I CRITERI DI SCELTA DEI SITI – Non si tratta di un semplice piano di previsione ma di uno studio già strutturato, un programma per definire il futuro stoccaggio delle scorie. Benchè si parli spesso di nucleare di nuova generazione e più sicuro per tutti, i criteri di scelta dei siti escludono tutte le zone troppo abitate, quelle con rischi sismici e geologici, le montagne, le isole. Ma soprattutto la mappa si concentra su aree poco sviluppate economicamente dove suadenti incentivi statali potrebbero indurre più di un comune a cambiare idea sul nucleare.
UNA MARE DI INCENTIVI PER I COMUNI INTERESSATI – Ogni area di stoccaggio delle scorie avrà le dimensioni di circa 300 ettari e accoglierà, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Gli enti locali che si troveranno nelle zone idonee potranno discutere con i cittadini per candidarsi in gara per ospitare gli impianti. Così come evidenziato dal quotidiano il Sole 24 Ore, i fondi incassati dai comuni che hanno accolto scorie prodotte dalle 4 centrali nucleari italiane (Trino, Latina, Caorso e Garigliano di Sessa Aurunca) attive fino al 1986 e dai centri di ricerca sono pari, finora, a di 79 milioni di euro. Per Caorso, ad esempio, il nucleare è stata una vera manna dal cielo. “Abbiamo azzerato i mutui del comune – ha spiegato il sindaco Fabio Callori -, abbiamo dimezzato la tassa rifiuti, paghiamo la metà delle spese scolastiche dei ragazzi, diamo un regalo di 500 euro a ogni neonato, abbiamo allestito un ambulatorio diagnostico, diamo incentivi al fotovoltaico, aiutiamo chi acquista auto a gas”.
UN BUSINESS PARI A 300 MILIARDI DI EURO – Dal sito aziendale della Sogin (sogin.it) si scopre che la società ha acquisito nel 2004 il 60% delle azioni di Nucleco, che opera nella gestione e nel trattamento dei rifiuti radioattivi e speciali tossici e nocivi. Il rimanente 40% è di proprietà di ENEA. Nei prossimi trent’anni il mercato mondiale del decomissioning (lo smantellamento delle centrali nucleari) è previsto nell’ordine di 300 miliardi di euro. Nel 2003, Sogin ha assunto, inoltre, la gestione dell’impianto Rotondella (Matera) nel quale sono state condotte ricerche sui processi di ritrattamento del ciclo uranio-torio per verificare la sua eventuale convenienza tecnico-economica rispetto al ciclo del combustibile uranio-plutonio normalmente impiegato. Sempre nel sito della Sogin si riporta la “durata” della radioattività delle scorie nucleari, essendo in funzione del tempo di decadimento dei diversi radioisotopi presenti, è estremamente variabile andando da pochi secondi a decine o centinaia di migliaia di anni.
NIENTE NUCLEARE, MANCA L’AGENZIA – Tecnicamente la Sogin avrebbe già dovuto consegnare al ministro dello Sviluppo economico a interim Silvio Berlusconi, che nei giorni precedenti si era complimentato con la società per il lavoro condotto, il progetto di “candidatura” dei comuni interessati, ma, purtroppo (specie per il quotidiano il Sole24 che parla di situazione “disperante” della politica italiana) l’Agenzia per la sicurezza nucleare non c’è ancora e i tempi per il ritorno al nucleare dovrebbero slittare almeno per il 2013.
“L’IDEA DELLE SCORIE NUCLEARI IN PUGLIA E’ DEMENZIALE” – Allo stato attuale la politica pugliese non sembra aver particolamente apprezzato la candidatura del nostro territorio ad area di deposito di materiale radiattivo. ”L’idea che in Puglia possa essere localizzato un sito per le scorie nucleari e’ semplicemente demenziale”. Lo ha afferma oggi il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio, del Partito Democratico. ”Eppure e’ quanto prevede il piano elaborato dalla Sogin per conto del governo nazionale”, aggiunge. ”Proprio questo – prosegue – e’ il paradosso dell’Italia di oggi: da mesi manca il ministro competente in maniera energetica, quello per le attivita’ produttive, da anni la Sogin sopravvive in regime commissariale, e non si trova il modo di nominare un consiglio d’amministrazione, eppure si trova il modo di creare allarme e preoccupazione tra i cittadini. Rivolgo un consiglio al governo e alla Sogin: girate al largo dalla Puglia”.
L’ultima puntata di PRESA DIRETTA (raitre) ha trattato proprio questo argomento. Ha mostrato come la germania (intesa come popolazione e non come governo) prema perchè si esca dal nucleare. Ha mostrato l’aumento di leucemie(triplicato) nei mambini fino a cinque anni nelle zone in cui è insediata una centrale (risultati scientifici e non tenendo conto di altre varie forme di tumore). Ha mostrato L’IMPOSSIBILITA’ e ripeto impossibilità di istituire un deposito permanente per scorie di media e bassa radioattività, inconcepibile pensarne per quelle più pericolose. Ha mostrato come l’unica centrale in costruzione in europa negli ultimi vent’anni (finlandia) e di concezione francese e di ultima generazione si stia rivelando una questione piuttosto controversa ( una centrale più sicura ma in cui non sono a norma manco le saldature!!).
Ha mostrato la sconfortante situazione del mare d’irlanda e la passiva rassegnazione dei francesi in normandia che convivono con queste centrali.
Qua in puglia magari, ci mancano tante cose, ma dubito che qualcuno senta la mancanza di un bel deposito di scorie nucleari. Tutte le agevolazioni fiscali sono specchietti per allodole. Il risparmio derivante non basterebbe a coprire le spese mediche che certamente ci toccherebbe affrontare e che comunque non ci salverebbero la vita.