Le misure finalizzate a contenere la spesa farmaceutica colpirebbero soprattutto le farmacia, chiamate a versare alle ASL l’intera “tassa” del 3,65%, mentre non graverebbero in alcun modo sulle industrie farmaceutiche. Tale dazio si aggiungerebbe al contributo richiesto all’intero settore farmaceutico, pagato pro quota da industrie, distributori intermedi. A rischio ci sarebbero anche migliaia di posti di lavoro.
RITARDI E RURALI – In molte Regioni, compresa la Puglia, le ASL, a causa del dissesto economico nel bilancio, non rispettano da anni i tempi di pagamento fissati dalla Convenzione e rimborsano le farmacie con pesantissimi ritardi. La gran parte delle farmacie, più di 15.000, specie le rurali, site nei piccoli centri, che lavorano prevalentemente con il Sistema Sanitario Nazionale e nelle quali le vendite SSN sono pari o superiori al 60% delle vendite totali, potrebbero, di conseguenza, chiudere i battenti in breve tempo.
A CAUSA DELLA FINANZIARIA le farmacie pugliesi non avrebbero più i fondi più erogare gratuitamente le prestazioni aggiuntive che oggi assicurano, come la prenotazione di visite ed esami presso le strutture pubbliche e le campagne di prevenzione. “Il Governo -spiega il presidente di Federfarma, Annarosa Racca-, non può, da una parte, farsi bello annunciando che le farmacie si trasformeranno in centri polifunzionali dove il cittadino potrà trovare nuovi e importanti servizi (analisi diagnostiche di prima istanza, prenotazione di visite ed esami, prestazioni infermieristiche e fisioterapiche, ecc. ecc.) e, dall’altra, prelevare dalle tasche delle farmacie una cifra assurda e assolutamente insostenibile”.
TAGLI PER TUTTI – La soluzione più semplice, equa e facilmente applicabile, secondo Federfarma, potrebbe essere la riduzione del prezzo dei medicinali a carico del SSN, una misura che si distribuirebbe in modo equo sull’intera filiera, industria, grossista, farmacia. Per ottenere lo stesso risparmio per il SSN previsto dalla manovra, sarebbe sufficiente tagliare i prezzi dei farmaci del 3,3%.
VANTAGGI PER TUTTI – La riduzione dei prezzi consentirebbe ai cittadini che non ricorrono al SSN di spendere meno per acquistare i farmaci di tasca propria, con effetti di contenimento dell’inflazione. La riduzione dei prezzi favorirebbe inoltre gli ospedali e le ASL che potrebbero acquistare i farmaci, partendo da un prezzo minore.
AUMENTANO I TICKET IN PUGLIA – “Le regole imposte dalla Manovra economica impongono ristrettezze e un limite all’alto tasso di ospedalizzazione in Puglia”. Parola del Governatore Nichi Vendola. Le ipotesi allo studio della Regione Puglia in tema di ticket prevedono tre diverse situazioni: ticket in caso di ricorso eccessivo alle ricette rilasciate dalla Guardia Medica, per le ricette che eccedono un tetto da definire e per la fascia di reddito annua che passa da 29mila euro a 25mila.
L’assessore alla Sanità Tommaso Fiore, durante una riunione di capigruppo, ha spiegato la manovra prevede un piano di rientro attorno ai 310-320 milioni di euro in tre anni. Fiore ha anche smentito che la regione stia pensando alla chiusura di 24 ospedali come alcuni voci di corridoio lasciavano intendere.
La possibilità di ridurre i costi della sanità riducendo il numero di cittadini esenti dal ticket (escludendo però i cronici e quelli in difficoltà economica) ha ricevuto il placet di medici, farmacisti e anche del Tribunale per i diritti del Malato ma non ai Consumatori, secondo i quali “rischia di diventare un’operazione impopolare e infruttuosa”.
Tra le ipotesi per il controllo della spesa farmaceutica al vaglio della Giunta vi sarebbero sanzioni economiche per medici dalla prescrizione troppo facile, e correttivi anche sulla spesa farmaceutica ospedaliera, in crescita continua .