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Confische alla Mala, con ‘gravame’ ipoteche

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Luglio 2010
Editoriali //

Agenzia beni confiscati (image governo.it)
Agenzia beni confiscati alla Mala (fonte image governo.it)
Manfredonia – CIRCA 900. Dunque, poco meno di 1000. E’ l’ammontare complessivo dei beni confiscati, nella sola Puglia, alla criminalità organizzata. Il dato è emerso dopo l’analisi svolta dal Ministero dell’Interno italiano, in occasione dell’inaugurazione da parte del ministro Roberto Maroni, oggi a Roma, della seconda sede dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’Agenzia, che ha sede principale a Reggio Calabria, entro l’anno dovrebbe essere presente anche a Napoli, Palermo e Milano.

DOPO LA CONFERENZA DI MANFREDONIA – Lunedì scorso il ministro aveva preannunciato a Manfredonia (dove aveva presieduto una riunione tecnica del coordinamento interforze delle province di Bari e Foggia, decisa dopo i recenti omicidi connessi alla faida del Gargano ) che nella giornata odierna vi sarebbe stata la riunione del comitato dell’agenzia, in cui sarebbe stata discussa anche la destinazione dei beni confiscati a Bari. Il titolare del Viminale e il sottosegretario Mantovano avevano precisato l’intenzione di voler “mettere tali beni (appartamenti e garage) a disposizione della Procura, accogliendo la richiesta pervenuta dal procuratore di Bari, Antonio Laudati“, beni che dovrebbero dunque essere assegnati in tempi rapidi affinchè possano divenire uffici ed archivio della Procura e della Polizia Giudiziaria.

I DATI, I 5000 BENI DELLA SICILIA – Ma l’ammontare complessivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata pugliese è ben maggiore, come si è detto: 897, dato che pone la Puglia al quinto posto della classifica stilata dal Viminale, dietro Sicilia (5mila beni), Campania (1.600), Calabria (1.500), Lombardia (1.000), e prima del Lazio (500). Interessante notare come la confisca dei beni frutto delle attività criminali sia un fenomeno che riguarda “tutte le Regioni ad eccezione della Valle d’Aosta”, per un totale pari ad oltre 10mila beni.
Degli 897 beni confiscati in Puglia, 136 sono gli immobili in gestione, 504 gli immobili destinati e non ancora consegnati, 126 quelli invece destinati e già consegnati, 33 gli immobili usciti dalla gestione e 98 le aziende confiscate.

Il dato per province vede 341 beni confiscati a Bari, 239 a Brindisi, 127 a Lecce, 107 a Taranto, e 83 a Foggia; non risultano ancora confische di beni nel territorio della Bat (Barletta-Andria-Trani). Il dato della provincia di Foggia (teatro decennale di sanguinosi eventi criminali collegati alla mafia garganica, finora gravemente sottovalutati, come ammesso dallo stesso Maroni a Manfredonia lunedì scorso) vede 27 immobili in gestione, 24 immobili destinati e consegnati, 29 quelli non ancora consegnati, 2 immobili usciti dalla gestione e 1 azienda confiscata ( Il bando, i beni confiscati alla Mala a Manfredonia e beni confiscati, la Villa di Siponto .

Per Maroni l’Agenzia è “una cabina di regia” che raccoglie tutti i dati dei beni sottratti alla criminalità organizzata a livello nazionale, e la sua creazione rappresenta “una svolta di valenza culturale prima ancora che un metodo efficace” per contrastare le mafie, perché dimostra ai cittadini “che lo Stato c’è, non solo on i militari e le forze dell’ordine”. Il compito dell’Agenzia è almeno duplice: da un lato il valore strategico di sradicare le basi economiche delle mafie del Belpaese ( capaci di ramificarsi in qualunque settore, a cominciare da quello degli appalti pubblici); dall’altro, il non meno importante significato simbolico. E’ quest’ultimo che emerge, ad esempio, nell’evento organizzato per il prossimo 15 agosto, quando a Corleone si assisterà alla destinazione della casa confiscata al boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.

L’AGENZIA NAZIONALE- L’Agenzia, nata meno di tre mesi fa, è stata definita dal Ministro la “punta di diamante”, insieme alla cattura dei latitanti, della strategia di contrasto alla criminalità organizzata; un Ente la cui attività è “assolutamente strategica”perchè, seguendo l’intero iter del bene, ne garantisce la tempestiva destinazione dando ai cittadini la consapevolezza che “lo Stato c’è, continua ad esserci, non solo ripristinando la sicurezza ma anche restituendo alla società i beni ad essa sottratti dalla criminalità e – non ultimo – mantenendo i posti di lavoro”. Si tratta, per Maroni, di una “svolta prima di tutto culturale” perché “la destinazione dei beni è fondamentale per risvegliare la coscienza civica e convincere i cittadini che possiamo farcela, che la guerra contro la mafia può essere vinta”.

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