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Cacciatori pugliesi contro i bracconieri. Il caso Cassol

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
24 Agosto 2010
Editoriali //

cacciatore
cacciatore (cacciapassione.com)
Foggia – “L’ASSOCIAZIONE Venatoria Regionale Libera Caccia Puglia, appresa la tragica notizia dai mass-media dell’uccisione del Sacerdote Don Francesco Cassol ( Omicidio don Cassol: confessa l’autore dell’omicidio) nelle campagne della murgia barese che potrebbe essere stata causata da un fatale errore di un “cacciatore”, si associa all’immenso dolore della Famiglia Cassol e condanna vigorosamente l’ignobile gesto e chi lo ha perpetrato, che, sicuramente, non appartiene alla Nobile famiglia dei Cacciatori in genere ed in questo caso a quelli Pugliesi”. Così Michele Lisi, Presidente regionale della Libera Caccia interviene sulla tragica vicenda che ha portato alla morte del parroco di Longarone.

IL BRACCONIERE VA BRACCATO – L’associazione condanna altresì “le fonti informative che continuano a denigrare il Mondo Venatorio approfittando di una notizia così tragica e su cui la Magistratura sta lavorando per fare e dare giustizia. Ebbene se prevarrà la tesi che l’evento è stato causato da qualcuno che magari è in possesso di porto d’armi, ciò non vorrà dire che costui sia un cacciatore. Perchè, cari giornalisti, il Cacciatore è un cittadino di questa Repubblica che rispetta le Leggi e le norme che disciplinano l’Attività Venatoria. Diversamente è il bracconiere che va braccato, catturato e condannato severamente e che non fa parte della categoria dei Cacciatori con la “C” maiuscola.”Infine – conclude il presidente di Anlc Puglia -questa Associazione si riserva, ad indagini concluse, di costituirsi parte civile in un eventuale processo a farsi”.

LA CACCIA LIMITATA A TRE MESI – Il nuovo Calendario Venatorio regionale dell’annata 2010/2011 stato approvato lo scorso 4 agosto 2010, e prevede, tra le altre cose, che la caccia al cinghiale inizi dal primo novembre e termina il 30 gennaio. Data la restrizione temporale così limitata si verificano periodicamente diversi casi di “bracconaggio” nel territorio pugliese, e questo è particolarmente evidente nel territorio del Parco Nazionale del Gargano. Ogni anno, infatti, numerosi cacciatori provenienti da ogni parte d’Italia, affollano il Gargano durante la stagione venatoria (e non solo) allettati dalla possibilità di andare a caccia di beccacce, tordi, colombacci, allodole, quaglie oppure a cinghiali e daini, rifocillandosi dopo la battuta in accoglienti e convenienti alberghi. Che il fenomeno della caccia sia in continuo aumento nel nostro territorio lo dimostra anche la recente approvazione, da parte della Regione Puglia, di una nuova ZAC (Zona Addestramento Cani) nel territorio di Manfredonia (Fg) (vedi Focus: Focus ).

LIMITAZIONI E INCIDENTI – Tra le numerose limitazioni contenute nel nuovo Calendario Venatorio Regionale ( Calendario venatorio Puglia ), il fatto che la caccia sia consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto e che il cinghiale possa essere cacciato per un massimo di un capo per ogni giornata di caccia. Altre limitazioni riguardano il trasporto delle armi nelle ristrette zone del Parco Nazionale del Gargano adibite alla attività venatorio e, in particolar modo, il divieto di introduzione, da parte dei privati, di armi, di esplosivi e di qualsiasi mezzo di distruzione e cattura, se non autorizzata. Nonostante ciò, ogni anno, nel territorio pugliese, si verificano episodi di incidenti, più o meno gravi, legati alla caccia che coinvolgono gli stessi cacciatori o i cani addestrati all’arte venatorio, e il Gargano, per sua stessa estensione, risulta difficilmente controllabile da parte degli uomini della Forestale.

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