Foggia – FARMACIE con serrande abbassate il 4 novembre. A chiarirne le motivazioni è l’Associazione Provinciale Titolari di Farmacia di Foggia attraverso un manifesto affisso da giorni alle vetrine allo scopo di minimizzare i disagi per i cittadini.
“Da sei mesi anticipiamo centinaia di migliaia di euro alla ASL di Foggia per garantire i tuoi farmaci. Tu cosa faresti al nostro posto?”
Il fatto è che l’ultimo rimborso dei farmaci convenzionati con l’ASL porta la data di marzo di quest’anno. Precedentemente si erano verificati frequenti ritardi, più o meno lunghi della spesa farmaceutica anticipata dai farmacisti titolari. L’entità economica di tale disservizio fornito provincia di Foggia ha raggiunto, sempre secondo l’Associazione, ”valori preoccupanti e insostenibili”. Basti pensare che ogni mese il costo dei medicinali totali forniti in Capitanata tocca i 7,5 milioni di euro che moltiplicato per sei fa 45 milioni di euro.
Il maggior rischio che incombe sulla categoria è che Credifarma ( l’ente bancario che anticipa il costo dei farmaci) chiuda i rubinetti del credito ai farmacisti titolari con il conseguente blocco nelle forniture dei medicinali da parte della distribuzione. Il pericolo per i cittadini di Capitanata potrebbe essere quindi quello di dover pagare per intero i farmaci normalmente mutuabili in quanto non più rimborsati dall’Asl di Foggia e la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro.L’erogazione dei farmaci sarà assicurata ai cittadini solo dalle farmacie di turno.
Lo sciopero è quindi, secondo l’Associazione Titolari, atto a sensibilizzare la politica ed i cittadini su un problema non più prorogabile.
Sotto accusa, quindi, la spesa farmaceutica della sanità locale di Capitanata indicata da tempo come una vera e propria voragine economica. Le perdite consolidate delle tre ex aziende Fg1, Fg2, Fg3, accumulate negli anni, ammontano a 296 milioni di euro (dati del 2008). A questa cifra vanno aggiunti i 90 milioni di euro di perdite del bilancio consuntivo 2006. Secondo il commissario della ASL Donato Troiano e secondo il sub commissarioo Antonio Di Biase a contribuire a queste perdite almeno tre voci: la spesa farmaceutica, le forniture sanitarie e la cosiddetta mobilità passiva, i cittadini della Capitanata non si fidano degli ambulatori dellaASLl e preferiscono curarsi altrove. Inoltre, secondo Troiano mancano i controlli per consentire di mettere un limite alla situazione finanziaria pesantemente in rosso.
Così come non ci sono stati argini nell’acquisto di forniture: dai reagenti per le analisi, alle siringhe, alle protesi. Rilevante, in questi anni, anche le voci di spesa per le cure termali. Le preoccupazioni non riguardano solo l’entità della spesa, che appesantisce oltre ogni ragionevole compatibilità i bilanci della ASL, ma anche la correttezza degli appalti. Uno dei due filoni di indagine avviati dalla procura della Repubblica di Bari riguarda proprio il tentativo di ingresso nel sistema sanitario da parte di lobby affaristiche per pilotare gli appalti in sanità nel settore dei servizi esternalizzati.