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Balneari in sciopero: tutto gratis per un giorno

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Luglio 2010
Editoriali //

Spiaggia-lettini (fonte image: Adnkronos)
Spiaggia-lettini (fonte image: Adnkronos)
Manfredonia – CONVIENE recarsi al mare il 20 luglio. Le famiglie italiane, alle prese con le quotidiane ristrettezze a cui le ha abituate la crisi economica, qualora decidessero di trascorrere la giornata in spiaggia, troverebbero infatti ad attenderle una gradita sorpresa: per quel giorno a disposizione cabine, lettini, ombrelloni e sdraio senza nemmeno un euro. Merito della protesta decisa, per la prima volta, dai circa 10mila stabilimenti balneari italiani del Sib (Sindacato italiano balneari).

Allla base dello sciopero la contrapposizione degli imprenditori balneari aderenti alla Fipe-Confcommercio alla (obbligata) subordinazione dello Stato italiano alla normativa europea sulla concorrenza. In Italia, infatti, caso unico, le concessioni demaniali marittime (stimate in circa 25mila) non conoscono la parola “concorrenza”, ma sono rinnovate automaticamente anno dopo anno sempre agli stessi concessionari Lidi in contesa e La privatizzazione selvaggia delle spiaggie, situazione che rende i balneari italiani non molto diversi da una “casta” di intoccabili. Finora. Adesso infatti la “direttiva Bolkenstein” (in realtà datata 2006 ma lo Stato è riuscito a spuntare rinvii su rinvii, come sempre avviene quando la classe politica non vuole inimicarsi una casta) sulla concorrenza obbliga l’Italia ad abolire tale situazione, quello che viene chiamato “diritto d’insistenza“.

Il risultato è il diktat di Bruxelles al Belpaese: o mette all’asta le concessioni balneari, introducendo finalmente un regime concorrenziale anche in tale comparto economico, oppure sarà colpito dalle sanzioni UE. Come termine di scadenza per l’adeguamento è stato fissato il 2015, ma entro dicembre dovrà già essere deciso dalle istituzioni italiane come dare attuazione alla direttiva europea.

Da parte dei balneari si minacciano rivolte e si piangono gli effetti della crisi. Riccardo Bongo, presidente del sindacato, ricordando che il comparto balneare in Italia è formato da 30mila piccole e medie imprese familiari con oltre 600mila addetti, spiega illustrando lo sciopero del 20: “Il Governo e il Parlamento hanno accettato i rilievi mossi dalla Commissione europea in ordine al rinnovo delle concessioni turistico-ricreative rinunciando in questo modo a ogni assunzione di responsabilità e a ogni linea di difesa per un settore che rappresenta da anni un ruolo fondamentale nel quadro globale del turismo europeo e mediterraneo. Il rischio è quello di cancellare una tradizione tutta italiana, migliaia di posti di lavoro e una immagine turistico balneare che è stata costruita con il lavoro e la passione in oltre 2 secoli di storia”.

La principale nota dolente per gli imprenditori balneari è, manco a dirlo, costituita dai canoni demaniali: “Oltre 1.000 stabilimenti oggi rischiano la concessione perché non sono in grado di corrispondere canoni demaniali esorbitanti, originati dalla legge Finanziaria 2007 che ha equiparato le pertinenze ai valori del mercato immobiliare – continua Bongo – Siamo ancora in attesa che venga trasformato in legge il Protocollo di Intesa che disciplina la materia, sottoscritto nel mese di novembre 2008 dall’attuale Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, da tutte le Regioni e i sindacati di categoria, che introducendo un sistema più equilibrato di determinazione, consentirebbe di raggiungere un gettito per l’erario superiore all’attuale e in misura sopportabile per tutte le imprese”.

Dal sindacato degli imprenditori balneari è anche partita la richiesta di un incontro urgente con il premier Silvio Berlusconi, oltre alla decisione di accompagnare la singolare protesta del 20 luglio con una raccolta di firme. “Sempre a partire dal 20 luglio negli stabilimenti balneari è stata avviata una raccolta di firme che coinvolgerà i clienti fino alla fine della stagione estiva – conclude Bongo – per testimoniare la loro solidarietà nei confronti degli imprenditori balneari impegnati a richiamare l’attenzione del Governo, del Parlamento e della politica sulla necessità di assicurare un domani alle concessioni turistico-ricreative, per questo motivo chiediamo un incontro urgente con il Presidente del Consiglio, on.le Silvio Berlusconi. Siamo determinati a difendere il nostro lavoro e per farlo, se sarà necessario, siamo disposti a tutto, anche alle azioni più clamorose“.

Ed allora per una giornata le famiglie italiane potranno godersi il mare senza pensare al portafoglio. Quello a cui, invece, non si può fare a meno di pensare, anche nella giornata del 20 luglio, è l’incredibile paradosso rappresentato da ben 4.042 chilometri di costa balneabile dati dallo Stato italiano in concessione ai privati per un ricavo pari ad appena 97 milioni di euro (dato del 2009). Un dato che da solo dovrebbe far riflettere, perchè è stimato invece in (almeno) due miliardi il fatturato intascato dai signori (sempiterni, finora) delle concessioni, oltre al nero del cui ammontare non si ha nemmeno una vaga idea.

4 commenti su "Balneari in sciopero: tutto gratis per un giorno"

  1. LE SPIAGGE DEVONO ESSERE TUTTE LIBERE!!
    fa bene la comunità europea.
    basti vedere Manfredonia dove sono sempre gli stessi che si arricchiscono.

  2. era ora!vorrei fare io “l’imprenditore” come fanno loro. Lavorano al mare per 4 mesi e con i guadagni accumulati si mantengono per il resto dell’anno…che faccia tosta che hanno a protestare quando dati alla mano pagano dai 10.000 ai 15.000 di affitto all’anno e fanno pagare 5.000€/mese per 1 ombrellone.

    a lavorare..

  3. 5000€ al mese per un ombrellone???? hahahahha ma dove???? l’invidia e l’ignoranza sono una cattiva bestia……

  4. non c’è niente da ridere perchè in versilia o certe spiaggie liguri un ombrellone rende dai 1000 ai 2000 €
    mensili con un affitto demaniale di €4000
    annui(una vergogna)
    i conti sono subito fatti!
    uno stabilimento medio di circa 150
    ombrelloni (riferimento tutta italia)
    lavora 180 giorni,con una percentuale molto bassa diciamo il 50% di occupazine,
    sono 90 giorni x 150 ombrelloni sono
    13500 presenze per una media di €15
    (molto onesta) sono €202.500.di ricavo,
    escluso cabine,doccie,spogliatoi,bar,ristorante e giochi vari .
    considerato questo voglio solo dire che
    non tutti sono ignoranti .
    e affermo che è giustisimo fare bandi publici e se aspetterebbe a me lo farei con durata massima di 15 anni non rinnovabili e con una quota minima di € 200 ad ombrellone .allora si che anche le casse dello stato o regioni che sia comincerebbero a gonfiarsi e prenderebbero
    il giusto senza pretendere altro.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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