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Lew Tabackin. Foggia s’inchina al più grande

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
15 Novembre 2010
Teatro //

Lew ritratto in una foto con sua moglie Toshiko
SASSOFONISTA e flautista. Per la precisione, uno dei migliori al mondo. Il migliore al mondo. Lo dicono le migliori penne di jazz, lo dicono le maggiori riviste di settore, ne concordano gli intenditori. Quest’anno, ha incassato (e non certo per la prima volta nella sua pluridecennale carriera), il “Down Beat”. Come a dire: fratello, sei il migliore di tutti con quel flauto fra le dita. È Lew Tabackin, d’altra parte. Una leggenda vivente. Russo ma di Filadelfia, con il Giappone nell’animo. Emissione concreta dell’introspezione sentimentale. Quell’amore mai finito che, sin dal 1968, lo unisce a sua moglie, la pianista giapponese (altra cima assoluta in un mare di normali) Toshiko Akiyoshy. Una sincope di vibrazioni e contaminazioni; un gioco, uno scherzo cadenzato con virtuoso incedere. Sviluppate nel conservatorio della sua città natale, poi raffinate a New York, infine affinate da esperienze, amicizie, collaborazioni multiple.

Tabackin è un’artista nel senso più puro del termine. Con il fiato dà vita all’arte, con le dita pennella melodie, non semplicemente suoni. Jazz più oriente vuol dire proprio sax più flauto. Foggia lo accoglierà con la timidezza del novello, con il timore dell’inesperto, con la paura di chi si fronteggia al mito. Due settimane appena, il 29, poi la magia che impreziosirà il calendario della rassegna “Lune…dì Jazz”, organizzata presso il Moody di Via Nedo Nadi.

Atmosfere da sogno ed un concerto che avrà inizio alle 22.26, l’ora dei jazzisti. La notte, le stelle, il blu che sfocia nel nero. L’aria che si fa leggera, con il fresco dell’esterno compensato dal fulgido calore delle note. Che avvampano turbinanti e coinvolgono senza possibilità di sfuggirvi. Con lui una buona fetta del miglior jazz nostrano. Marco Tamburrini dipingerà la tela del Moody con la sua tromba, Giuseppe Bassi darà tratti decisi di contrabbasso, Roberto Gatto sigillerà a colpi di batteria. Una formazione da urlo.

Ma, a ribadire che al meglio può non esserci fine, il 30, a partire dalle 20, si terrà un Corso di perfezionamento musicale dal titolo “Interplay: il ruolo di ogni singolo strumento nel quartetto”. Un seminario che verrà svolto dai quattro musicisti coadiuvati da Enzo Nini, docente jazz presso il Conservatorio di Foggia.

Che la notte inizi…


p.ferrante@statoquotidiano.it

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