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Erica Mou, “ho deciso di vivere con la musica”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Settembre 2011
Musica //

Erica Mou (fonte image: MP)
Manfredonia – ERICA Musci, in arte Erica Mou, è una delle giovani leve del panorama musicale italiano. Nata a Bisceglie, classe 1990, scrive e compone da sempre la propria musica.

L’album d’esordio si intitola “È”, su etichetta Sugar. Nel disco 11 brani autobiografici, tra questi “Oltre”, scelto per accompagnare sui titoli di coda il film di Roberta Torre “I baci mai dati”, pellicola accolta con 10 minuti di applausi in sala all’ultima mostra del cinema di Venezia e unico film italiano presente al Sundance Film Festival di Robert Redford. All’interno dell’album anche la cover dello storico brano dei Fletwood Mac, Don’t Stop, colonna sonora del nuovo spot istituzionale Eni, on air dal 30 gennaio 2011. Il brano “Oltre” si trova anche nella compilation “Puglia Sounds – The music system” allegata a XL di Repubblica. Inoltre è tra gli artisti confermati per la 3^ edizione di HIT WEEK, il più grande festival di musica italiana in America, che si svolgerà dal 9 al 16 ottobre 2011 tra New York, Los Angeles e Miami, insieme a Subsonica, Caparezza, Nicola Conte, Casino Royale.

Recentemente è anche stata premiata dal MEI come miglior talento dell’anno. Con la sua voce ha interpretato il brano di Matteo Salvatore Li maccarun” durante il concerto “Il bene mio” sapendo alternare delicatezza e grande coinvolgimento emotivo.

SQ- La tua passione per la musica, com’è nata? Quale avvenimento in particolare ha pizzicato le note della tua fantasia? E l’incontro con la Caselli?
EM- Non ricordo quale sia stato il momento preciso in cui mi sono innamorata della musica, fortunatamente ne ho sempre ascoltata tanta sin da piccola grazie ai miei genitori. Ricordo però il momento in cui ho deciso di imparare a suonare uno strumento, osservando l’orchestra di un programma televisivo che guardavo insieme a mia nonna nei giorni in cui non andavo all’asilo. L’incontro con la Caselli è avvenuto un paio di anni fa; mi ha contattata per un'”audizione” dal vivo nel suo ufficio, dopo aver visto in rete alcuni video dei miei live.

SQ- La semplicità e la spensieratezza traspaiono dai tuoi brani, quale il tuo messaggio principale?
EM- Sulla semplicità sono d’accordo, cerco di parlare di piccole cose del quotidiano usandole come porte per messaggi più ampi. La spensieratezza invece… magari ci fosse! Anzi credo proprio che il non riuscire ad essere spensierata sia un mio grosso limite, forse addirittura la molla che mi ha spinta a iniziare a comporre canzoni. Ma mi fa piacere che tu abbia avuto questa sensazione!

SQ- Farai un tour negli Stati Uniti, quali sono gli stili che più apprezzi?
EM- Per me suonare in America è meraviglioso proprio perchè, accanto alla musica italiana, ho sempre ascoltato musica inglese ed americana, dal folk al rock. Ci sono stata già l’anno scorso per quattro concerti a New York. Questa volta, invece, faremo tappa in tre differenti città. Sono molto curiosa di verificare se, anche questa volta, un pubblico anglofono potrà apprezzare le mie canzoni scritte in italiano!

SQ- Matteo Salvatore.. un uomo della Puglia, che racconta e canta la tragedia della povertà, ma anche la ricchezza della terra, tu come vivi questo rapporto con il sud? Cosa ti ha regalato il tuo paese e invece cosa ti ha sottratto?
EM- Non credo di esagerare dicendo che il Sud mi ha dato tutto quello che ho. Nel bene e nel male la terra da cui proveniamo costruisce la nostra vita. E il rapporto con il Sud Italia, in cui ancora abito, è sempre stato conflittuale. Lo amo per la sincerità dei rapporti umani, per l’inventiva, perchè apro una finestra e guardo il mare e sono felice, per i pranzi in famiglia la domenica, per la poesia viva come quella di Matteo Salvatore. A volte vorrei scappare per la mancanza di infrastrutture, per i pregiudizi e i troppi giudizi, per la trascuratezza con cui si trattano i beni comuni. Ma devo dire che la Puglia ultimamente sta crescendo moltissimo e diventa ogni giorno un posto migliore, anche se c’è ancora tanto su cui lavorare.

SQ- Quali i tuoi progetti per il futuro? E’ una parola così incerta, precaria, legata più al dubbio che alla certezza, almeno per la maggior parte dei giovani.
EM- Lo è anche per me. Ad un certo punto ci ritroveremo adulti e questi anni ci stanno solo insegnando a prepararci al peggio, a pensare alla sopravvivenza. Io invece credo che, più che sopravvivere, abbiamo il diritto, come non mai in questi tempi di crisi, di realizzarci e di assecondare le nostre capacità. Sarà anche azzardato ma ho deciso di vivere di musica e in futuro continuerò a farlo cercando di migliorare e imparare sempre di più. Spero che un giorno il governo dell’Italia capirà che la cultura è un settore lavorativo, importante e prezioso quanto e più di tutti gli altri, parte dell’economia, che ha salvato sempre la bellezza del nostro paese.

SQ- Cosa ti ha insegnato la vita attraverso la musica?
EM- Mi ha insegnato ad essere tenace. Mi ha insegnato che comunicare con il prossimo mettendoti sinceramente a nudo può essere difficile ma anche estremamente edificante. Mi ha insegnato a esorcizzare tutte le emozioni, anche quelle più buie, in qualcosa di molto vicino alla felicità.


mariapia.telera@statoquotidiano.it

2 commenti su "Erica Mou, “ho deciso di vivere con la musica”"

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