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‘Riforme forzate’, i tagli di Fiore sui piccoli ospedali

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
28 Luglio 2010
Editoriali //

Piano di rientro sanitario: tagli per i piccoli ospedali pugliesi (pietrodambrosio.blogspot.com)
Piano di rientro sanitario: tagli per i piccoli ospedali pugliesi (pietrodambrosio.blogspot.com)
Monte Sant’Angelo – SUL sito della Regione Puglia, un’espressione colorata in blu asserisce “Sanità pugliese, le cose cambiano in meglio”. La maggior parte dell’opinione pubblica non concorderà forse con questa tesi, specie se si osservano le recenti manovre economiche che stanno investendo la sanità pugliese, già gravata dai debiti contratti nel corso degli anni.

FOCUS – L’assessore Fiore presenta il piano di rientro sanitario: passivi per 900 milioni e Ddl assestamento e variazione bilancio e Regione, ok a rendiconto 2009: Manovra per 324 milioni

Proprio in questo clima “di riforme forzate”(perché così impone la Finanziaria varata dal Governo, si giustificano i vendoliani) numerosi gli incontri e i dibattiti che si sono susseguiti per scongiurare la paventata chiusura di alcuni reparti dell’ospedale “San Michele Arcangelo”, prevista dal piano di rientro dell’assessore alla Salute della Regione Tommaso Fiore.

TRA l’altro è prevista la soppressione di tanti piccoli ospedali, una ventina circa in tutta la Puglia, per un risparmio di circa 450 milioni di euro, a fronte di una previsione di entrate per 105 milioni di euro, senza che siano aumentate le tasse locali. Tagli necessari ed inevitabili, anche se dolorosi. La ricetta per curare questo dolore restano i tentativi degli amministratori locali di creare i c.d. tavoli di concertazione con la Regione.

Il Presidente della Commissione Sanità Regione Puglia Dino Marino Marino: “Sanità, da Roma ingerenze nei confronti del governo regionale, dopo aver visitato i locali dell’Ospedale Civile e del Centro di Riabilitazione Motoria Padre Pio, è stato ricevuto in Comune dal Sindaco Andrea Ciliberti, per discutere dei problemi della Sanità che interessano il Comune di Monte S. Angelo, in particolare la possibile chiusura del reparto di geriatria e del Centro Riabilitazione Motoria Padre Pio.

Per l’Ospedale sono state formalizzate delle ipotesi di proposte che sono state discusse nel Consiglio comunale di Monte Sant’Angelo dello scorso 16 luglio, proposte sottoposte successivamente al Presidente della Regione Puglia e all’Assessore regionale alla Sanità in un incontro che verrà fissato a breve in Regione.

Il “San Michele Arcangelo” sorge in un territorio montano dal quale è difficile raggiungere gli ospedali vicini, soprattutto durante la stagione invernale, caratterizzata da abbondanti nevicate che bloccano i mezzi di trasporto. Si può aggiungere anche un’ulteriore difficoltà per la popolazione ‘più avanti con gli anni’, costretta a non facili spostamenti per le cure e le visite mediche da prenotare in altri centri ospedalieri del Gargano, oltre alla perdita di nuovi posti di lavoro.

Proprio per questo gli amministratori di Monte Sant’Angelo hanno promesso che difenderanno “con tenacia” la struttura ospedaliera nata più di trent’anni fa. L’argomento è stato affrontato in Consiglio comunale con la presentazione di una proposta unitaria, votata all’unanimità, con l’obiettivo di difendere i servizi esistenti nell’ospedale “San Michele Arcangelo”: conservare i 16 posti di Geriatria o in alternativa Medicina Interna, mantenere la chirurgia generale del Day Surgery, mantenere 10 posti letto di riabilitazione, conservare inoltre il punto di Primo intervento, il Servizio di diagnostica per immagini, il Servizio di patologia clinica, il Centro di dialisi, il Servizio di cardiologia e infine il Servizio di diabetologia.

Il consigliere dissidente Peppino Totaro ha ribadito inoltre che “è facile scaricare le colpe di una disastrosa gestione della sanità sul governo nazionale. In realtà – ha dichiarato – la responsabilità del deficit di bilancio è del governo di centro sinistra regionale, colpevole di aver gestito la sanità in maniera del tutto dissennata. Ecco perché occorre unirsi per difendere l’ospedale di Monte, che fino ad oggi è stato sempre il fiore all’occhiello dell’Asl (almeno per ciò che riguarda la RSA, Residenza sanitaria assistenziale per anziani) senza essere mai tacciato di inefficientismo” (fonti punto di stella. it).

A tal proposito è stato costituito presso l’Assessorato regionale alla sanità, con la disponibilità dell’Assessore, Tommaso Fiore, un tavolo permanente sui temi della sanità con il compito di “analizzare le fasi di elaborazione del piano per avviare un confronto di merito con le organizzazioni sindacali”, le quali non hanno mancato di sottolineare, in questo delicato momento, “l’esigenza di un equilibrio tra le riduzioni di spesa ed i nuovi investimenti tesi a rafforzare le strutture sul territorio al fine di determinare una riduzione dei tempi di attesa e della mobilità passiva”. I provvedimenti annunciati riguarderanno soprattutto una riduzione dei posti letto Per Casa Sollievo della Sofferenza riduzione di 40 posti letto per acuti con la conseguente ridimensionamento della rete ospedaliera regionale, una riorganizzazione dei piccoli ospedali, un taglio di posti letto nella sanità privata ed un intervento, sul versante del personale, sulle dotazioni organiche.

“Non possiamo somministrare la stessa medicina di Fitto – sostiene l’esponente Pd – se si chiude un ospedale, cosa ci mettiamo al suo posto per garantire ai cittadini pugliesi il diritto alla salute? Sono convinto che prima di chiudere c’è bisogno di garantire risorse umane e finanziarie per la medicina del territorio”. “In alcuni casi i Pal, Piani di attuazione locali, hanno previsto la trasformazione di alcuni stabilimenti ospedalieri, con strutture di riabilitazione e servizi territoriali – spiega il consigliere regionale – Partiamo da lì, da una programmazione condivisa con i territori. Infine non si capisce perché il piano di accorpamento di alcuni ospedali attraverso l’utilizzo del progetto di finanza, messo a punto già dal 2006, è rimasto chiuso in qualche cassetto”. Lo ha affermato il consigliere regionale del Partito democratico, Dino Marino.

Mantenere l’assistenza sanitaria territoriale, ma tagliare sugli ospedali: questa la ricetta progettuale della Giunta Vendola, che si prepara a riporre nel cassetto l’originario piano sanitario di Fiore. E invece si ragionerà sulle strutture di riferimento riprendendo parte del Piano Fitto. Nel mirino 24 dei 60 piccoli ospedali pugliesi, l’ARES (l’Agenzia regionale per la sanità) sta preparando i dati necessari per attuare il piano. L’ARES è Azienda strumentale della Regione, sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale, con compiti di supporto tecnico-operativo per la programmazione sanitaria regionale, per il controllo di gestione e conseguente monitoraggio dell’equilibrio economico del Servizio sanitario regionale (SSR), per la valutazione comparativa dei costi e della qualità dei servizi sanitari. Quest’ultima calcolerà l’incidenza dei ricoveri, l’utilizzo dei posti letto, i costi su degenze e interventi chirurgici, reparto per reparto. Anche il governatore Vendola conferma la linea dura ma inevitabile rispetto alla cura dimagrante della Finanziaria, 368 milioni di euro in meno alla Puglia negli altri settori, 100 milioni nella sanità con tagli strutturali già annunciati dall’assessore Fiore di oltre 200milioni all’anno (fonti ufficio stampa Regione Puglia).

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