteriori verifiche anche in altre strutture sanitarie private della Capitanata.

FOCUS – Le verifiche accertate dell’Asl, dopo l’indagine della Tenenza della Guardia di Finanza di Manfredonia e La deliberazione della Regione

RICHIESTA AL SINDACO RICCARDI DI SOSPENSIONE ATTIVITA’- Innanzitutto, nella deliberazione regionale di riferimento, sono state queste le richieste avanzate dall’Asl: al Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, la sospensione dell’esercizio dell’attività di erogazioni di prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale per mancanza della autorizzazione prevista (comma 4, art.8 della L.R 8/2004; allo stesso Sindaco la revoca dell’Autorizzazione Sanitaria n.23 rilasciata il 12,04,2006 per l’esercizio di attività sanitaria di ricovero per branche di gastroenterologia, oncologia, pneumologia e chirurgia generale. (..) Naturalmente nella nota della Regione si specifica come i fatti emersi “non consentono la prosecuzione neanche temporanea del rapporto di accreditamento provvisorio e del conseguente rapporto basato sulla fiducia istituzionale”.

PER LO SMALTIMENTO DELLA CAPPA ANTIBLASTICA ALTRA INDAGINE -LA CAPPA CONSERVATA NEI LOCALI AGRICOLI DI CILIBERTI – Agli atti verificati dalla Asl risulta l’acquisto e la fornitura, in data 31.07.2002. da parte della Ditta Lasit di Cornaredo (MI) di una “Cappa a flusso laminare Cytofase 2003 Matr. 143 (Documento di trasporto A00465)”. Circa l’attuale collocazione della cappa, il dottore Domenico Ciliberti,amministratore delegato della Casa di Cura “San Michele”, ha dichiarato che la “stessa ed altre attrezzature utilizzate per le attività oncologiche “sono depositate in locali agricoli di sua proprietà” (località Macchia, ndR) e che “dal primo gennaio 2010 non vengono più eseguite prestazioni di chemioterapia”. (Verbale del 31.05.2010). E’ in corso un’indagine da parte del Corpo Forestale dello Stato di Manfredonia per verifiche sul “mancato smaltimento delle stesse attrezzature”.

Lavoratori casa di cura San Michele in sciopero dopo la decisione della Regione (fonte image: Stato)
Lavoratori casa di cura San Michele in sciopero dopo la decisione della Regione (fonte image: Stato)
IL FUTURO, I LAVORATORI – Dopo la revoca stabilita dalla Regione, è stata costituita un’apposita Unità operativa il cui coordinamento è stato ora affidato al dottor Giuseppe D’Alessandro, direttore medico del presidio ospedaliero di San Severo. Le operazioni di trasferimento avranno inizio da stamane, 16 giugno, “con modalità – si specifica nella nota – tali da assicurare la massima tutela per i pazienti”.

GLI OCCUPATI A STATO – “Con la revoca stabilita – dicono i lavoratori – a 50 famiglie è stato negato il diritto sacro al lavoro. Tutto il personale – dicono ancora i lavoratori in una nota rilasciata – è rimasto esterefatto dal comportamento della Regione, invitando il governatore Vendola (che tanto si dice tenere a cuore la sorte dei lavoratori) alla sospensione immediata della delibera”. “Dal primo giugno 2010 – dicono anche le rappresentanze sindacali della Casa di Cura – la gestione della società Daunia Medica (che gestisce la struttura – ndR) è stata affidata al signor Domenico Ciliberti” che avrebbe amministrato la società, “coadiuvata nella gestione – dicono ancora le Rsu aziendali – con un’altra signora (F.Campo, ndR)”, signora che avrebbe avuto il compito di “adempiere agli iter relativi per l’adeguiamento della struttura”. “Ma di tutta la faccenda – dicono tutti i lavoratori – non ne sapevamo assolutamente nulla”.

IL SINDACO RICCARDI: DELIBERA NON PROGRAMMATA – “Si tratta di una delibera ‘fuori sacco’, non programmata, -ha spiegato il sindaco- che elenca una serie di inadempienze, certamente da verificare, da parte dell’azienda. Senza voler entrare nel merito della decisione della Giunta regionale, senz’altro motivata, sento il dovere di contestare il metodo: il provvedimento è stato adottato senza neanche tentare la strada che di solito si intraprende in queste circostanze, cioè aprire una fase di contestazione, alla fine della quale tirare le somme. In questo momento mi preme fortemente la sorte dei lavoratori, e ritengo che le sorti di quaranta famiglie non possano essere liquidate così, chiudendo la clinica senza dare alcuna prospettiva di uscita ai dipendenti. Anche a Manfredonia bisognava adottare la stessa procedura usata in altre circostanze simili: quando sono state chiuse alcune strutture private, il personale è stato ricollocato in strutture pubbliche. È opportuno che ciò accada anche per la Casa di Cura ‘San Michele’, qualora non ci siano iniziative di altra natura”.

MARINO: SALVARE IL FUTURO DEI LAVORATORI – Non la pensa esattamente allo stesso modo il consigliere regionale del Pd Dino Marino: “La decisione della Giunta è senz’altro motivata e spetta all’azienda dimostrare il contrario” ma purtroppo “con la chiusura della clinica 44 lavoratori, da un giorno all’altro, sono drammaticamente rimasti senza lavoro. Questa mattina ho parlato con l’assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, che si è reso subito disponibile ad incontrare i sindacati aziendali per venerdì 18 giugno per definire insieme le iniziative da intraprendere a favore dei lavoratori”.

PREVISTO per domani un incontro a Foggia tra gli ex occupati della casa di cura privata San Michele e Michele Salatto, proprietario di altre case di cura e socio in minoranza della stessa San Michele.

vertenzaSanMichele
vertenza SanMichele
SEDUTA STRAORDINARIA DI GIUNTA A PALAZZO SAN DOMENICO – Stamane, 16 giugno, si è svolto un tavolo straordinario al Comune di Manfredonia fra il sindaco Riccardi, insieme agli assessori ed i rappresentanti dei sindacati e i responsabili aziendali della Casa di Cura ‘San Michele’. “A questo punto è fondamentale separare le sorti dei quarantasei lavoratori, -ha detto il sindaco- dalle sorti dell’azienda, che dovrà rendere conto delle gravi inadempienze registrate dalle verifiche ASL e riportate nella delibera regionale (n.1415/14 giugno 2010)”. L’obiettivo che ci preme raggiungere in questo momento – ha detto Riccardi – è salvaguardare i livelli occupazionali”.

I SINDACATI – “Il sindaco Riccardi si è impegnato in questa operazione di mediazione, -ha affermato Antonio Bonanese, segretario generale della CGIL FP- che condividiamo pienamente: per risolvere il problema c’è bisogno di un tavolo a livello regionale, per tentare con l’assessore Fiore almeno un’operazione analoga a quella di Sanità Service, cioè internalizzare questi lavoratori”. Dalla riunione, a cui erano presenti anche Domenico Ciliberti e Raffaele Castriotta, rispettivamente amministratore delegato e avvocato della Casa di Cura ‘San Michele’, è emerso l’interesse a tutelare la struttura, significativa per il nostro territorio; ma è altresì emersa la necessità che questo tipo di cliniche private mantengano elevata la qualità del servizio assistenziale.“Noi ci auguriamo che l’azienda possa confutare quanto espresso nella delibera regionale, -ha sostenuto Antonio Cisternino, segretario territoriale della CISL FP- ma adesso ci sta più a cuore la sorte di queste 50 famiglie, che rischiano di peggiorare la già critica situazione occupazionale di Manfredonia”. In attesa di riscontri dagli enti preposti, la proprietà ha deciso di non procedere al licenziamento, che provocherebbe anche la revoca dell’accreditamento istituzionale. “Nel settore della sanità privata non esistono ammortizzatori sociali né deroghe, -ha spiegato Luigi Giorgione, segretario generale della UIL FP- per questo tanto più grande il merito del sindaco Angelo Riccardi e della giunta, di voler trovare una soluzione nei tavoli istituzionali regionali”.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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