Spulciando tra i documenti del processo si scopre però che già dal 2007 il Garante aveva intimato alla Regione di eliminare la consultazione pubblica dei dati sulla salute dei disabili. Si legge, infatti, che “il Provvedimento del 18 gennaio 2007 vieta alla Regione Puglia, ai sensi degli artt. 143, comma 1, lett. c) e 154, comma 1, lett. d ), del Codice, la diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute dei soggetti disabili conoscibili mediante la consultazione del Bollettino ufficiale della regione dell’11 aprile 2006, n.45”. Un avvertimento che è stato totalmente trascurato da parte degli Enti che avrebbero dovuto tenere riservati documenti così importanti per la privacy dei disabili.
Per un lungo periodo di tempo sul sito della Regione, invece, si sono potuti consultare gli elenchi di tutte le domande presentate per avere il contributo per l’acquisto di pc per diversamente abili. E, circostanza ancor più grave, sottolinea il Garante, accanto ai nomi e cognomi dei richiedenti erano associate anche le diverse patologie: disabili dell’udito e del linguaggio, disabili della vista, disabili motori. l’Ente ha diffuso, tra le altre cose dati idonei a rivelare lo stato di salute di un cospicuo numero di soggetti (circa 2.800) affetti da disabilità motorie.
Nel documento “Trasparenza della P.a. e dati sulla salute on line che porta la data del 17 settembre 2009 tale assurda attività di diffusione “poteva essere fatta cessare con effetti utili, indipendentemente dalla contestazione”, evitando così di creare il rischio di un pregiudizio rilevante nei confronti degli interessati. Tra le altre cose sulla pagina del Bollettino officiale del Regione comparivano la graduatoria dei soggetti “disabili del linguaggio e dell’udito” ammessi ad usufruire del contributo per l’acquisto di personal computer e relativi ausili (601 soggetti), elenco dei soggetti che hanno presentato domande ritenute “ammissibili a condizione di perfezionamento disabilità sensoriale – udito e linguaggio” (287 soggetti), graduatoria dei soggetti “disabili della vista” ammessi ad usufruire del contributo per l’acquisto di personal computer e relativi ausili (397 soggetti).
Pubblicando informazioni così delicate , si legge nella nota diffusa dal Garante per la protezione dei dati personali, la Regione è dunque incorsa in un illecito trattamento di dati sanitari vietato dalla legge. Proprio in considerazione dell’evidente rilevanza sociale dell’iniziativa, sottolinea l’Autorità, l’ente avrebbe dovuto invece adottare tutte le cautele per evitare di arrecare un grave pregiudizio ai numerosi disabili che avevano fatto domanda per il sussidio diffondendone i dati sanitari in Internet. Con l’ingiunzione di pagamento si chiude un complesso procedimento amministrativo iniziato nel 2007 che ha richiesto, oltre alla sanzione amministrativa, anche due provvedimenti di divieto del Garante.