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Corte dei conti, faro sul Bilancio 2014 della RAI

AUTORE:
Nino Sangerardi
PUBBLICATO IL:
13 Agosto 2016
Editoriali //

Roma. “Si ribadisce la necessità che la RAI attivi ogni misura idonea a eliminare residue inefficienze e sprechi proseguendo nel processo di internalizzazione delle attività… Appare necessario un vigoroso contenimento dei costi per procedere a un efficace risanamento strutturale dei conti”. Parole scritte nella relazione sulla gestione finanziaria, anno 2014, del Bilancio di Rai radiotelevisione spa, depositata pochi giorni fa dai giudici Enrica Laterza(presidente) e Luciano Calamaro(estensore) della Sezione controllo sugli enti.

Le risultanze gestionali economiche del Gruppo Rai registrano un miglioramento rispetto al 2013. Ancora rilevante,se pur con una diminuzione di 87 milioni di euro, i debiti verso le banche pari a 355,96 milioni contro i 442,98 del 2013. I ricavi della Rai ammontano a quanto segue : canone 1.590,60 milioni di euro,pubblicità euro 597,7,altri euro 167,1. A fronte dell’anno 2013 c’è un decremento di 206,3 milioni.

Diminuzione che trae origine,soprattutto, dal calo dei proventi derivanti dalla riscossione del canone. A proposito di quest’ultimo gli abbonati paganti sono stati 15.722.803,i morosi 1.287.191, le disdette 326.174. Dati che confermano la progressiva riduzione(meno 268.718) del numero degli abbonati , e comunque non si arresta la decrescente acquisizione di nuovi sottoscrittori.

L’evasione del canone a che punto è? Nel 2014 ha raggiunto la cifra di 500 milioni di euro,vale a dire un quarto del fatturato del Gruppo Rai. Fenomeno che interessa 6 milioni di potenziali utenze Tv non paganti che corrisponde al 26% delle famiglie italiche. Mancato pagamento che si dipana così: 21% Nord Italia, 12% Centro e 32% Sud. Per quanto riguarda le consulenze ci sono stati 201 contratti per una spesa,annuale, di 1,78 milioni di euro. In raffronto al 2013 si constata la diminuzione di 23 convenzioni e minor costo di 100 mila euro. Tra gli esperti ingaggiati ci sono medici e infermieri e traduttori e docenti per la Formazione, eccetera. Il rapporto tra soldi erogati e numero di contratti pone in risalto che il 31% delle somme (550 mila euro) è riconducibile a un numero ristrettissimo di consulenze(10) il cui valore unitario è superiore a 30 mila euro. La Corte mette in luce che il ricorso a collaborazioni esterne può ritenersi legittimo solo in mancanza di specifiche professionalità dentro la Rai o per esigenze straordinarie. “Si raccomanda la Rai — sottolineano i magistrati — di pubblicare sul proprio sito internet gli incarichi e le consulenze affidati a professionisti e società”.

Il personale Rai a tempo indeterminato e determinato,al 31.12.2014, è rispettivamente 10.574 e 1061 per un totale di 11.635 unità. Duecentosessantatre dirigenti(costo medio cadauno : 216.387), 1070 funzionari, 1882 giornalisti(1508 fissi e 294 precari),ben 8.288 impiegati,114 professori di orchestra e altro personale artistico,undici medici. Nel triennio 2012-2014 quelli definiti “precario” complessivamente assunti vita natural durante sono saliti a oltre 1100. Le società controllate dalla Rai, direttamente e indirettamente, sono Rai Cinema, Rai Com, Rai World, Rai Way, Rai Pubblicità. I giudici contabili pur constatando il decremento dei sodalizi controllati riaffermano l’esigenza di “ una rigorosa verifica della loro attuale necessità”.

Dulcis in fundo, il contingente dei giornalisti Rai si attesta a 1618 unità,con un aumento di 37 dipendenti in riferimento all’annata 2013.

Si precisa che al 31 dicembre 2014 dei 1618 salariati con mansione di giornalista la bellezza di 305(303 nel 2013) rivestono la posizione dirigenziale. La spesa media aziendale per il giornalista radiotelevisivo è di 150 mila euro(149 mila nel 2013). L’ultima concessione—esclusiva servizio pubblico diffusione programmi radio e Tv—firmata tra Stato e Rai risale al 2004. Dodici anni con scadenza il 6 aprile 2016 prorogata però al 31 ottobre prossimo, quattro settimane dalla celebrazione del Referendum costituzionale.

Il documento della Corte dei Conti è stato inviati ai presidenti del Senato e della Camera.

(A cura di Nino Sangerardi, autore del testo ‘Quello che i pugliesi non sanno’)

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