Edizione n° 5386

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

Ubik disobbediente. Presentato “Transgender”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
18 Giugno 2011
Musica //

Gianfranco Meneo, a destra. Sulla sinistra, Enrico Ciccarelli
Foggia – “CI sono delle battaglie che vanno sostenute con la forza delle unghie, per strappare al pericolo della depressione valoriale una goccia di splendore”. Usa l’espressione inserita da Fabrizio De André in “Smisurata Preghiera”, un’ascoltatrice e futura lettrice. “Transgender. Le sessualità disobbedienti”, opera prima del foggiano Gianfranco Meneo, è stata presentata ieri nello spazio live della libreria foggiana Ubik.

Viva e vibrante la discussione, un ballo vorticoso nel complesso mare dell’omosessualità (o, meglio, “omoaffettività”, come l’ha definita Gabriele Scalfarotto, presidente Agedo, papà di Ivan, nella direzione nazionale del Partito Democratico). Quello i cui ogni parola può sembrare – ed a volte lo è – un affronto. Talora alla presunta normalità. A quello “stato di cose presenti” che induce a francobollare sulla carta del corpo umano un’appartenenza: di razza, di religione, di specie, di identità. Ma l’affronto può essere anche un tentativo di schierarsi contro le diversità. In tal modo, ogni epiteto è una pistolettata alla decenza, una pugnalata cruenta all’organo vitale dell’umanità.

Gli uomini non sono esseri in gabbia. Gay, lesbiche, transessuali non sono animali da circo, esposti al lancio di verdure (accadde, tempo addietro, che a Luxuria nella “sua” Foggia – prima della gloria de L’Isola dei Famosi – arrivarono i finocchi) e noccioline. Solo corpi pulsanti d’amore ed estetica. Una minoranza in un mondo che si conta sulle maggioranze ma si regge, spesso, sulla clemenza delle opposizioni. Che giudica senza avere gli appropriati criteri emotivi. “Un nero – esemplifica il presidente Agedo – è un nero, torna a casa e trova una famiglia di neri. Un ebreo, nel durissimo periodo persecutorio, era un ebreo. Poi, tornando a casa, la sua famiglia era composta di altri ebrei. Un rom è un rom, torna a casa ed ha altri rom che lo accolgono. Un omosessuale è un omosessuale che, incompreso fuori, torna a casa e si vede inquadrato in una famiglia che è etero”. La durezza della realtà, ed insieme, la sua spietata bellezza potenziale della frantumazione delle barriere. Che, invece, denuncia Scalfarotto, si alzano laddove dovrebbero alzarsi. Generando un senso d’inappetenza sociale del “diverso” che lo induce ad atteggiamenti estremi: “Quando un ragazzo di 15 anni si suicida non è per i cattivi voti a scuola. Chi non vuole essere bocciato, studia” catechizza.

Qui s’innesta il giudizio del mondo. Il pagellone sempiterno e sempre vivo che appone voti e veti, dicendo quel che è giusto e quel che è “sbagliato”. E, per osmosi, vaso comunicante accanto a vaso comunicante, il flusso percettivo dell’errore passa dalla comunità al genitore dell’omosessuale. E’ il momento in cui nasce la fatidica domanda “Dove ho sbagliato?”, la dualità soldatini – bambole, il dubbio della condotta che assale e morde e rode. Soprattutto, corrode ed altera i rapporti familiari, laddove non li si riesce a mantenere nel rispetto del ruolo del singolo per ostentarli quali rassicurazioni coccolose di uno stile “normale”. Ma, come sottolinea Enrico Ciccarelli, “Transgender non è un libro rassicurante”. Piuttosto, un viaggio nella galassia incompresa di un modo di essere, il diario di bordo di una nave in burrasca nel pelagio ostile del vociare sommesso e delle gomitate ammiccanti, delle battutine e delle barzellette.

“Le barzellette non sono innocue” è il giudizio di Gianfranco Meneo. Che parla ad una platea numerosa, sedie piene, divani affollati e scale come trampoli in pietra. Sono piuttosto “l’espressione di un punto di vista diffuso e maschilista”. Maschilista come “politicamente maschilista” è la società, “politicamente maschilista” sono le istituzioni, “politicamente maschilista” sono le sbarre dell’informazione mediatica. Presa a mettere alla gogna lo scandalo della diversità, i comportamenti centrifughi rispetto ad una morale imposta “dall’alto”. E’ il trionfo, l’oggi, “di una società moralista” che “concede uno straccio di perdono a chiunque: a chi abbandona i figli in macchina provocandone la morte; a chi, protetto dalla cappa del convento, violenta e stupra”. Tranne che “a chi domanda soltanto di poter essere se stesso la costrizione, anche fisica, d’essere qualcun altro”. Senza contare il fatto che, spesso, per essere se stessi c’è da passare sotto le forche caudine della mortificazione. O, peggio, della vendita del corpo. La prostituzione è un orizzonte possibile ma reso necessario da un modello esclusivo che le scelte non le propone che a pochi fortunati. Imponendole, per contrappasso, agli altri.

Ed il riscatto passa da questa possibilità di scelta. Che, in parte, è anche l’assunzione della consapevolezza del proprio posizionamento nel mondo. “Mi fa ben sperare – chiosa Meneo – quel che è accaduto in Italia il 13 febbraio, con il movimento femminile che, nel nome della liberazione da una schiavitù innanzitutto mediatica, sono scese in piazza contro gli stereotipi”.

Il testo di Meneo, edito dalla Palomar, casa editrice barese, è stato anche presentato al Salone del Libro di Torino.

FOCUS – L’intervista realizzata a Gianfranco Meneo nella redazione di Stato (Stato Quotidiano, 4 giugno 2011 – con video)

r.paraggio@statoquotidiano.it

Lascia un commento

In ogni paese c’è una orrenda casa moderna. L’ha progettata un geometra, figlio del sindaco. (Dino Risi)

Anonimo

StatoQuotidiano sei tu!

StatoQuotidiano, fondato nell'ottobre 2009, si basa sul principio cardine della libertà d'informazione, sancita dall'art. 21 della Costituzione.

Il giornale si impegna ad ascoltare la comunità e a fornire informazione gratuita, senza sostegno di classi politiche o sociali.

Ai lettori che ci seguono e si sentono parte di questo progetto, chiediamo un contributo simbolico, per garantire quella qualità che ci ha sempre contraddistinto!

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce, articoli, video, foto, richieste, annunci ed altro.

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.