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Vieste nell’era globale / 8 Agua para todos. Le cose che nessuno dirà (di Lazzaro Santoro)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
28 Ottobre 2009
Editoriali //

CONTURBANTI guerrigliere comuniste, ospiti nella casbah del centro storico, armate di gonne mozzafiato e di inebriante Primitivo, in puro stile andalusiano, issano sul balcone del Municipio di Vieste uno striscione con la scritta “Agua para todos”. Il giorno dopo, di fronte al ripetersi del problema, le rinfrescate ragazze (con l’acqua di mare) si recano sul Comune e chiedono di parlare con il sindaco per esporgli la problematica (sebbene sia di competenza dell’Acquedotto Pugliese). Ma un misterioso energumeno, con scatto felino e voce baritonale, sbarra loro la strada suggerendo in perfetto dialetto pugliese di recarsi da Berlukon.

Le esterrefatte ragazze lì per lì non capiscono. In realtà, nel vocabolario del misogino, Berlukon indica il Signore dei Pini, famoso parroco che, per motivi mai del tutto chiariti, decise di abbattere dei bellissimi pini nelle immediate vicinanze di una bellissima chiesa di campagna. Grazie ai buoni uffici del Signore dei Platani, noto costruttore edile che per motivi solo a lui comprensibili rase al suolo spettacolari platani, le avvenenti ragazze risolvono il problema. A giustificazione dell’annoso problema dell’insufficienza idrica, l’Aquedotto Pugliese ci racconta dei soliti e diffusi furti d’acqua. Sarà. E se dipendesse dal fatto che siamo in tanti e la rete idrica è insufficiente a far fronte alle necessità di turisti e residenti? Non lo ammetterà mai nessuno.

Nella Shanghai pugliese i politici e i ricchi fanno la doccia tutte le sere. A casa loro e con l’acqua potabile.

Il problema della fogna urbana a Vieste è come la speculazione alla Stock Exchange di New York: ciclica. Ogni estate, ad agosto, quando il caldo si fa insopportabile, la rete fognaria sparge liquami in molte vie a due passi da rivenditori di frutta e di prodotti ittici accampati su marciapiedi, che marciapiedi non sono più, nell’improvvisato suk della Fontana Vecchia. Forse siamo in tanti e la rete fognaria è insufficiente. Ma questo non lo dirà nessuno.

I politici e i ricchi non sentono la puzza della merda.

Sembra che la programmazione di un’efficiente rete idrica e fognaria non entri nella pianificazione comunale. Per cui si costruiscono palazzi e alberghi indipendentemente dalla capacità reale della rete idrica e fognaria di soddisfare le aumentate esigenze. Quando i territori percorsi dal fuoco saranno invasi da scintillanti alberghi, quando le lottizzazioni programmate saranno completate, quando gli alberghi dell’accordo di programma apriranno le loro porte, causa della cronica mancanza d’acqua saranno i soliti allacci abusivi.

Per la fogna vedrete che la colpa sarà attribuita all’incredibile ingorgo causato dal traffico notturno delle escort che, dopo l’abbandono della Sardegna, hanno eletto Vieste meta delle loro scorribande.

In attesa della completa privatizzazione della spiaggia a nord dell’abitato (gli imprenditori turistici hanno acceso le candele in vista della scadenza elettorale della prossima primavera), Carlos Pereira da Silva, Universidade Nova de Lisboa, stravolto da una settimana di mare nella Striscia di Gaza della spiaggia di San Lorenzo, tra cumuli di immondizia, puzzolenti gas di scarico delle macchine e accampamenti notturni di barbari meridionali, ha finalmente dato una risposta all’interrogativo “Beach carriyng capacity assessment (misura il numero di individui che una spiaggia può ospitare): how important is it?”. La risposta è stata: «…azz, it’s very important».

Alla fine di questa ballata rimane il dubbio che politici e giornalisti, nella convulsa attività di autocelebrazione di Vieste, confondano la finzione con la realtà. Invito l’Assessore al Turismo Rosiello, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia Angelo Gianmario, i giornalisti Sollitto e Brando a guardare in faccia la realtà di Vieste. Incomincino, con le dovute precauzioni, dal cimitero, dove le vipere, nel degrado assoluto, costituiscono una seria minaccia per le persone in visita ai loro cari.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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