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‘Bavaglio’, la Tv che sopprime

AUTORE:
Nico Baratta
PUBBLICATO IL:
1 Settembre 2010
Editoriali //

Bavaglio, 'quando la Tv sopprime'
Bavaglio, 'quando la Tv sopprime' (image: metropolisweb.it)
«Non ci vuole solo coraggio, bensì certezza delle fonti e consapevolezza che dall’altra parte, quella del pubblico, arrivi l’informazione proposta. Solo così si potrà percepire se il lavoro d’inchiesta svolto dai giornalisti non è stato vano, stabilendo quel feed-back con l’interlocutore, creando perciò la comunicazione».

Foggia – UNA premessa, la mia, in nome della libertà d’informazione che un’orrenda legge ha imbavagliato gli italiani, in particolare quei giornalisti che dell’etica e libertà ne fanno una missione quotidiana.

Qualche giorno fa, il 26 agosto, nel Chiostro di Santa Chiara a Foggia, si è svolto l’incontro “Documentari senza bavaglio”. Un appuntamento organizzato dal “Link Collettivo Foggia”, un gruppo di giovani universitari liberi da quel bavaglio dell’informazione, che l’attuale Governo ha promulgato come legge e che di liberale ha solo il termine scritto da qualche parte. Un evento cui hanno partecipato e sostenuto da altre associazioni volontarie, nel nome della libertà d’informazione di qualsiasi colore, con il partenariato della libreria Ubik di Foggia.

Durante la serata, è stato presentato in anteprima regionale, il film documentario “Le Dame e il Cavaliere – Sesso e Potere una storia italiana”. Un’inchiesta svolta da alcuni giovani giornalisti, fra cui due mie conterranee, Stefania Creatura e Luisa Sgarra, sulle vicende che riguardarono, e tuttora in essere, i rapporti intercorsi tra il Premier Silvio Berlusconi, le famose escort, Patrizia D’Addario e la “piccola” Noemi Letizia.

Un’abominevole e intrigante storia, appunto, fra sesso e potere. Un perfetto sexgate tutto italiano, dagli intrighi ancora non risolti e verità molto celate. Un film-inchiesta che non andrà mai in onda sui canali televisivi e che rivela ciò che “Lui e alcuni di loro” vorrebbe farci dimenticare.

La serata è iniziata con la visione di una clip con rivelazioni scottanti sulle vicende di Ustica ‘Il silenzio della verità (di Maria Pia Telera)”. Tutti ricorderanno cosa successe nel lontano 27 giugno 1980, dove un aereo Douglas DC9 dell’Itavia precipitò nel mare dell’isola di Ustica cagionando la morte di 81 civili.

Testimonial d’eccezione della clip intitolata “Sopra e sotto il tavolo (Pironti Editore, giugno 2010)”, il Presidente Emerito Francesco Cossiga, scomparso poco tempo fa alla veneranda età di 82 anni Morte di Cossiga, cordoglio delle istituzioni, che con le sue ultime rivelazioni del 24 maggio 2010, fece riaprire il caso. Ebbene cari lettori, “il Picconatore” ancora una volta mise a segno uno dei suoi colpi migliori, affermando che quel giorno il DC9 dell’Itavia fu «Abbattuto».

Un errore umano? O un missile, puntato su un altro aereo, che colpì quello sbagliato?

Di certo, rivela Cossiga ai due giovani giornalisti, Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola, che quel giorno lo spazio aereo sopra Ustica era interessato da più aerei, e questo io penso che sia un dato già noto e acquisito da tutti. Lo scomparso “picconatore” parla di un aereo libico con Gheddafi a bordo, e che era di ritorno in patria.

Contemporaneamente e per sfuggire ai radar dei vari controllori di volo civili e militari, un aereo dell’aviazione militare francese, che seguiva “in ombra” il velivolo libico, si dispose dapprima in linea e poi sotto l’aereo civile italiano, confondendo e poi annullando la sua posizione sui radar. Nel frattempo, e qui subentra l’agghiacciante verità di Cossiga, un missile centrò in pieno il DC9 dell’Itavia: «per sbaglio, volendo colpire l’aereo del Presidente libico», l’affermazione di Francesco Cossiga. Un missile, e termina Cossiga, che riassumendo afferma fu detonato dalle responsabilità morali italiane e francesi in nome dell’alleanza con gli Stati Uniti. Sono trascorsi trent’anni dalla tremenda sciagura e poche decine di giorni dalle ultime parole dell’Emerito Presidente Cossiga: oggi si è in attesa ancora di verifica e conferme delle affermazioni dell’ex Senatore a vita, mentre gli 81 civili sono ufficialmente morti.

“Le Dame e il Cavaliere – Sesso e Potere una storia italiana”, un film-inchiesta autoprodotto, che ha incontrato lungo tutto il percorso dell’inchiesta ostacoli per la pubblicazione e distribuzione, divieti e dinieghi, e che finalmente è riuscito a farsi vedere e apprezzare grazie alla “produzione Telemaco”. Un lavoro certosino e libero, definito da molti come pericoloso, quello svolto dai giovani giornalisti, che stanchi delle solite “minestrine mediatiche insipide” trasmesse da compiacenti e controllati programmi televisivi e della carta stampata, ha voluto diffondere senza veli e censure.

Molte le testimonianze, alcune di spessore e oculari, quelle rilasciate ai giovani colleghi della stampa, scoprendo l’altra faccia della medaglia di vicende “censurate” all’informazione. Nomi eccellenti della stampa e gossip italiano, intercettazioni telefoniche verificate, sono solo alcune delle verità fornite per la realizzazione del film diretto da Franco Fracassi.

Testimonial oculari dei retroscena del sexgate sono due ex parlamentari del PDL, l’ex europarlamentare Marcello Vernola e l’ex senatore Paolo Guzzanti. Definita “Mignottopoli”, i due ex rivelano di come il Premier Berlusconi scegliesse le donne da far entrare in politica con cariche istituzionali, con la complicità dei suoi “delfini” e allontanando chiunque lo contraddicesse. Dei veri e puri agnelli sacrificali, compiacenti donnine assetate di soldi e potere senza rendersi conto dell’umiliazione alla classe femminile. E il tutto in nome di una politica senza cervelli e piena di curve e ammiccamenti. Fra le tante rivelazioni, i due ex europarlamentari non hanno difficoltà a dire che Berlusconi concepisce il Parlamento Europeo e, conseguentemente, quello italiano, un luogo dove solo qualcuno deve pensare, mentre tutti gli altri devono limitarsi a pigiare, a comando, un bottone.

La dice lunga sulle veline parlamentari, vero?

Questo, fu uno dei motivi dell’espulsione dei due ex dal PDL, sostituiti volutamente da quelle compiacenti “donnine” pronte a tutto pur di avere potere, anche in tv.

Palazzo Grazioli e Villa Certosa sono un esempio evidente della “mignottopoli” che oggi decide per noi. A farne le spese delle scabrose e alquanto senili avventure di un uomo malato, è stato anche il fotografo Antonello Zappadu, oggi “rifugiatosi” in Colombia. Ma i due ex europarlamentari non si limitano a fornire dettagli sulle scelte delle “nuove avvenenti donne della politica”: rivelano luoghi e date, seminari organizzati per tale scopo e nomi di chi, con il Premier, ha condotto la selezione delle nuove donne della politica di centro-destra italiana, in particolare quel seminario in Via dell’Umiltà n°36 a Roma.

Mignottopoli? Vi ricordate di Veronica Lario?

Ebbene, ci sono anche rivelazioni che riguardano lei, appunto Veronia Lario contro il «Ciarpame senza pudore», che fa da scudo al proliferare di una catena di montaggio femminile nell’industria Stato Italia e Azienda Europa (qui le fabbriche non son ben viste…).

Altre rivelazioni choc che il film-inchiesta rivela, sono quelle della continua avventura della “ bionda di Casoria”, Noemi Letizia. La “piccola”, da quanto emerge da “Le Dame e il Cavaliere – Sesso e Potere una storia italiana”, è stato ed è lo strumento più dilettevole del Premier, tanto da far costruire intorno a Noemi, una storia fantastica col suo secondo fidanzato; e il tutto per sviare voci inopportune. Dal film, invece si apprende che il giovane fidanzato, non è altro che un ex tronista delle reti Mediaset, prestatosi al gioco (ovviamente con lauta ricompensa) e oggi costretto anch’egli al silenzio più funereo. Napoli, Roma, Sardegna, Casoria, Arcore, sono una delle principali sedi, dove si sono consumati gli incontri del più grande, finora, sexgate italiano.

Un impeachment mancato quello di Berlusconi, anzi non voluto dalla parte interessata ma chiesto dai suoi avversari politici.

Un film-inchiesta, “Le Dame e il Cavaliere – Sesso e Potere una storia italiana”, che vale la pena ascoltare, oltre che vedere con attenzione e libertà di pensiero.

La piacevole serata è proseguita nell’ironia con le vignette di Umberto Romaniello. Un modo divertente per stemperare le scioccanti rivelazioni e preparare il pubblico accorso agli interventi richiesti.

Il vignettista foggiano doc, il “Vauro di Capitanata” come lo chiamo io, ha commentato molte sue vignette sul tema della legge bavaglio e sulle vicende del film appena trasmesso. Battute ironiche e sagaci, forti nei contenuti e squisitamente costruite per doppi sensi che fanno meditare i più ostili sostenitori dell’attuale Premiership politica italiana.

Ed ecco che non sono mancati i commenti; chi era d’accordo, chi no, chi invece ha commentato l’attuale stato della città di Foggia e della sua classe politica, chi l’ha difesa o ne ha preso le parti in modo selettivo. Insomma, un dibattito costruttivo e che ha tastato il polso ai partecipanti, rivelandone lo stato di gradimento. Un dibattito moderato dai ragazzi del Link Collettivo Foggia e della Libreria Ubik, cui hanno partecipato le due giornaliste conterranee, parlando del lavoro svolto per il film, della loro esperienza nel campo giornalistico e delle difficoltà che hanno incontrato e che incontrano per svolgere liberamente questa “missione”. Un successo meritato e garantito.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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